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840. Francesco Sforza al comune e agli uomini di Stradella 1452 febbraio 17 Milano

Francesco Sforza rinnova l'ordine al comune e agli uomini di Stradella di lasciare in pace gli eredi di Gianpietro dell'Ancisa che, essendo contribuenti di Pavia, non sono tenuti a sostenere gli ordinari tributi locali e di nuovo comanda loro di restituire ai ricorrenti i frutti di cui si sono appropriati. Se avessero da ridire, si portino con le loro ragioni dell'auditore ducale, Angelo da Rieti.

Comuni et hominibus Stratelle.
Per altre ve havemo scripto ad instancia de heredi quondam de Iohannepetro del'Ancisa, li quali si condolevano che per voi erano astricti ala contrabuitione deli carichi occurrenti a quelo commune et indebitamente, perché may non contribuiteno cum esso commune, ma cum la citade de Pavia, dela quale soni citadini, dovesti provedere, essendo loro citadini como dicevano, non fossero molestati cum voi et li fructi loro retenuti dovesti fare relaxare, et como in le lettere nostre si contiene più diffusamente. Novamente et dala comunitade [ 141v] nostra de Pavia e dali dicti heredi havemo recevuto querela che nonobstante el nostro scrivere, pur li molestati non gli voleti relaxare li fructi loro, et de che ne maravegliemo grandamenti. Pertanto vi scrivemo iterato et commandiamovi che, non havendo dicti heredi per lo tempo passato may contribuito cum voi como dicono ma cum la citade nostra de Pavia, servati modo che per questa casone non gli sia dato altro impazo, et ogni novità contra de loro facta pur per dicta casone faciati annullare et revocare per modo più non ne sentiamo querela. Data Mediolani, die xvii februarii 1452. Et quando altro habiati in contrario, perché non debiate così fare, volemo veniati da nuy, et apresentativi cum le vostre rasone denanci dal spectabile nostro auditore misser Angelo da Arieto. Data ut supra.