Ritratto di Antonio Manenti

Rillosi, Giuseppe

Ritratto di Antonio Manenti

Descrizione

Autore: Rillosi, Giuseppe (1811-1884), esecutore

Cronologia: 1867

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 138 cm x 222.5 cm (intero)

Descrizione: Ritratto di Antonio Manenti. Il soggetto è ritratto seduto su di una poltrona, con la mano sinistra appoggiata al bracciolo e la destra tiene dei fogli di carta.
Si tratta di un ritratto realistico, nella migliore tradizione bergamasca, al cui protagonista non viene mascherata la vistosa irregolarità dei tratti del volto: emerge la fermezza nell'espressione del viso.
L'opera è inserita in una semplice cornice in legno modanato e dorato; nella parte superiore, cartiglio con iscrizione.

Notizie storico-critiche: Rillosi fu incaricato nel 1867 di eseguire il ritratto di Antonio Manenti (1785-1867), generoso benefattore in morte dell'Ospedale di Bergamo; Rillosi diede luogo ad una delle sue prove più efficaci. Il profilo biografico del personaggio aiuta senz'altro a capire le brillanti doti interpretative di Rillosi. Originario di Villongo San Filastro - per la parrocchiale commissionò a Giacomo Trècourt l'Educazione della Vergine presentata alla Carrara nel 1839 - il Manenti dopo un avvio di carriera nelle file della milizia del governo italico si diede a far fruttare il patrimonio familiare riuscendo a raddoppiare la consistenza della già cospicua liquidità lasciatagli dal fratello Giovanni. Alla morte del Manenti apparve sulle testate dei più accreditati periodici di Milano un articolo dal significativo titolo 'Un gendarme milionario' che screditava l'uomo, additandone i facili guadagni a spese della povera gente. La difesa d'ufficio dell'Ospedale di Bergamo per voce del suo presidente Alessandro Finardi non si fece attendere, essendo l'ente il destinatario unico dell'enorme fortuna del celibe Manenti, che oltre al capitale in questione vantava una residenza con annesso fondo a Boccaleone, in località Quintino, allora alle porte di Bergamo, ed a Villongo San Filastro. La maggior preoccupazione fu quella di sventare l'insinuazione che nell'attività prettamente finanziaria di "impiego a mutuo di capitali" il Manenti avesse sconfinato nell'usura, anzichè rimanere nei termini consentiti dalla legge. La documentata difesa da parte dell'Istituto ospedaliero si avvalse di precisi rendiconti, ottenuti attraverso onerose collaborazioni legali; ma ne valse la pena "di fronte a un uomo che l'ospedale benedisse come il più grande suo benefattore, non ricordando nè quattro secoli di sua esistenza un lascito di tanta rilevanza ad opera di privato". Il gradimento dell'opera di Rillosi da parte della committenza, appunto gli Istituti ospedalieri di Bergamo, fu massimo. All'artista si riconobbe ufficialmente l'abilità nel rendere con verosimiglianza assoluta il personaggio e, pare di poter aggiungere, nel suggerirne i tratti del carattere, dichiarati da quell'argutissimo sguardo indice di una connaturata scaltrezza.

Collocazione

Provincia di Bergamo

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII

Credits

Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)

Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013); Gigante, Rita (2014)

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