Decorazione plastica della sacrestia

Bramante, Donato; Fonduli, Agostino

Decorazione plastica della sacrestia

Descrizione

Identificazione: Oculi ciechi

Autore: Bramante, Donato (1444-1514), progettista/ architetto; Fonduli, Agostino, plasticatore

Cronologia: post 1482 - ante 1483

Tipologia: pertinenze decorative

Materia e tecnica: stucco; stucco / modellatura a stampo; stucco / incisione; stucco / intaglio; stucco / intonacatura; terracotta; terracotta / stampo

Descrizione: Il piano inferiore della sacrestia di Santa Maria presso San Satiro è scandito da un doppio ordine architettonico. L'ordine minore è costituito da nicchie, alternatamente piatte e concave, inquadrate da archi sorretti da semplici fasce - senza basi e capitelli - ritmate solamente da una trabeazione formata da più cornici in stucco e in cotto che si intervallano profilando un fregio percorso da motivi a cespi fogliacei. Negli archi le nicchie piatte esibiscono oculi ciechi, mentre nei catini quelle concave riportano un grande motivo a valva di conchiglia. Si differenzia dalle altre la nicchia di sud-ovest che, essendo stata l'antico accesso dell'ambiente, si presenta più profonda e con l'archivolto e il catino ornati a lacunari digradanti. Determinano l'ordine maggiore alte lesene a libro, in stucco, decorate a candelabre proponenti sinuosi rameggi vegetali terminati da bacche e infiorescenze. Esse, impostate su basi in pietra, sono terminate da capitelli, anch'essi in pietra, scanditi da variati elementi decorativi a carattere fitomorfo, zoomorfo e antropomorfo. Conclude l'ordine maggiore un'elaborata trabeazione.

Notizie storico-critiche: La sacrestia della chiesa di Santa Maria presso San Satiro fu progettata da Donato Bramante e realizzata sotto la supervisione dell'architetto almeno a partire dal 1482. Nel 1483 doveva essere certamente completata se, l'11 marzo di quell'anno, Agostino Fonduli s'impegna a realizzare, entro l'inizio del mese di maggio, un fregio grande composto da otto teste e sedici riquadri con putti: parte delle decorazioni fittili documentate del noto plasticatore per la chiesa milanese e unanimemente riconosciute dalla critica come elementi ornamentali da destinarsi alla sacrestia.
Alcune trasformazioni all'ambiente sono state attuate nel corso del XIX secolo. Nel 1841 l'architetto Felice Pizzagalli si occupò della sistemazione dell'accesso, tamponando l'entrata originaria che dava verso locali attigui alla chiesa. Furono però del 1856 le modifiche più significative operate dall'architetto Giuseppe Vandoni in occasione dell'adattamento dell'antica sacrestia a battistero. Venne infatti in quell'occasione aperto un nuovo ingresso, sfondando una nicchia del lato nord-ovest, e creato un corridoio per collegare l'ambiente direttamente con la chiesa a livello della seconda campata della navata destra. All'interno furono sostituite da Paolo Gozzoli le originali basi in cotto con elementi in pietra di Viggiù e furono rifatte buona parte delle decorazioni delle lesene e degli intonaci delle nicchie. Nella parte superiore venne ricostruito il corridoio passante che si presentava parzialmente chiuso da murature, si rimaneggiò l'intonaco delle volte e si consolidò il lanternino. Nel 1857, dopo aver rifatto il pavimento a mosaico con motivi decorativi ottagonali, fu collocato al centro dell'ambiente il nuovo fonte battesimale. Dopo un secolo, nel 1957, nuovi restauri affidati al Genio Civile sono stati finalizzati all'eliminazione di locali di servizio attigui e all'interno della struttura è stato nuovamente sostituito il pavimento con l'attuale in marmo rosso di Verona. A opera di Franco Milani si è proceduto anche a una pulitura di tutte le decorazioni, sia in stucco che in cotto, pesantemente annerite dalle verniciature ottocentesche. Pure gli intonaci della volta sono stati rifatti eliminando le partiture a cerchi decrescenti.

Collocazione

Milano (MI), Chiesa di S. Maria presso S. Satiro

Credits

Compilazione: Barbieri, Alessandro (2016)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).