Collezione del Parco di sculture Fondazione Pietro Rossini

Definizione: raccolta

Tipologia: artistico

Istituto di conservazione: Fondazione Pietro Rossini, ()

Consistenza

La Collezione del Parco di Sculture Fondazione Pietro Rossini si configura come una raccolta di più di cinquanta opere d'arte del secondo Novecento, allestita in un grande parco tra due colline della Brianza. Le opere, per lo più sculture e installazioni monumentali, sono riconducibili sia ad artisti storici della scultura italiana del secondo dopoguerra (Cascella, Consagra, Pomodoro, Melotti, Turcato, Fontana, Capogrossi, Tancredi, Varisco), sia ad artisti di fama internazionale (César, Arman, Oppenheim, Nagasawa, Tinguely), cui si sono aggiunti negli ultimi anni artisti di una generazione più giovane, talvolta su diretta committenza della famiglia Rossini (come nel caso di Stähler, Dietman e Ievolella).
All'interno del parco sono poi collocate due opere architettoniche in diretto rapporto con il territorio e la collezione circostante: il padiglione espositivo "Sculture farm pavillon", progettato dall'architetto e paesaggista americano James Wines, fondatore del gruppo "Site Project Inc.", e la grande maquette della "Casa della Pace" progettata da Massimiliano Fuksas, attualmente ancora in costruzione.

Notizie storico critiche

La prima opera della Collezione venne acquistata dall'industriale lombardo Alberto Rossini nel 1954, per il sepolcro del padre: si trattava di una scultura astratta di Gaetano Negri, allora assistente di Marino Marini, cui seguì negli anni Sessanta l'acquisto di qualche tela di artisti per lo più monzesi (Mosè Bianchi, Spreafico e Tallone), per via dell'influenza offerta dalla sempre maggiore frequentazione di mostre e gallerie. Ben presto però l'interesse dell'industriale e quello della moglie Luisa Teruzzi cominciarono a spostarsi verso l'Informale e nonostante i limitati mezzi economici a disposizione, i due coniugi cominciarono ad acquisire fra gli anni Settanta e Ottanta opere di Tancredi, Parmeggiani, Vedova, Dova, Crippa, Fontana, Capogrossi, Birolli, Morlotti, Cassinari e degli astrattisti comaschi Rho e Radice. Ma il nucleo più consistente della Collezione venne creato tra la seconda metà degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, di pari passo con il crescente interesse per la scultura monumentale e il relativo progetto di costituire un Parco che ne delineasse la storia in Italia a partire dal secondo Dopoguerra.
La collezione trovò così il suo luogo privilegiato di esposizione in uno spazio di circa 25 acri di terreno, ripartito al suo interno in diverse aree per separare le zone private appartenenti alla famiglia Rossini, da quelle pubbliche destinate alle opere d'arte. La prima opera ad essere posizionata all'esterno dell'abitazione dei Rossini (all'epoca ancora in costruzione) fu "L'Annunciazione" di Andrea Cascella, in una posizione favorevole alla luce così da valorizzarne gli effetti chiaroscurali; fu poi lo stesso Cascella a suggerire a Rossini l'acquisto di altre sculture, come "Interferenza in granito giallo n. 2" di Consagra. L'altra grande opera dell'artista presente nel parco, la monumentale "Porta del Cremlino", venne invece donata al collezionista direttamente da Consagra, in segno di ringraziamento per il sostegno economico offertogli in occasione della sua esposizione personale all'Hermitage di San Pietroburgo del 1991. Questa particolare modalità di reperimento delle opere entrando direttamente in contatto con gli artisti e spesso instaurando con loro un reale ed intenso rapporto di amicizia (è questo il caso di Franz Stähler e Antonio Ievolella), divenne in breve tempo una caratteristica peculiare del collezionismo di Rossini: molte opere furono da lui scelte direttamente dagli atelier e posizionate nel parco seguendo le indicazioni di collocamento degli artisti stessi. Altre ancora vennero create appositamente in collaborazione con l'azienda di sua proprietà, la Ranger Italiana, che a partire dagli anni Novanta mise a disposizione dei vari maestri d'arte macchinari, spazi e l'abilità manuale e tecnica degli stessi operai: è in questo modo, ad esempio, che sono state create da César le "Compressioni" che compongono la "Suite Milanaise" (oggi conservate in parte in loco e in parte in giro per il mondo), da Oppenheim i nove esemplari di "Lampdog" (quattro attualmente di proprietà dell'imprenditore brianzolo) e gli ironici "Orsetti Welles" di Dietman.
Sempre in linea con questa idea di coinvolgere la passione collezionistica e la verve creativa degli artisti stessi, nel 1998 gli spazi del Parco sono stati arricchiti dalla progettazione di un padiglione espostivo, baricentro della struttura e nello stesso tempo prezioso contenitore per tutte quelle opere che per motivi conservativi non possono essere esposte all'aperto: tale progetto è stato affidato al paesaggista americano James Wines, specializzato in "green architecture" e dunque nella costruzione di edifici immersi nel verde. A questo centro didattico-museale è poi seguita la progettazione di un secondo polo espositivo posto all'ingresso del Parco (la maquette della "Casa della Pace" di Fuksas attualmente in costruzione), con funzione di indirizzamento e informazione.