Silvia (Maternità)

Messina, Francesco

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Silvia (Maternità)

Descrizione

Identificazione: Giovane donna incinta

Autore: Messina, Francesco (1900-1995), esecutore

Cronologia: post 1934

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: bronzo

Misure: 49 cm x 165,5 cm (scultura); 60 cm x 52,5 cm x 5 cm (base rettangolare)

Descrizione: L'opera è una rappresentazione a figura intera di una giovane donna incinta, che poggia scalza su un basamento quadrato, il piede sinistro leggermente avanzato. La ragazza, vestita di un sottile abito incrociato sul petto, con le maniche arrotolate e lungo fino al ginocchio, mostra la gravidanza appena accennata, sottolineata anche dalla posizione delle braccia che ricadono morbide lungo il bacino, appoggiandosi sulle coscie della giovane e convergendo leggermente verso il centro. Il volto appare sollevato e leggermente girato verso sinistra, i capelli raccolti in un'ampia crocchia dietro la nuca e lo sguardo dritto avanti a sè, con la la bocca socchiusa.

Notizie storico-critiche: Esposta per la prima volta nel 1935 alla "II Quadriennale d'Arte Nazionale" di Roma, la scultura fu acquistata dall'industriale Achille Invernizzi e da quest'ultimo donata a Benito Mussolini, che nel 1938 la collocò presso l'allora Istituto Ospitaliero Provinciale per la Maternità, l'attuale Ospedale Macedonio Melloni.
L'opera raffigura Silvia, sorella di "Napoli", un bambino figlio di pescatori che Messina ha più volte ritratto nel suo periodo di permanenza a Sestri Levante, caratterizzato da un maggior realismo nella scelta dei soggetti, nella loro caratterizzazione sociale e psicologica, resa con forme semplici e chiare che restituivano fedelmente la "verità" degli individui: l'artista ha infatti sempre ricercato la natura umana dei suoi soggetti partendo dall'osservazione dell'esperienza quotidiana, poi filtrata dalla propria originale personalità secondo la formulazione di uno scultore da lui molto ammirato, Edgar Degas. I risultati più profondi e limpidi di questa espressione plastica, Messina li ha così ottenuti di fronte alla realtà più spontanea, al naturale apparire e vivere dei corpi dei suoi ritratti, in tutta la fisicità dei loro muscoli e arti, tesi o abbandonati sotto la luce (Russoli, 1971).
Familiarmente la scultura veniva chiamata da Messina "Silvia grande" per differenziarla dall'altra scultura con lo stesso soggetto ma di dimensioni più ridotte e in una posa leggermente diversa, con una mano che si tiene l'altro braccio, più immediata e mossa mentre qui appare grave e ieratica (Paolucci, 1997): in questa versione la ragazza è incinta, le mani distese lungo il corpo e leggermente convergenti verso il basso sottolineano la rotondità dell'iniziale gravidanza, portata con fierezza pur nella sua semplicità. La ragazza appare scalza, con indosso una leggera veste dalle maniche arrotolate, la bocca sottilmente aperta quasi a voler parlare che infonde alla scultura un realismo toccante, facendo risaltare la natura mansueta e dolce della giovane popolana (Orengo-Ragazzi, 2002).

Collocazione

Provincia di Milano

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Fatebenefratelli e Ospedale Sacco

Credits

Compilazione: Uva, Cristina (2009)

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