Orazione di Cristo nell'orto di Getsemani

Silva, Francesco

Orazione di Cristo nell'orto di Getsemani

Descrizione

Autore: Silva, Francesco (1568-1641), Scultore

Cronologia: primo quarto sec. XVII

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: terracotta / pittura

Descrizione: Nove statue in terracotta, a grandezza naturale, dipinte a freddo, collocate all'interno della sesta cappella del Sacro Monte di Varese, dedicata all'Orazione di Gesù nell'orto di Getsemani.
Le sculture, realizzate da Francesco Silva probabilmente negli anni Venti del Seicento, raffigurano Gesù inginocchiato, l'Angelo con il calice della Passione, a destra di chi osserva gli apostoli addormentati Pietro, Giacomo e Giovanni, a sinistra il gruppo di Giuda e i soldati. Di particolare levatura la figura di Giuda, colpisce per l'aggressività dei gesti, che culminano nella stretta della mano del sacco rigonfio di monete, emblema del tradimento. Sul volto impietrito di Cristo si legge lo sgomento prima della cattura.

Notizie storico-critiche: Il 13 novembre 1606 viene rogata la convenzione per la fornitura di mattoni necessari alla costruzione della sesta cappella dedicata all'orazione di Cristo nell'orto. Ancora una volta il responsabile non solo della progettazione, ma anche della direzione lavori è Giuseppe Bernascone, il Mancino. Nel 1623 l'edificio risulta ultimato ma ancora privo di statue e affreschi. La decorazione pittorica interna venne eseguita da Bartolomeo Vandoni tra il 1623 e il 1630, e in parte rifatta da Gerolamo Poloni negli anni Venti del Novecento. Gli ultimi interventi di restauro, avvenuti nel 1988, hanno consentito di far luce sulle diverse campagne pittoriche che hanno interessato l'edificio nel corso dei secoli. Nel diciannovesimo secolo i volti affrescati sulle pareti sono stati rovinati e sono stati distrutti persino gli aggetti architettonici, il cornicione e le paraste. Non solo, si è e deciso anche di tamponare la finestra centrale del semicatino dopo averne aperta un'altra di dimensioni inferiori. L'assetto interno e la visione della scena dall'esterno è dunque sensibilmente cambiata. Come in tutte le cappelle dei Sacri Monti lombardi e piemontesi la possibilità di ingresso ai visitatori è preclusa, ed è possibile solo dalle aperture esterne. Il mirato intervento di restauro intrapreso nel 1988 ha cercato di salvaguardare la superficie affrescata originaria, nonostante la compromissione della superficie. Nello stesso anno la cappella è stata dotata di un impianto di illuminazione interna a tempo con accensione dall'esterno.
Nel 2003 l'intero Sacro Monte di Varese è stato riconosciuto dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, insieme ai complessi piemontesi di Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta, Varallo, e a quello lombardo di Ossuccio.

Collocazione

Varese (VA), Sacro Monte di Varese - complesso

Credits

Compilazione: Bolandrini, Beatrice (2015)

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