Colomba Sala Bellani

ambito lombardo

Colomba Sala Bellani

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Colomba Sala Bellani

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1856 - ca. 1860

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 46 cm x 60,5 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo scuro

Notizie storico-critiche: Dell'effigiata conosciamo i dati anagrafici riportati sul rovescio: Colomba Sala Bollani di Monza, scomparsa il 12 novembre 1856.
In una lettera datata 6 aprile 1852 l'amministratore dello Spedale e LL. PP, Giosuè Brambilla, riferì alla Delegazione Provinciale di Milano che la signora Colomba Sala, vedova di Ambrogio Bollani, "per la avanzata sua età e per incommodi dipendenti da malattia gravissima or ora superata [...] ha offerto a quest'Amministrazione il capitale di L. 12.750 austr. a patto che le siano alla stessa e vita sua naturale durante corrisposti gli interessi annuali nella misura del quattro e mezzo per cento, e che dopo il di lei decesso siano li frutti suddetti erogati nel mantenere due individui nella Pia Casa di Ricovero di questa Città, e nel caso di abolizione della medesima nel mantenere uno o due cronici [...] di questo Spedale" (ASCRIMz 29/8, n. rep. 5859 e 156).
La donazione a titolo di vitalizio prevedeva la corresponsione di un interesse annuale alla stessa signora Bollani; con una sua nota del 21 luglio 1853 la benefattrice dichiarò però di non volerli più percepire "avendo intenzione di collocare quanto prima due individui nella Casa di Ricovero, giusta il diritto che la medesima si è riservato".
La registrazione della data di morte indica che il ritratto fu commissionato a posteriori in forma gratulatoria dall'istituto che ricevette l'eredità della benefattrice, secondo la tradizione istituita dalla Cà Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde (Coppa 2002, p. 105).
Il ritratto conserva l'etichetta inventariale dell'Ospedale Umberto I, come fu chiamato il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo nel 1896, dopo il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, p. 39).
La ritrattata posa leggermente inclinata in avanti, con lo sguardo fisso. L'attenzione è attirata dal pendente dorato con l'immagine di un povero defunto (il coniuge probabilmente), che la benefattrice onora nel ricordo rendendolo partecipe del suo gesto caritativo. Il pittore è riuscito solo in parte a rendere il sentimento di malinconica mestizia della vedova, poiché la raffigurazione è spenta e poco immediata nell'espressione. La 'parure' di gioielli, costituita da una spilla in oro bianco cesellato e gli orecchini a pendente, poteva far parte del lascito testamentario, oppure essere esibita per il gusto di ostentazione tipicamente borghese. Come dato di costume, questo ritratto conferma la voga della cuffia, che fu una costante della moda femminile romantica (Butazzi 1977, p. 121).
Sull'etichetta commemorativa e nella scheda del 1938 il secondo cognome della benefattrice è scritto "Bollani", mentre nell'Inventario Generale del San Gerardo, che registra il dipinto dal 1989, il cognome è erroneamente trascritto "Bellani".

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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