Sant'Orsola e il martirio delle undicimila vergini

scuola ferrarese

Sant'Orsola e il martirio delle undicimila vergini

Descrizione

Ambito culturale: scuola ferrarese

Cronologia: post 1550 - ante 1599

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 159 cm x 133 cm (tela); 14 cm (cornice)

Descrizione: quadro di forma rettangolare costituito da tela e cornice lignea a foglia d'oro

Notizie storico-critiche: e' del tutto evidente che l'ambito artistico, l'epoca di esecuzione e forse anche l'autore dell'opera siano i medesimi del dipinto "La strage degli innocenti", conservato nella medesima sala al piano nobile del palazzo direzionale dell'Ospedale Sant'Anna. Analogie stilistiche innanzitutto e regole compositive per organizzare la scena, sino al ricorso di medesimi elementi confermano la natura del dipinto, originato da un'opera letteraria del Duecento. Jacopo da Varazze, frate domenicano, racconta del martirio di una principessa bretone e delle fanciulle al suo seguito nel capitolo "Le undicimila vergini" dell'opera "Legenda Sanctorum" o "Legenda Aurea", scritta tra il 1255 e il 1266.
Orsola è una figura di santa celebrata soprattutto nel Medioevo grazie all'incrollabile fermezza nella fede spinta sino al martirio. La sua vicenda ha attraversato i secoli tra storia e leggenda, ispirando le composizioni di letterati, musicisti ed artisti del colore; tra questi ultimi, il fiammingo Memling (1434 - 1494), Carpaccio (1460 circa - 1525/1526), Tintoretto (1518 - 1594) e Caravaggio (1571 - 1610).
La storia racconta di una bella principessa, Orsola, figlia del re cristiano della Britannia. Onesta e sapiente, visse consacrando le proprie scelte di vita al Signore quando fu desiderata dal potente, e prepotente, re d'Inghilterra come sposa del proprio figlio.
I messaggeri mandati dal re ricevettero il rifiuto del padre di Orsola che, per quanto, non rifiutò la richiesta di matrimonio dopo esser stata in tal senso ispirata in una visione avuta in sogno, alla condizione di avere accanto dieci vergini che le garantissero compagnia e consolazione nel corso di un devoto pellegrinaggio, accanto ad altre mille vergini per sé e per ciascuna delle altre. Quindi le navi da preparare per la folta schiera di fanciulle, tre anni di tempo per predisporsi alla nuova vita e la conversione alla fede cristiana del promesso sposo, nella speranza che potesse poi addivenire a comprendere la sua vocazione e avesse quindi rinunciato al proposito di averla in sposa.
Accettate le condizioni, si dette corso ai preparativi, mentre da ogni parte della terra giunsero le vergini a raccolta. Sotto la guida di Orsola, l'immenso corteo si mise in viaggio varcando il mare al Canale della Manica con una flotta di undici navi. La flotta approdò in Gallia, e risalendo il corso del Reno giunse alla Svizzera; Orsola e il suo seguito continuarono il pellegrinaggio spingendosi sino a Roma, raccogliendo schiere di fedeli.
Cosicché di ritorno, giunte a Colonia a quel tempo assediata dagli Unni, le vergini furono assassinate dai barbari. Orsola fu prima risparmiata da Attila che, colpito dalla sua bellezza, la volle in sposa; poi, al rifiuto opposto al tiranno dallo stesso fu trafitta con una freccia.
Questa la leggendaria vicenda narrata dalle fonti, ma il martirio di Orsola e delle vergini ha un fondamento storico nella Colonia dell'VIII secolo, quando furono rinvenute nei dintorni di una chiesa dedicata ad alcune vergini le reliquie di fanciulle. Tra i nomi riportati quello dell'undicenne Orsola, in latino undecimilia, dato trascritto con il numero romano XI accompagnato da un piccolo segno così da determinare col numero trasformato la nascita della leggenda delle undicimila vergini (Wilhelm Levinson, Das Werden der Ursula-Legende, Köln 1928).
Nel dipinto l'artista mette in scena la tragedia dell'uccisione delle vergini che, sappiamo, avviene all'arrivo a Colonia, cui non pare corrispondere la scenografica ambientazione piuttosto riconducibile a un ampio scenario marino. Vi si leggono gli elementi inconfondibili: la linea di costa che si innalza con primi rilievi perdendosi all'orizzonte, avamposti fortificati, torrioni e muraglie su cui si frangono le onde a ridosso del porto, centrale, nel quale sono giunte le imbarcazioni tra le quali un poderoso galeone. Il primo piano della linea di battigia è tutto un tripudio infernale di lotta impari tra i soldati e le vergini, tra il rotear di sciabole e lo scomposto tentativo di sfuggire al massacro. Si ode in quello sconquasso il sinistro frastuono dell'aggressione, tra le urla bestiali degli aguzzini e le grida delle donne straziate.
L'atmosfera è cupa, il cielo movimentato con nubi che si sovrappongono minacciose, mentre dal centro illuminato da una luce celestiale si allarga quasi con frenesia una moltitudine di angeli pronti ad offrire la palma del martirio alle giovani vergini, forse l'elemento compositivo che più rimanda a La strage degli innocenti

Collocazione

Provincia di Como

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Lariana

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2009); Simioli, Adele (2009)

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