Ritratto di Giovanni Battista Lupo

ambito veneto

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Ritratto di Giovanni Battista Lupo

Descrizione

Ambito culturale: ambito veneto

Cronologia: post 1695

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 74 cm x 98 cm (intero); 102 cm x 131 cm (cornice)

Descrizione: La tela riporta il ritratto a mezza figura di un uomo con il volto ruotato di tre quarti verso sinistra ma con lo sguardo fisso verso lo spettatore. Porta lunghi capelli scuri e indossa abiti religiosi composti da una bianca camicia che si intravede sotto la giacca scura portata sbottonata dal petto in giù. Intorno al collo alto è fissata una facciuola con bordi chiari. L'uomo poggia le mani su di un tavolino posto di fronte a sé e del quale si vede solo una piccola parte del piano d'appoggio; la mano destra, arricchita con un anello da mignolo, impugna una penna a piuma, mentre la sinistra, non ben definita, ricade abbandonata sul tavolo. Nella parte superiore del dipinto, a sinistra, è inserita un'iscrizione documentaria in lettere capitali. Il dipinto è arricchito da una cornice lignea dorata, dipinta, con terminazione fitomorfa in forma di volute contrapposte, annodate da foglie d'acanto.

Notizie storico-critiche: L'opera appartiene a quella ricca serie di ritratti fatti eseguire per onorare chi nel corso dei secoli ha beneficiato a vario titolo gli enti sanitari e le opere di carità locali con lasciti testamentari e donazioni, poi confluite nell'attuale ente ospedaliero: gli ospedali contavano infatti moltissimo sulla vena di compiacimento che poteva scaturire in chiunque all'idea di vedersi ritratto e riconsegnato per sempre alla storia con l'immagine di un benefattore, senza dimenticare che le erogazioni avevano altresì una funzione pubblicitaria e di incentivazione per altri eminenti cittadini a fare lo stesso.
La tela rientra nella categoria dei ritratti "puri", ovvero in quelli nei quali il modello emerge da un fondale neutro, elemento che porta l'osservatore a incanalare l'intera sua attenzione sull'effigiato. Essendo un segno d'identità, spesso i ritratti vengono accompagnati dal nome del soggetto rappresentato e da altre informazioni riferite a lui o alla tela come, nel presente caso, la data d'esecuzione del ritratto stesso. L'opera si presenta come il tipico ritratto d'apparat - ovvero di rappresentanza, spesso di destinazione tipicamente politica - in voga tra la fine del '600 e il secolo successivo, nel quale i tratti fisionomici assumono la stessa importanza degli accessori raffigurati e della scelta degli abiti, tutti elementi che servono per identificare la classe sociale alla quale appartiene l'effigiato.
La tela ritrae Giovan Battista Lupo, XXII benefattore dell'Ospedale Maggiore di Crema, il quale, nel 1695, lasciò cospicui fondi al Nosocomio fondato nel 1351: l'uomo viene qui raffigurato con una piuma nella mano destra, probabile allusione alla sua intensa attività di giurista e teologo, che lo portò anche a scrivere numerosi testi tra i quali vale la pena citare "De usuris et commerciis illecitis" del 1577 e "De illegittimis et de natalibus restitutis liberis" del 1611. L'ignoto autore di ambito veneto realizza quindi un'opera che, pur attardandosi in forme proprie della ritrattistica seicentesca di ambito ufficiale, già si proietta verso le novità settecentesche.

Collocazione

Provincia di Cremona

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Crema

Credits

Compilazione: Casarin, Renata (2009)

Aggiornamento: Allievi, Valeria (2012); Uva, Cristina (2012)

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