Salita di Cristo al monte Calvario

ambito lombardo

Salita di Cristo al monte Calvario

Descrizione

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1575 - ante 1599

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 350 cm x 170 cm (tela); 8 cm (cornice)

Descrizione: quadro di forma rettangolare costituito da tela e cornice lignea dipinta a foglia d'argento

Notizie storico-critiche: Il dipinto, attribuito ad un autore ignoto di scuola bergamasca o bresciana (Augusto Colombo, 1965), e datato alla fine del Cinquecento, rappresenta un episodio biblico della Passione di Gesù con connotati molto espressivi. Salendo al Calvario Gesù incontra Veronica che, mossa da compassione, con gesto di carità cristiana gli asciuga il volto con un panno di lino. Il volto sofferente di Gesù vi rimane impresso.
La scena rappresentata su una tela di grandi dimensioni è ricondotta attraverso il lungo corteo al seguito di Gesù che, dalle lontane linee che definiscono un rilievo montuoso, si distribuisce con andamento pressoché lineare sino al primo piano dominato dai principali personaggi. A capo del corteo due soldati a cavallo, l'uno nell'atto di suonare un corno, l'altro è rivolto verso Gesù e, tenendo una bandiera rossa con l'acronimo SPQR mossa dal vento, rappresenta le figure del potere della Repubblica Romana, il Senato e il popolo. Accanto è Gesù che, scalzo e affaticato per la pesante croce, si rivolge all'indietro verso Veronica che gli si fa incontro con l'ampia pezza di lino bianca con cui di lì a poco gli asciugherà il volto insanguinato.
Attorno si svolgono le concitate mosse di altri soldati, a controllare la massa di fedeli distribuiti lungo il percorso, sino a perdersi nelle indefinite figure che si ammassano all'orizzonte, confondendosi nella moltitudine di lancieri a cavallo, i cavalieri talvolta con armatura, altre abbigliati con dignitose vesti e copricapi.
Gesù è raffigurato come nella consuetudine iconografica con la barba, i capelli lunghi e l'aureola, appena percepibile. Il capo è cinto da una corona di spine che trafiggono il volto, segnato da rivoli di sangue e nei suoi capelli affondano le mani di un uomo che, afferrandone le ciocche, tengono stretto un cappio attorno al collo di Cristo, a trascinarlo.
La rappresentazione di Veronica ne coglie il fianco, suggerendone il movimento del resto affermato dalle mani e dalle braccia, tese ad allungare il panno in un gesto di compassionevole affetto sul viso di Gesù. Subito appresso a Veronica è la figura disperante della Madonna, aureolata. Avvolta da un mantello scuro su una tunica rossa avanza verso il figlio, si allunga premurosa con le mani tentando di raggiungerlo, l'espressione del volto segnato dalla drammaticità del momento, singhiozzante in lacrime di dolore.
Seguono poi le figure aureolate di San Giovanni Evangelista, descritto come un giovane senza barba nell'atto di alzare le braccia al cielo, e due donne a capo chino, imploranti.
Tutto questo appare di limpida chiarezza e di tragica caducità; è la sconfitta del bene e il trionfo del male?
La scena è rappresentata in un ampio paesaggio privo di vegetazione, pervaso da una cupa luce che mette in rilievo la drammaticità di questo episodio della Passione, emblematico della sofferenza e della determinazione di Cristo nel compiere il proprio cammino di salita al Golgota cui è contrapposta la violenza e la malvagità dei suoi carnefici che lo strattonano, lo trascinano, lo frustano, lo irridono senza tregua

Collocazione

Provincia di Como

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Lariana

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2009); Simioli, Adele (2009)

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