Arazzo

Benedetto da Milano; Bramantino [per Suardi, Bartolomeo]

Arazzo

Descrizione

Identificazione: Dicembre

Autore: Benedetto da Milano (notizie sec. XVI), arazziere; Bramantino [per Suardi, Bartolomeo] (1465-1530 ca.), cartonista

Cronologia: ca. 1503 - ca. 1512

Tipologia: tessuti

Materia e tecnica: lana / lavorazione a telaio; seta

Misure: 503 cm x 470 cm

Descrizione: Il mese di Dicembre è caratterizzato dal segno zodiacale del Capricorno. La personificazione del mese è un vecchio barbuto ritto su un piedistallo; tiene nella mano destra un falcetto e con la sinistra indica il sole. Al centro della sala, coperta dalle alte volte e con pavimento policromo, vi è un grosso paiolo posto sopra un fuoco. Dei contadini vi stanno cuocendo salami e salsicce che una donna mescola mentre un giovane tenta di abbracciarla. Un ragazzo è accovacciato e intento ad attizzare i fuoco. Il proscenio, dove compare la targa con l'iscrizione descrittiva del mese, è cosparso di frutta e verdura. Vi sono anche una comoda per bambini, un paio di scarpe, una mannaia e una ciotola. A sinistra un uomo gonfia una vescica di maiale per darla ad un bambino. Sulla destra invece vi sono due maiali che mangiano e un uomo con in mano un'ascia. Attorno a Dicembre, sono disposti contadini che gli porgono offerte, quasi come a un Dio. Più indietro, si distinguono uomini che accedono o giungono da stanze adiacenti. La sala si apre verso un giardino dove sono visibili uomini, edifici, alberi spogli e montagne innevate.

Notizie storico-critiche: La personificazione di Dicembre appare nelle vesti di Saturno, come confermato dal cordone legato ai piedi (cfr. Macrobio, Saturnalia, I, 8, 5). Il testo di Macrobio era molto diffuso, pubblicato sin dal 1472 a Venezia. Una copia dei Saturnalia era conservata nella biblioteca di Renato Trivulzio, fratello del Magno. In dicembre gli antichi romani celebravano le feste dei Saturnali.
L'arazzo di dicembre permette di capire facilmente quale sia l'atteggiamento di Bramantino nei confronti della precedente tradizione iconografica del calendario figurato (Forti Grazzini) e il suo tentativo di aggiornare la serie tramite il ricorso a fonti classiche. Pur ricorrendo alla comune figurazione relativa al mese di Dicembre, ovvero all'uccisione del maiale, tuttavia tralascia particolari drammatici o violenti. Forse si ispira a immagini desunte dai Tacuini Sanitatis lombardi. Alcuni elementi presenti nella scena sembrano derivanti dalla tradizione culturale carnevalesca in quanto simboli rigenerativi (l'abbraccio fra l'uomo e la donna, l'abbondanza del cibo, il rimescolamento dei salumi, le interiora del maiale gonfiate...). Quella che però viene rappresentata è una festa rurale: non si tratta della celebrazione né del Saturnale né del Carnevale.
Il fondale architettonico è il più audace mai rappresentato fino ad allora su un panno tessuto. Sembra che lo spettatore sia coinvolto in un gioco di illusione teatrale. L'idea della doppia arcata sembra stata riadattata da Bernardo Zenale nella Madonna, santi e devoti del Museo di Oleggio ma sopratutto nella Madonna e santi di Denver.

Collezione: Collezioni delle Civiche Raccolte d'Arte Applicata del Castello Sforzesco

Collocazione

Milano (MI), Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco. Raccolte d'Arte Applicata

Credits

Compilazione: Forti Grazzini, Nello (1984)

Aggiornamento: Garzillo, Benedetto (2015); Barbieri, Lara Maria Rosa (2021)

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