San Girolamo

Langetti Giovanbattista (bottega)

San Girolamo

Descrizione

Autore: Langetti Giovanbattista (bottega) (1635(?)-1676), esecutore

Cronologia: post 1650 - ante 1674

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 105 cm x 110 cm (intero); 135 cm x 135 cm (cornice)

Descrizione: La tela rappresenta, su di uno fondo scuro, San Girolamo con il volto rivolto verso destra e il busto ruotato di tre quarti nella stessa direzione. La mano sinistra, intorno al cui braccio è avvolta parte della veste, è portata teatralmente al petto, mentre la destra è sollevata, con il dito indice puntato verso l'alto. Alla nudità del busto si contrappone l'ampiezza della veste che cinge il corpo del santo dalla vita in giù.

Notizie storico-critiche: La tela rappresenta un tema caro nell'età controriformista, poiché il soggetto si presta a ispirare al fedele devozione e umiltà verso gli insegnamenti della chiesa. Girolamo, nato nei pressi di Aquileia, in Dalmazia, nel 347, da una nobile famiglia cristiana, viene educato nelle lettere e, dopo aver ricevuto il battesimo, viaggia molto per mantenere saldi i rapporti con studiosi e teologi. Maturata la decisione di farsi monaco, si ritira per alcuni anni a vita eremitica nel deserto e, una volta tornato nel mondo, collabora con la sede papale e si dedica ad un'intensa attività letteraria.
La sua storia iconografica inizia nel VII secolo e, con il passare del tempo, si lega sempre più alla leggenda piuttosto che alla tradizione agiografica del Santo. Di iconografie di Girolamo ne esistono principalmente due: una che lo ritrae come letterato, intento a vergare carte e, un'altra, che lo ritrae nel pieno della sua fase eremitica. Il dipinto in questione pare maggiormente legato a questo secondo gruppo di immagini, sebbene il Santo appaia con uno solo dei suoi attributi, ovvero il manto rosso cardinalizio riferito all'interpretazione che si diffonde nel Medioevo, in base alla quale, per essere diventato segretario del papa, Girolamo doveva essere stato un cardinale. Mancano, invece, tutti gli altri attributi, riferibili all'una o all'altra iconografia, o anche ad entrambe, quali il teschio, attributo di ispirazione fiamminga, la pietra, con la quale il santo soleva battersi il petto, il libro, simbolo del suo lavoro di traduzione della Bibbia dall'ebraico al latino popolare, il leone, a cui Girolamo aveva tolto una spina dal piede e che, da allora, non lo aveva più lasciato, e il cappello cardinalizio.
La scena è giocata su forti effetti chiaroscurali; una luce, la cui provenienza rimane ignota, illumina la parte destra della figura, la tempia, la spalla, parte del busto, mentre sul lato opposto il corpo del santo viene quasi risucchiato nell'oscurità. Tale atmosfera tenebrosa rotta da squarci luminosi, il pathos della rappresentazione, e il forte rilievo anatomico, inducono ad attribuire il dipinto all'ambito di Giovanni Battista Langetti, artista genovese (1635?-1676) attivo a Venezia dopo una formazione giovanile romana avvenuta presso il Cortona. Langetti è noto per essersi dedicato alla raffigurazione di personaggi biblici e mitologici, o di vecchi sapienti, con evidenti riferimenti moraleggianti, in forte assonanza con l'arte del Ribera, utilizzando un linguaggio potente ed espressivo condito da un realismo spesso brutale e patetico.
Sebbene l'iconografia non comune, l'opera sembra riferirsi ad una corrente figurativa specifica della rappresentazione di San Girolamo in dialogo con Dio, sviluppatasi nella prima metà del XVII secolo e che trova nella pittura di Nunzio Rossi uno dei suoi massimi esponenti ed autori, tra l'altro dell'opera dedicata a San Girolamo venduta all'asta dalla Blindarte di Napoli nel 2006.

Collocazione

Provincia di Cremona

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Crema

Credits

Compilazione: Casarin, Renata (2009)

Aggiornamento: Allievi, Valeria (2012); Uva, Cristina (2012)

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