Registro n. 8 precedente | 1000 di 1171 | successivo

1000. Francesco Sforza a Guido Terzi 1452 marzo 1 Milano

Francesco Sforza non dubita che il conte Guido Terzi farà esemplare giustizia all'omicida che, incarcerato dal podestà di Parma, questi gli rimise perché era della giurisdizione di Belvedere. Il duca aggiunge di far restituire a Giovanni Pietro de Musarte i beni dei quali detto omicida si appropriò.

Comiti Guidoni de Terciis.
Sentimo che, havendo quisti dì proximi passati, el nostro potestà de Parma detenuto e carcerato uno deli homeni dela iurisdictione de Belvidere per homecida, ve lo relaxò, perché ad vuy spectava ad farne iustitia, intendendo tal excesso et malefitio non passare impunito. Vi scrivemo e stringemo pur assay che circa de ciò vogliate tal modo servare che iustitia non manche, faciendo de luy quello che la rasone vole ad exemplum aliorum, e che dali parenti del morto non ne sentiamo querella, como però si rendemo certi fariti sì per l'honore nostro como etiandio per lo debito vostro, e quando facesti altramente che non cerchamo ne daresti materia de condolerse de vuy. Ceterum, se lamenta Iohanne Petro da Musarte ch'el dito homicida per buono spatio de tempo gli ha tenuto a usurpato certi suoy beni, como da luy intendariti. Se così è, vogliate provedergli siano restituyti, ad ciò non se possa degnamente lamentare gli sia manchato rasone, et fariti cossa ne sarà grata et pertinente al'honore vostro et quanto in le cosse predicte haveriti fato, se piaccia esserne advisati per vostre lettere. Data Mediolani, die primo martii 1452.


(a) Segue avisati depennato.