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824. Francesco Sforza al capitano del divieto di Parma 1452 febbraio 19 Milano

Francesco Sforza ordina nuovamente al capitano del divieto di Parma di non dare noie a Zacagno Pellegrino, liberato a richiesta di Pietro Maria Rossi e di revocare ogni novità fattagli e gli si restituisca quanto eventualmente toltogli.

Capitaneo nostro devetus Parme.
Havimo havuta lamenta da Pelegrino Zachagno che, nonobstante scrivessemo ali dì passati che, per contemplatione del magnifico Pedromaria Rosso, gli aviamo fata gratia per la casone de quela portatione d'arme, et cetera, e secundo se contiene in esse lettere nostre tamen non hay obedito dite lettere nostre, dil che ne pigliamo admiratione. E, pertanto, denuo te replicamo e comandemo che, observando dite nostre lettere, non die più impazo, ho molestia ad esso Pelegrino per questa casone, anzi revochi ogni novitade gli sia fata contra o gli restituische la roba sua, ho il valore de quela, per forma che de ciò più non ne sentiamo querela. Data Mediolani, die xviiii februarii 1452 a.


(a) A tergo: signata Cichus.