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1541. Francesco Sforza a Raffaele Pugnello 1452 novembre 5 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza scrive a Raffaele Pugnello di volere che in nottata si porti a Manerbio con cinquecento fanti o con quanti ne riuscirà a racimolare, non intendendo, come ha suggerito Raffaele, barattarli con danaro.

[ 363r] Raphaeli Pugnello.
Raffael, ne merevegliamo grandemente, respondendo ala toa per la quale ne scrivi che non se porano havere quelli 500 fanti de quella nostra comunità et che seria meglio domandarli li denari, et cetera. Et perché tu cognosci de quanta importantia è al stato nostro questo fatto te carichamo et strengemo quanto più posssemo, debi perforzarte et fare ogni opera de havere dicti fanti et venirtene questa notte cum essi ad Manerbio, et in caso che tu non podessi havere el numero de dicti 500 fanti, verai cum quelli che haverai ad Manerbio. siché, per ogni modo senza alcuna exceptione, tu te retrovi questa nocte ad Manerbio, et in questo fa che non sia fallo, se ami l'honore et stato nostro et se mai pensi farce cosa grata, che in ogni modo tu te retrovi questa nocte ad Manerbio cum tucti li fanti, o cum quello più numero porrai havere. Li denari non volemo domandare ad quella comunità, perché non ne pare (a) volimo darli più expesa né agravarla più che la se sia, solicita pur ti de havere li fanti et retrovarte questa nocte ad Manerbio, como havemo replicato de sopra. Apud Calvisanum, die v novembris 1452.
Iacobus.
Cichus.

(a) ne pare in interlinea.