Antonio Lucatelli

Bianchi Giosuè

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Antonio Lucatelli

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Antonio Lucatelli

Autore: Bianchi Giosuè (Monza, 1803-1875)

Cronologia: 1866 - 1867

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 68,5 cm x 89,5 cm

Descrizione: ritratto a mezza figura

Notizie storico-critiche: L'effigiato è Antonio Lucatelli di Monza, scomparso il 6 luglio 1864, mentre l'iscrizione posta sul fronte riporta per errore la data 2 luglio 1865.
Antonio Maria Giuseppe Lucatelli, figlio di Giosuè Lucatelli e Giuseppa Medici, nacque il 21 ottobre 1787 (ASHSG VII, 213). Il Lucatelli figura nell'elenco dei benefattori sia dell'Ospedale che della Pia Casa di Ricovero e d'Industria (Lucchini/Riva 1897, p. 168) e il suo nome è riportato su una delle lapidi commemorative innalzate all'ingresso dell'edificio di Via Solferino.
In un atto di donazione datato 1 dicembre 1863 e rogato dal notaio Giuseppe Sirtori di Monza, veniamo a conoscenza di un'elargizione effettuata dal Lucatelli a favore del "Civico Spedale" nel maggio 1862, quand'egli era ancora in vita. Tale donazione consisteva in un "credito di austriache lire 16000 ed interessi maturati e maturandi", con la condizione che dal giorno della morte del testatore venisse istituita "una piazza da cronico in perpetuo nel Civico Spedale a favore di una persona di civile condizione decaduta, con preferenza dei parenti più prossimi". Il Lucatelli dispose inoltre una pensione giornaliera di una lira italiana per la sua servente Luigia Gasparetti, vita sua natural durante, con la precisazione che, alla morte della stessa, il vitalizio andasse a favore dell'Ospedale "coll'onere però di corrispondere annualmente all'Istituto degli Asili di Infanzia in Monza l'importo di italiane lire 100" (ASHSG VII, n. rep. 1492/217). Dal 1862 il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo venne amministrato per statuto dalla Congregazione di Carità, l'ente a cui il governo sabaudo aveva affidato la gestione di tutto il settore assistenziale (Colombo 2002, pp. 60, 186 e ss.).
In un documento datato 28 dicembre 1864, il Lucatelli è citato tra i benefattori dei quali la Congregazione di Carità desiderava i ritratti, ad opera del pittore Giosuè Bianchi (ASHSG XIII, 102). Le effigi del nostro benefattore, tuttavia, non vennero eseguite prima del 27 settembre 1866, data in cui il pittore ricevette la commissione di due ritratti, uno da destinarsi alla Pia Casa di Ricovero e l'altro all'Ospedale (ASHSG XIII, 833).
Il benefattore, infatti, oltre a disporre un generoso lascito in vita, destinò alla Pia Casa di Ricovero monzese, con testamento olografo 29 aprile 1863, la somma di 6.000 lire (ASCRIMz 26/1, n. rep. 2349/294). Venne così istituita la Causa Pia Lucatelli, che somministrava annualmente una dote di 40 lire a favore di una povera zitella di Monza(ASHSG VII, 138 e 674); questa causa pia fu attiva a lungo, tanto che ancora nel 1933 il legato Lucatelli rendeva 733,33 lire l'anno (ADHSG 14/3).
Tra i documenti rinvenuti è presente anche una nota per il "Professore Giosuè Bianchi" con i prezzi concordati per i due dipinti (50 lire italiane per il ritratto destinato alla Casa di Ricovero e 60 per quello destinato all'Ospedale) nonché le disposizioni in merito alle dimensioni da tenere: "per la Casa di Ricovero deve ritenersi quella degli altri già esistenti nello stabilimento" mentre "per l'Ospitale ritiensi a campione il ritratto del sig. Gio Albertazzi esistente nell'uff. della Congregazione". Nel medesimo documento è presente una lettera con la quale l'Amministrazione comunica alla vedova del defunto benefattore l'intenzione di far eseguire i ritratti, chiedendo altresì di "mettere a disposizione del precitato sig. Prof. Bianchi che si presenterà personalmente tutti quegli oggetti che per avventure fossero in di Lei possesso e che meglio valessero a raggiungere lo scopo", ovvero per "conseguire la possibile somiglianza" del defunto (ASHSG XIII, 833).
Giosuè Bianchi consegnò i due dipinti del "benemerito concittadino Sig. Lucatelli Antonio" il 22 marzo 1867; il documento riporta anche i complimenti fatti al pittore dal Presidente e dal Corpo Collegiale della Congregazione "per la valentia con cui furono condotti a termine i suindicati ritratti, valentia che sempre più conferma i non comuni pregi e l'amore all'arte che le valsero anche prima d'ora un giusto tributo di stima nelle diverse contingenze in cui questi Luoghi Pii Le affidarono consimili incarichi" (ASHSG XIII, 189). Nella Quadreria dell'Ospedale si conservano tuttora i due ritratti in questione, dove quello in esame corrisponde al dipinto destinato all'Ospedale.
Seguendo uno schema molto convenzionale, il ritrattato è colto in piedi con le braccia conserte e lo sguardo rivolto allo spettatore; indossa un gilet damascato - da cui pende una grossa catena d'oro - e una cravatta di velluto nero, annodata con un fiocco intorno al collo. La resa fisionomica del volto, rigido e poco espressivo, appare poco riuscita e le mani sembrano appena abbozzate. Queste soluzioni mal si conciliano con la qualità pittorica del maestro: a questo proposito si potrebbe ricondurre l'esecuzione del ritratto alla sua bottega.
Si osserva una discordanza con la data di morte registrata sul ritratto a mezza figura (INV. N. 131953).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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