Ritratto maschile di Galeazzo Visconti

ambito lombardo

Ritratto maschile di Galeazzo Visconti

Descrizione

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1700 - ante 1799

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 89 cm x 102 cm (tela)

Descrizione: Dipinto ad olio su tela di formato rettangolare con orientamento verticale, dotato di cornice lignea di colore scuro. L'opera costituisce il ritratto di Galeazzo Visconti, qui raffigurato di tre quarti, con lo sguardo rivolto verso sinistra; la mano sinistra è appoggiata sul fianco, con quella destra sostiene un bastone di legno. L'uomo indossa un'armatura metallica con bordi dorati, decorata sul petto con il simbolo del casato, il biscione che mangia il bambino; in vita porta una cintura rossa con passanti e fibbia decorati d'oro, a cui è agganciata la spada; di fianco a lui, sulla sinistra della composizione, l'elmo rosso con i bordi dorati. Lo sgondo è scuro, privo di decorazioni.

Notizie storico-critiche: Il presente dipinto appartiene alla collezione di opere pittoriche dell'Azienda Ospedaliera Ospedale S. Anna di Como: l'impostazione del quadro trova riscontro negli esemplari delle "Gallerie degli uomini illustri" - prima fra tutte quella comense di Paolo Giovio (1483-1552) - che, a partire dal Rinascimento, avevano avuto uno sviluppo particolare, andando incontro al gusto di una società interessata al ritratto come veicolo di autocelebrazione e conoscenza reciproca: tali raccolte di effigi di medici, canonici e nobiluomini, costituiscono oggi un patrimonio di valore storico e sociale, in quanto contribuiscono a ricostruire la storia del costume e le fisionomie dei principali personaggi della società dell'epoca.
Galeazzo Visconti (21 gennaio 1277 - 6 agosto 1328) fu signore di Milano dal 1322 al 1327: figlio di Matteo Visconti e di Bonacosa Borri, nel 1300 sposò Beatrice d'Este, figlia di Obizzo II d'Este, signore di Ferrara e Modena e vedova di Nino Visconti di Pisa, giudice di Gallura (del matrimonio parla Dante nella Divina Commedia nel Canto VIII del Purgatorio). Nel 1322 Milano lo riconobbe signore succedendo al padre; gli anni seguenti furono caratterizzati da sfibranti lotte fra le due fazioni dei Visconti e dei Della Torre, appoggiati dal papa, il che diede avvio a partire dal 1317 alla "guerra delle scomuniche" con il pontefice che scomunicò l'intera famiglia dei Visconti accusandoli di eresia. Nel 1325 conquistò Monza e vi fece edificare il Castello Visconteo. Il 5 luglio 1327 l'imperatore destituì Galeazzo e lo fece incarcerare nella prigione dei Forni nel Castello di Monza (che egli stesso aveva fatto costruire pochi anni prima) con i fratelli Giovanni e Luciano con l'accusa di omicidio del fratello Stefano: il 25 marzo 1328 Galeazzo venne liberato e partì per Lucca, ma le discordie con l'imperatore tedesco e con i fratelli ed infine il carcere fecero cadere Galeazzo in uno stato di profonda frustrazione. Egli morì a Pescia il 6 agosto dello stesso anno (la moglie Beatrice gli sopravviverà fino al 15 settembre 1334); gli succederà il figlio Azzone che sarà nominato vicario imperiale il 15 gennaio 1329.

Collocazione

Provincia di Como

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Lariana

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2009); Raimondo, Valentina (2009)

Aggiornamento: Uva, Cristina (2012)

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