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1171. Francesco Sforza al capitano di Casteggio 1452 marzo 17 Milano

Francesco Sforza ricorda al capitano di Casteggio che nei giorni passati erano stati da lui i casteggiani Antonio di Strali, Giovanni de Beccho, Giacomo de Codeca e Antonio di Zozii, tutti operai della zecca di Pavia, per rivendicare i loro privilegi. Erano, però, poi ritornati, perché alcuni compaesani avevano invase le loro case rubando in nome dell'uguaglianza («voleno, pagano li carichi con loro»). Il duca ordina la restituzione del maltolto e che i privilegi dei monetari vengano rispettati.

Capitaneo Clastigii.
Questi dì proximi passati, ad instantia et supplicatione de Antonio di Strali, Zoanne de Beccho, Iacobo de Codeca et Antonio di Zozii, habitatori de quella nostra terra de Chiastigio, monetari overo operari dela moneta dela fabrica nostra de Pavia, gli doveste observare li loro privilegii; et quando havesti altro in contrario, ne dovesti avisare, secondo che in esse nostre lettere se contene. Novamente sono venuti da nuy essi monetarii nostri cum summa querela, dicendo che non attente le loro lettere molti del'homini de quello loco lì sono andati a casa et robati, dicendo omnino voleno, pagano li carichi con loro, et cetera. Dele quale cose, cossì essendo, se ne siamo assay maravigliati, ne intendemo tollerarlo. Pertanto te scrivemo et commandiamo expresse, faci restituire ali dicti monetarii quanto gli è stato tolto per questa casone, et observarli li loro privilegii como t'è stato scripto. Et quando habi cosa veruna in contrario perché non li debiano dicti privilegii fir observati, avisane per tue lettere, secondo te havemo in l'altre nostre lettere commandato. Mediolani, xvii marcii 1452.