Ritratto di Flaminio Griffoni

scuola bergamasca

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Ritratto di Flaminio Griffoni

Descrizione

Ambito culturale: scuola bergamasca

Cronologia: post 1620

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 97 cm x 156 cm (intero); 119 cm x 179 cm (cornice)

Descrizione: La tela riporta il ritratto di un uomo di tre quarti in piedi di fronte a un tavolo ricoperto da un tovaglia con motivi decorativi a zig-zag, sul quale è posizionato un piccolo stipo munito di tre cassettini. L'ultimo in basso è aperto e mostra, all'interno, diverse monete, mentre altre sono disposte in due mucchietti sul tavolo. L'uomo, con folta barba scura, indossa una camicia d'organza bianca della quale si notano, sotto la tunica nera, solo il colletto e i polsini risvoltati. Tiene indice e medio della mano destra appoggiati al tavolo, mentre la sinistra è sollevata e regge un lettera. Nella parte inferiore del dipinto, infine, è inserita un'iscrizione documentaria in latino e in lettere capitali.

Notizie storico-critiche: L'opera appartiene a quella ricca serie di ritratti fatti eseguire per onorare chi nel corso dei secoli ha beneficiato a vario titolo gli enti sanitari e le opere di carità locali con lasciti testamentari e donazioni, poi confluite nell'attuale ente ospedaliero: gli ospedali contavano infatti moltissimo sulla vena di compiacimento che poteva scaturire in chiunque all'idea di vedersi ritratto e riconsegnato per sempre alla storia con l'immagine di un benefattore, senza dimenticare che le erogazioni avevano altresì una funzione pubblicitaria e di incentivazione per altri eminenti cittadini a fare lo stesso.
Il dipinto ritrae il conte Flaminio Griffoni da Sant'Angelo, nobile cremasco eletto nel 1607 amministratore dell'Ospedale Maggiore di Crema, e deceduto nell'ottobre 1620, dopo la morte dei carissimi figli e della moglie Laura, come viene ricordato nell'iscrizione commemorativa situata nella parte bassa del dipinto, in cui il conte viene lodato per le sue virtù caritatevoli verso i poveri, i carcerati e gli orfani, nonché per la pietà dimostrata nei confronti dei sacerdoti e della Chiesa. Interessante è notare che, prima e dopo di lui, anche altri rappresentanti della medesima famiglia ricoprirono la carica di ammistratore ospedaliero, a testimonianza del fatto che, indipendentemente delle indicazioni presenti nell'atto costitutivo e nei successivi statuti, nella pratica di fatto esisteva una sorta di privilegio ereditario nel governo dell'ente.
Il dipinto rientra nel genere ritrattistico di scuola bergamasca seicentesca per i riferimenti naturalistici coniugati con il tipo di ritratto cosiddetto d'apparat, nel quale rivestono grande importanza gli abiti e gli accessori, nonchè la descrizione dell'ambiente che sottolinea lo status sociale dell'effigiato. I riferimenti stilistici più evidenti sono i famosi pittori bergamaschi Carlo Ceresa e Gian Paolo Cavagna. Interessante è poi notare che l'iscrizione commemorativa del soggetto, al fine di non invalidare l'illusione tridimensionale offerta dal dipinto, è stata qui inserita all'interno di una sorta di parapetto dipinto, oltre il quale si posiziona l'effigiato nell'atto di accostarsi ad un piccolo stipo, appoggiato su un tavolo.
Nella quadreria dell'Ospedale Maggiore di Crema si conserva un dipinto che ritrae un altro erede della famiglia Griffoni (v. scheda n. 3o210-00995).

Collocazione

Provincia di Cremona

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Crema

Credits

Compilazione: Casarin, Renata (2009)

Aggiornamento: Allievi, Valeria (2012); Uva, Cristina (2012)

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