Le capinere

Longoni, Emilio

Le capinere

Descrizione

Identificazione: Due suore osservano un nido

Autore: Longoni, Emilio (1859/ 1932)

Cronologia: post 1884

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su tela

Misure: 170 cm x 110 cm

Notizie storico-critiche: L'opera è nota anche sotto altri titoli: Le monachine; Monachine che osservano un nido; Il nido. Entrò nelle raccolte ospedaliere con l'eredità di Emilio Zonda nel 1931 ed è elencata con l'attribuzione a Segantini al foglio 12 del testamento (col titolo Monachine in contemplazione) e al foglio 28 dell'Inventario dei beni del testatore (col titolo Capinere). Era ritenuto il quadro più importante della raccolta, tanto che veniva valutato 10.000 lire (contro le 1000 di un Favretto e le 500 di un Palizzi). Nonostante la certezza espressa dalle carte testamentarie, il dipinto è stato al centro di una serrata "querelle" attributiva, che vede opporre al riferimento tradizionale il nome di Emilio Longoni. Il primo a formularlo fu Giorgio Nicodemi, fonte particolarmente attendibile per la sua accertata conoscenza diretta del Longoni. Fino al 1956, data in cui l'opera venne sbrigativamente esclusa dallo studioso dal catalogo di Segantini e trasferita in quello di Longoni, l'attribuzione tradizionale non aveva sollevato alcuna perplessità anzi, aveva addirittura l'avallo ufficiale di Gottardo Segantini, figlio del pittore, che aveva affermato che le Capinere costituivano in origine la sezione superiore di un unico dipinto, diviso in due parti da Segantini stesso. La tela complementare sarebbe il Pastore addormentato, noto attraverso varie redazioni (cfr. Quinsac, I, 1982, pp. 236-241). La Quinsac, cui si deve la più argomentata discussione sul dipinto in esame, ha ricostruito attraverso la testimonianza del nipote di Longoni la vicenda al centro della quale l'opera si venne a trovare, vicenda nota anche al Nicodemi. Stando alla versione fornita dalla fonte familiare, la tela sarebbe stata dipinta dal Longoni negli anni del suo stretto sodalizio con Segantini, a Carella o a Pusiano, dove i due artisti lavoravano spesati da Vittore Grubicy. Quest'ultimo avrebbe apposto al dipinto di Longoni la sigla di Segantini, per ragioni mercantili, provocando però l'indignazione del Longoni che davanti a questo ingiusto affronto avrebbe non solo rotto la collaborazione con Segantini e il contratto con Grubicy, ma anche l'amicizia che lo legava al collega. Conoscendo le disinvolte abitudini di Grubicy, che aveva imposto come clausola contrattuale quella di disporre a suo arbitrio della firma di Segantini, tale ricostruzione ha tutti i caratteri della verosimiglianza. E, aggiunge la Quinsac, viene ulteriormente confermata dalla presenza a destra del dipinto della sigla ancor oggi distinguibile.
Ma non è solo sulla base di queste testimonianze che la paternità di Segantini va esclusa: anche l'analisi stilistica, che la Gozzoli dichiarava insufficiente a dirimere la questione a causa dello stretto rapporto che legava, alla data presumibile dell'opera, i due giovani artisti con conseguente reciproca influenza, sembra invece parlare a favore del riferimento a Longoni. La Quinsac sottolinea la forte volumetria delle immagini, la loro sicurezza di modellazione, la gamma cromatica giocata su netti contrasti: elementi che corrispondono meglio allo stile di Longoni negli anni verso il 1884, data ipotizzabile per questo dipinto, piuttosto che a Segantini, la cui crescita segue ritmi diversi e più lenti rispetto alla più precoce maturazione del Longoni.
L'esistenza di un pastello sicuramente eseguito da Segantini e del tutto corrispondente alle Capinere (cfr. Quinsac, 1982, II, p. 401) non è argomento probante ai fini dell'attribuzione, vista la consuetudine dell'artista di riprendere "a posteriori" opere già terminate, probabilmente per una più facile commercializzazione dei disegni o dei pastelli rispetto alle tele.

Collocazione

Provincia di Milano

Ente sanitario proprietario: Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico

Credits

Compilazione: Misserini, Eraldo (2005)

Aggiornamento: Cassinelli, Daniele (2007); Rebora, Sergio (2007); Bortolotti, Carlotta (2009)

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