Giuseppe Biffi

ambito lombardo

Giuseppe Biffi

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Giuseppe Biffi

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1828 - ca. 1849

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 45 cm x 60 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo unito

Notizie storico-critiche: I dati anagrafici riportati sulle etichette commemorative poste sul rovescio del ritratto indicano che l'effigiato è Giuseppe Biffi di Monza, scomparso il 6 settembre 1828.
La registrazione della data di morte suggerisce per quest'effigie un'esecuzione 'post mortem' in forma gratulatoria, secondo la tradizione dell'illustre Ca' Granda milanese, condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde (Coppa 2002, pp. 105, 118 nota 7).
Con testamento datato 29 agosto 1828 il signor Biffi Giuseppe, figlio dell'allora vivente Gio Antonio, istituì sua erede universale la moglie Teresa Casanova, "col carico di dovere pagare alla Casa di Industria e dei poveri della città di Monza milanesi lire 100"; essendo allora in costruzione il testatore ebbe la lungimiranza di aggiungere che "nel caso che detta casa d'industria non venisse eretta, o che dopo eretta venisse la stessa per qualunque siasi titolo a cessare, e più esistere, in allora le suddette annue lire cento si passeranno all'Arciprete ed alli coadiutori di questa stessa Città di Monza da essere da essi distribuite a sussidio e sollievo dei poveri infermi" (ASCRIMz 20/12, n. rep. 1680).
Nel periodo della Restaurazione, essendo stata dichiarata "provvisoria" la Congregazione di Carità napoleonica, a Monza le donazioni benefiche erano raccolte dall'Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri, che gestiva i patrimoni degli enti assistenziali cittadini. Il luogo pio beneficato da Giuseppe Biffi, la Pia Casa di Industria, venne ideato già nel 1828 e istituito nel 1831 per mettere al bando la mendicità in Monza, fornendo - "verso una modica retribuzione in denaro ed in viveri" - un lavoro a poveri monzesi che "per eventuali crisi commerciali, ed in causa di tempi eccezionali non ne potessero trovare altrove, o che per fisica costituzione non fossero adatti a lavoro stabile e gravoso" (ASCRIMz 1/3).
L'effigiato è colto a mezzo busto in leggero tre quarti mentre rivolge lo sguardo allo spettatore. La caratterizzazione espressiva è affidata a un sorriso lieve e convenzionale, mentre lo stile rivela un fare asciutto e a tratti grafico, nel tracciare i particolari del viso e le ciocche dei capelli, definite una a una. La pettinatura a capelli corti e scomposti sulla fronte seguiva la moda romantica e si accosta a elementi del costume di ascendenza neoclassica, come la redingote scura, che dà risalto allo sparato pieghettato della camicia, bianca come la cravatta annodata intorno al collo.
Il ritratto conserva l'etichetta inventariale dell'Ospedale Umberto I, come fu denominato nel 1896 il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo, dopo il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, p. 39).
Tra i documenti relativi al benefattore si ritrovano alcuni fogli, datati 1881, riportanti notizie circa il decesso della signora "Angela Biffi fu Giuseppe", usufruttuaria di un legato disposto dal fratello Luigi Biffi (ASCRIMz 20/12, 228). L'indicazione "fu Giuseppe" ci informa che il padre della donna era allora già deceduto e si chiamava Giuseppe Biffi; verosimilmente si tratta del nostro, sebbene manchino le conferme a questa ipotesi.
Tenendo come valida la suddetta conclusione si può pensare una stretta parentela tra il nostro ritrattato e altri esponenti della famiglia Biffi, presenti in Quadreria: Luigi Biffi (INV. NN. 131964 e 131995), morto nel 1863, potrebbe essere suo figlio, mentre Francesco Biffi (INV. N. 131837) morto nel 1922, figlio del fu Luigi, suo nipote.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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