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981. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi 1452 febbraio 25 Milano

Francesco Sforza si lamenta con il luogotenente di Lodi per non essersi attenuto al comportamento che gli aveva ordinato di avere con i fratelli milanesi Giacomo e Gianfrancesco, figli del defunto Maffeo da Muzano, richiedendo che essi venissero trattati come Maffeo e i suoi predecessori. Gli replica e impone di trattare detti ricorrenti non diversamente da come era trattato detto Maffeo. Se avesse qualcosa che ostasse, glielo si dica.

Locuntenenti Laude.
Ali dì passati, ad querela deli nobili Iacomo da Muzano e Iohannefrancisco, fratelli, filii quondam de misere Mafeo da Muzano, dilectissimi nostri citadini de Milano, te scrivessemo expressius e comandassemo che per alcuno modo non facessi né lassassi fare cossa nova ad essi fratelli circa al fare dele guardie e del'altri carichi occurrenti in quela nostra cità de Lode, anzi intendevamo che da essi carichi fossero preservati omnino in quelo modo e tractati ch'erano stati lo prefato misere Mafeo e l'altri suoi precessori, e come in l'inclusa copia de quela de novo poy vedere. Adesso havimo [ 163v] inteso che te fay negligente e difficile in observare et exequire esse nostre lettere, le quale sono honestissime, dicendo che già non sono passate de nostra saputa, dil che ne pigliamo non pocho spiacere et admiratione. Et pertanto volemo, te replicamo e comandamo expressamente che preservi e faci omnino, senza altra exceptione, tractare e preservare li diti supplicanti, non altramente come è stato fato ali prefati misere Mafeo e suoi precessori, e portati per modo con loro che più non habiano per questa casone farne lamenta, perché l'haveriamo molesta. Et quando gli havisti altra cossa iuridica in contrario, ne voriamo essere avisati per tue lettere. Data Mediolani, die xxv februarii MCCCCLII a.


(a) A tergo: Signata Cichus.