Ing. Luigi Riboldi

ambito lombardo

Ing. Luigi Riboldi

Descrizione

Identificazione: Ritratto dell'Ing. Luigi Riboldi

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1872 - ca. 1874

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 46,5 cm x 61,5 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo neutro

Notizie storico-critiche: Le iscrizioni sul rovescio del ritratto dichiarano che l'effigiato è l'Ing. Luigi Riboldi di Monza, scomparso il 24 maggio1872. Il Riboldi prestò servizio come perito ingegnere presso lo Spedale e i Luoghi Pii di Monza dal 1846 con un onorario annuo di Lire 800 (ASHSG VIII, 276); il suo nome è ricordato tra i benefattori dell'Ospedale su una delle lapidi issate all'ingresso dell'edificio in Via Solferino.
L'ingegnere Luigi Riboldi, figlio di Gaetano e Spreafico Catterina, possidente, celibe, nato e domiciliato a Monza, morì all'età di sessantadue anni nella sua casa in Borgo san Gerardo n. 367. Con suo testamento olografo, datato 27 settembre 1871 ma pubblicato dopo la sua scomparsa il 28 maggio 1872, il testatore nominò sua erede la nipote Pierina Baroni coll'obbligo di un legato di 10.000 lire italiane - per una volta tanto e da pagarsi entro un anno dal suo decesso - a favore della Congregazione di Carità di Monza, col vincolo che i redditi di detto capitale venissero assegnati a favore della Casa di Ricovero e d'Industria cittadina (ASCRIMz 28/10, n. rep. 4298/945).
La suddetta erede soddisfò prontamente il legato, come risulta dall'atto di quietanza datato 29 luglio 1872 (ASCRIMz 28/10, n. rep. 2720/2671).
Il ritratto del benefattore fu molto probabilmente eseguito in forma gratulatoria dalle autorità del Luogo Pio, secondo la tradizione istituita dalla Ca' Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde (Coppa 2002, p. 105); la stessa misura del dipinto rispecchia quella in uso presso la Pia Casa di Ricovero ed Industria (60 x 45).
Dal 1862 il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo fu amministrato per statuto dalla Congregazione di Carità, l'ente a cui il governo sabaudo aveva affidato la gestione di tutto il settore assistenziale (Colombo 2002, pp. 60, 186 e ss.).
Il ritratto conserva l'etichetta dell'inventario dell'Ospedale Umberto I, secondo la denominazione che il nosocomio assunse nel 1896 con l'abbandono della vecchia sede di Piazza Isola (Colombo 2002, p. 39).
Il ritrattato è ripreso a mezzo busto in leggero tre quarti con lo sguardo rivolto allo spettatore. In quest'immagine, che riflette un chiaro taglio fotografico, si coglie la volontà di caratterizzare l'espressione attraverso l'intensità dello sguardo e l'aderenza realistica alla fisionomia del modello, osservando l'insistenza calligrafica con cui sono trattate le pieghe della pelle. La riproduzione attenta del particolare si manifesta in alcuni elementi del vestiario, come, per esempio, il bottone d'oro e smalto e la catena d'oro appuntata sul gilet, inserita come segno di distinzione sociale. Dal punto di vista del costume, si osserva il passaggio definitivo al cravattino nero, di foggia molle e annodata a fiocco sotto il colletto della camicia.
Nella lista delle opere consegnate al Ripa nel 1949 sono elencati due ritratti aventi come soggetto Luigi Riboldi (ADHSG 90/14).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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