Ritratto di Eleonora Gambara

scuola bergamasca

Ritratto di Eleonora Gambara

Descrizione

Ambito culturale: scuola bergamasca

Cronologia: post 1821

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 100 cm x 148 cm (intero); 123 cm x 171 cm (cornice)

Descrizione: La tela riporta una donna seduta all'interno di una stanza su di una sedia con braccioli in forma di collo di cigno, la quale regge un fazzoletto nella mano sinistra e una penna nella destra. È ripresa di tre quarti, con il corpo rivolto verso sinistra ma il volto ruotato a destra. I capelli ricci sono raccolti in una cuffia chiara e indossa un discreto numero di gioielli; dai lobi pendono orecchini in oro, al collo porta un giro di perle e la mano sinistra è adornata da un anello. Indossa una camicia bianca in seta sotto ad una lunga veste rossa dal cui bordo inferiore spuntano i piedi calzati da scarpe scure. Accanto a lei, nell'angolo sinistro della tela, si trova un tavolo-scrittoio ricoperto da un ricco tessuto decorato sul quale sono poggiati dei libri, un calamaio e un tagliacarte. Il mobilio della stanza si completa con un armadio posizionato sulla parete di fondo. Nella parte inferiore del dipinto, infine, è inserita un'iscrizione documentaria in latino e in lettere capitali. Il dipinto è provvisto di cornice dipinta di verde, impreziosita da foglia d'oro.

Notizie storico-critiche: L'opera appartiene a quella ricca serie di ritratti fatti eseguire per onorare chi nel corso dei secoli ha beneficiato a vario titolo gli enti sanitari e le opere di carità locali con lasciti testamentari e donazioni, poi confluite nell'attuale ente ospedaliero: gli ospedali contavano infatti moltissimo sulla vena di compiacimento che poteva scaturire in chiunque all'idea di vedersi ritratto e riconsegnato per sempre alla storia con l'immagine di un benefattore, senza dimenticare che le erogazioni avevano altresì una funzione pubblicitaria e di incentivazione per altri eminenti cittadini a fare lo stesso.
La contessa Eleonora Gambara, moglie di Faustino Griffoni di Sant'Angelo (erede del conte Flaminio Griffoni, appartenuto al patriziato cremasco - v. scheda n. 3o210-01003), nel 1820 lasciò gran parte dei suoi averi all'Ospizio degli Incurabili che, proprio grazie a questo lascito, riuscì ad ampliare la sua ricettività portando i posti letto a 16 per gli uomini e a 7 per le donne. La tela appare perfettamente in linea con la ritrattistica commemorativa ottocentesca nella quale l'effigiato viene posto all'interno di un ambiente dal carattere domestico, al fine di mettere in evidenza la sua scelta di condurre una vita seria e ponderata. La presente opera è da riferirsi, per le notazioni realistiche del ritratto, che tende a veicolare, attraverso l'adesione alla verosimiglianza fisionomica, anche il carattere psicologico dell'effigiata, alla scuola bergamasca, la quale vede i suoi massimi rappresentanti in Paolo Bonomini, Antonio Cifrondi e Fra Galgario.

Collocazione

Provincia di Cremona

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Crema

Credits

Compilazione: Casarin, Renata (2009)

Aggiornamento: Allievi, Valeria (2012); Uva, Cristina (2012)

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