Ritratto di Elisabetta Sottocasa

Bianchi, Mosè

Ritratto di Elisabetta Sottocasa

Descrizione

Autore: Bianchi, Mosè (1840-1904), esecutore

Cronologia: post 1874

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 134 cm x 218 cm (tela)

Descrizione: Eseguita presumibilmente dal vero, la tela dipinta a olio ritrae a figura intera la contessa Elisabetta Sottocasa (1838-1904), moglie del cavaliere Luigi Ponti. La nobildonna, ripresa in esterno su una terrazza affacciata su di un parco, è colta nell'atto di volgersi verso il pittore mentre ancora raccoglie a sé il pesante strascico della veste da passeggio. Oltre la terrazza, una vibrante quinta vegetale fa da sfondo alla bellezza matronale della donna in abito scuro di velluto, rischiarata da un raggio di sole che illumina la dolcezza composta e triste del volto.
Senza rinunciare alla descrizione accurata e vezzosa dell'abbigliamento, il pittore si libera dai limiti di un superficiale gusto descrittivo e riesce a suggerire un legame insolito e quasi inquietante tra la figura della donna e lo sfondo, in cui le sovrapposte tonalità di verde, accanto agli azzurri chiari e scuri, lasciano intuire una vegetazione avvolgente, riflessa in uno specchio dÂ'acqua immobile e cupo, carico di suggestioni indecifrabili che annunziano, al di là del naturalismo, una precoce dimensione simbolista. I nastri di seta blu spiccano sull'acconciatura e sulle vesti mostrando un azzardo cromatico di natura scapigliata.

Notizie storico-critiche: Il dipinto, commissionato a Mosè Bianchi (1840-1904) dal cavalier Luigi Ponti e portato a termine nel 1874, viene considerato la prova più alta della ritrattistica del Bianchi, artista eclettico formatosi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, venuto a contatto con l'ambiente della scapigliatura. Dopo una serie di esperienze sulla pittura di soggetto storico, completò la sua formazione artistica soggiornando a Firenze, Roma, Venezia e Parigi, lasciandosi influenzare sia dal gusto neosettecentesco ispirato allo stile di J.L.E. Meissonier, di M. Fortuny e dalla lezione della grande pittura veneta, sia dai temi più avanzati della ricerca verista.
L'importanza di quest'opera fu immediatamente avvertita, tanto che il dipinto, esposto nello stesso anno a Brera, ottenne il prestigioso premio Principe Umberto. Qualche riserva in merito alla vittoria fu avanzata da una parte della critica, non tanto per la capacità tecnica raggiunta dall'autore che appariva fuori discussione, quanto per il genere del ritratto, considerato meno impegnativo e nobile rispetto a soggetti a tema storico e religioso. Tuttavia, in virtù di questo grande successo, la tela venne fu inviata nel 1878 all'Esposizione Universale di Parigi e riproposta poi nelle due grandi mostre retrospettive che la città di Monza dedicò al suo pittore più rappresentativo. Nel 1924, infatti, il ritratto fu esposto nella mostra realizzata in occasione del ventennale della morte di Mosè Bianchi, mentre nel 1987 venne esposto nelle sale della Villa Reale, indicandolo come la migliore prova del Bianchi ritrattista.
Del dipinto esistono due bozzetti preparatori a matita su carta, conservati presso il Civico Gabinetto dei Disegni al Castello Sforzesco di Milano, relativi allo studio della figura intera e alla raffigurazione del volto di Elisabetta Sottocasa.
L'opera rimase di proprietà della famiglia Sottocasa fino al 2001, quando venne acquisita dal Comune di Vimercate.

Collezione: Collezione del MUST Museo del territorio vimercatese

Collocazione

Vimercate (MB), MUST - Museo del territorio vimercatese

Credits

Compilazione: Pesenti, Massimo (2014)

Aggiornamento: Uva, Cristina (2014)

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