Decorazione plastico pittorica delle navate e del transetto
Bramante, Donato; Fonduli, Agostino; Battagio, Giovanni; Battagio, Gabriele; Pietro da Velate; Rizzi, Giovanni Pietro; Mirofoli, Giovanni Angelo da Seregno; Raimondi, Antonio; Antonio da Pandino; Ambrogio da Fossano detto il Bergognone
Descrizione
Identificazione: Lacunari
Autore: Bramante, Donato (1444-1514), progettista/ architetto; Fonduli, Agostino, plasticatore; Battagio, Giovanni, architetto/ plasticatore; Battagio, Gabriele, plasticatore; Pietro da Velate, pittore; Rizzi, Giovanni Pietro, pittore; Mirofoli, Giovanni Angelo da Seregno, pittore; Raimondi, Antonio, pittore; Antonio da Pandino, pittore; Ambrogio da Fossano detto il Bergognone (1453-1523), pittore
Cronologia: post 1482 - ante 1549
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura; intonaco / doratura; intonaco / pittura a fresco; terracotta; terracotta / stampo; terracotta / modellatura; terracotta / pittura; terracotta / doratura; stucco; stucco / modellatura a stampo; stucco / incisione; stucco / intaglio; stucco / pittura; stucco / doratura
Descrizione: La chiesa di Santa Maria presso San Satiro, con planimetria a T scandita da tre navate tagliate da un transetto, esibisce una ricca ornamentazione plastico pittorica. Le volte, sia della navata maggiore che dei transetti, presentano una decorazione dipinta a finti lacunari ripartiti da fasce trasversali che delimitano le campate. Una ricca decorazione fittile, in parte dorata su fondo blu, impreziosisce poi tutta la navata centrale, le navate laterali e il transetto correndo lungo tutte le trabeazioni e scandendo tutti i capitelli e le nicchie dei muri perimetrali.
Notizie storico-critiche: La chiesa di Santa Maria presso San Satiro, progettata e realizzata sotto la supervisione di Donato Bramante almeno a partire dal 1482, fu decorata, stando ai documenti rinvenuti, da più artisti.
Per l'apparato plastico decorativo i nomi emersi dalla documentazione diretta e indiretta sono quelli di Agostino Fonduli, Giovanni Battagio e Gabriele Battagio. Sappiamo infatti che l'11 marzo 1483 Agostino Fonduli s'impegna a realizzare, tra le varie opere fittili, anche una cornice in terracotta lunga 215 braccia (126,8 m): si tratta verosimilmente del fregio che corre lungo tutta la trabeazione maggiore della navata centrale e dei transetti. I fratelli Giovanni e Gabriele Battagio - il primo tra l'altro suocero di Fonduli - sono attestati in documenti del 1482 e 1483 come testimoni e nel 1487 Gabriele è pagato due volte per lavori non specificati alla chiesa: secondo la critica si tratterebbe probabilmente della realizzazione dei lacunari delle volte e della cupola dell'edificio se infatti lo stesso artista in un successivo contratto del 8 agosto 1500 accetterà di realizzare i lacunari in stucco della chiesa milanese di Santa Maria presso San Celso.
Per l'apparato pittorico i nomi recuperati dalla documentazione sono quelli di Pietro da Velate, Giovanni Pietro Rizzi, Giovanni Angelo Mirofoli da Seregno, Antonio Raimondi e Antonio da Pandino. I contratti ci informano infatti che il 28 agosto 1483 i deputati della Scuola di Santa Maria presso San Satiro e i pittori Pietro da Velate, Giovanni Pietro Rizzi e Giovanni Angelo Mirofoli da Seregno nominano i maestri Francesco da Vico e Antonio Raimondi arbitri nella vertenza intorno alla pittura dell'interno e dell'esterno del tiburio sopra l'altare maggiore di San Satiro e del tiburio grande della nuova chiesa di Santa Maria. Il 7 maggio dello stesso anno Antonio Raimondi s'impegna a dipingere le volte del braccio destro del transetto e in novembre, il medesimo pittore e Antonio da Pandino, sono incaricati di dipingere in oro e azzurro tutta la volta e l'arco fra la vecchia chiesa di San Satiro e la nuova chiesa di Santa Maria, ovvero le volte del braccio sinistro del transetto.
Numerose campagne di restauro eseguite tra il XVII e il XX secolo hanno modificato notevolmente l'assetto decorativo originario della chiesa. Già la visita pastorale di Federico Borromeo nel 1611 sottolineava la cattiva condizione dell'intonaco dei pilastri "corrosi dalla vetustà". Nel 1686 sono infatti documentate le prime opere di restauro riguardanti il rifacimento degli intonaci e la realizzazione di nuove tinteggiature e dorature. Verso la fine del Seicento si pone mano alle pareti del transetto e agli inizi del secolo successivo si intraprendono lavori alle volte della navata maggiore e del transetto coprendo completamente con della pittura a calce tutte le decorazioni a cassettoni. Nel XIX secolo proseguono i restauri all'interno dell'edificio. Nello specifico nel 1830 i pittori Sandro Velzi e Carlo Fontana, dopo aver asportato tutto l'intonaco dalle volte, rifanno ad affresco le decorazioni sulla base dei motivi rinvenuti. Fra il 1832 e il 1834, su progetto di Felice Pizzagalli, si modificano le finestre nelle testate dei transetti aprendo le nuove luci di forma circolare. Fra il 1920 e il 1924, fra varie opere di risanamento, si realizza un nuovo restauro delle decorazioni e degli intonaci all'interno della chiesa. Dopo altri interventi nel Dopoguerra agli intonaci, fra il 1983 e il 1992 è stata avviata una nuova campagna di restauro che ha portato a operazioni di pulizia e consolidamento e con la quale si è cercato di mantenere memoria, laddove possibile, anche dei vari restauri passati.
È proprio con questi ultimi interventi che sono emerse le notevoli decorazioni ad affresco delle lunette delle navate laterali, attribuite dalla critica al pittore Ambrogio da Fossano detto il Bergognone e alla sua bottega. Artista che nell'edificio si era occupato, verso la fine del XV secolo, della realizzazione di un'importante campagna decorativa di cui, prima del rinvenimento di queste opere, restavano solo gli affreschi con santi e sante staccati in più fasi, nella seconda metà del XIX secolo, dalle nicchie del transetto e trasferiti successivamente alla Pinacoteca di Brera. Negli stesi restauri sono stati recuperati anche i tondi con l'Arcangelo Gabriele e la Vergine Annunciata sopra le porte del transetto, dei quali i documenti non ci restituisco informazioni, ma che potrebbero essere stati verosimilmente realizzati successivamente all'apertura delle due porte nel secondo decennio del XVI secolo. Per questi affreschi sono stati avanzati dalla critica riferimenti con l'opera di Bernardino Lanino con una proposta di dazione entro il secondo quarto del XVI secolo.
Collocazione
Milano (MI), Chiesa di S. Maria presso S. Satiro
Credits
Compilazione: Barbieri, Alessandro (2016)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/1j560-00068/
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