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790. Francesco Sforza a Giovanni Pilizario, vicario di Seniga 1452 agosto 10"apud Quinzanum".

Francesco Sforza ordina a Giovanni Pilizario, vicario di Seniga di non dare molestia alcuna nè lì né a Fanello per riscossione di denari. Vuole che renda giustizia nella vertenza che contrappone Manino del Fanello e Filippo del Ventura del Fanello,da una parte, e il comune e gli uomini di Scandelara, dall'altra parte.

Iohanni Pilizario, vicario Senighe.
Non volimo che per lettera né per scripto quale (a) te avesse portata per nostra parte Francesco de Iseo per scotere dinare al Fianello né lì per casione alchuna, non debbi molestare né strenzere alchuno, anzi lassi le cose nelli termini erano anzi che passassimo de qua da Oglio. Ceterum volimo et te commettimo che vertendose certa differentia fra Manino del Fianello et Filippo del Ventura de quella nostra terra del Fianello, per una parte, et comune et homini de Schandelara, per l'altra parte, tu debbi, vochatis vochandis et intellectis iuribus partium, fare rasone, ita che veruna delle parte non habia casione lamentarse. Data in castris nostris apud Quinzanum, x augusti 1452. Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue the depennato.