Paesaggio con la morte di una santa/ Aurora con schiera d'angeli

Loverini, Ponziano

Paesaggio con la morte di una santa/ Aurora con schiera d'angeli

Descrizione

Identificazione: Paesaggio

Autore: Loverini, Ponziano (1845-1929), esecutore

Cronologia: 1905

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 261 cm x 138 cm (intero)

Descrizione: Il paesaggio montuoso fà da sfondo alla scena della morte di una santa che giace sul prato raffigurata nella parte destra dell'opera. La figura indossa una veste bianca. Dall'opera traspare un senso di quiete, di silenzio, di immensità spaziale, una dimensione quasi 'metafisica'. Vi è equilibrio, staticità dell'ambientazione, autonoma ricerca sul colore, resa con pennellate dense e frante, sapidità cromatica e materica. Loverini vede nella natura la mano provvida e rassicurante di Dio e gode sinceramente della sua presenza, mediata dal silenzio delle montagne, dalla maestosità delle valli.
Il dipinto è inserito in una cornice in legno intagliato e dorato.

Notizie storico-critiche: Nato a Gandino nel 1845 in una famiglia di umili condizioni, terzogenito di Pietro Bernardo, di professione sarto, e di Florinda Mazzoleni, Ponziano Loverini cominciò i propri studi presso le scuole del paese. Ben presto i maestri si resero conto delle abilità che il ragazzo possedeva nell'ambito del disegno, e spinsero affinché il ragazzo potesse iscriversi ad una scuola che potesse affinare le sue innate doti artistiche. Si optò per l'Accademia Carrara, sita nella città di Bergamo, presso la quale era presente una scuola di pittura.
Grazie all'aiuto dello zio, don Lorenzo Loverini, che perorò la causa del nipote presso la sede dell'istituto, e di sussidi economici da parte sia del comune di Gandino, che di un fondo messo a disposizione dalla locale famiglia Castelli, al fine di aiutare negli studi i ragazzi più meritevoli appartenenti ai ceti meno abbienti, poté iscriversi ai corsi dell'anno scolastico 1858-59 e trasferirsi nel capoluogo orobico.
Negli anni successivi cominciò a ricevere riconoscimenti in ambito scolastico, tanto che nel 1869 iniziò ad esporre i suoi quadri all'esposizione didattica dell'Accademia, ricevendo ottimi giudizi.
Il suo primo dipinto, denominato il 'buon cuore', esposto all'Accademia ricevette però giudizi contrastanti dai critici d'arte del tempo.
Ben presto però il Loverini si segnalò nel panorama artistico, grazie a numerose opere a sfondo religioso, ma anche ai numerosi ritratti commissionatigli da esponenti di spicco della nobiltà lombarda.
La sua fama gli portò una sempre crescente richiesta di affreschi e dipinti, sia in chiese ed edifici religiosi, che in palazzi privati. Partecipò anche a parecchie esposizioni, tra cui Milano, Vienna e Londra, con ottimi giudizi da parte della critica e dei commissari della Accademia di cui faceva parte:
" Il Loverini si è acquistata una buona riputazione co' suoi lavori, ed il suo amore all'arte, la sua attività, ed il talento di uniformarsi al gusto moderno senza trascurare gli antichi precetti, possono meritargli distinzioni ed onorevoli commissioni, anche da alcuni dei Benemeriti Commissarii della nostra stessa Accademia. " (Enrico Scuri, direttore Accademia Carrara, 1874).
Nel 1880 si sposò con Domenica Orsola Piccinelli, dalla quale ebbe ben quattro figli: Florinda, Candida, Lorenzo ed Antonia.
Ma ben presto la vita familiare cominciò a procurargli grandi drammi, dato che due dei quattro figli morirono in tenera età, provocando in lui una grande crisi interiore. Il tutto peggiorò quando, nel 1895, venne a mancare anche la moglie.
Ma il successo era inversamente proporzionale alle vicende familiari, tanto che nel 1899 ricevette il prestigioso incarico di professore e direttore dell'Accademia Carrara.
Ricoprì tale ruolo fino al 30 giugno 1926 quando, ormai ottantenne e con problemi di salute, rassegnò le proprie dimissioni. Non avendo una buona situazione economica alle spalle, gli fu tributato un vitalizio dalla Accademia stessa, che gli garantì di passare tranquillamente gli ultimi mesi della propria vita. Morì il 21 agosto 1929 a Gandino, suo paese natale, che gli tributò grandi onori.
Nell'opera in questione gli angeli che vengono dalle valli leggeri come un soffio, di contro alla parata di monti, probabili montagne di casa, sono una reminiscenza segantiniana benchè più soave e meno rimeditata.

Collocazione

Provincia di Bergamo

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII

Credits

Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)

Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013)

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