Giulio Maggi

Bianchi Gerardo

Giulio Maggi

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Giulio Maggi

Autore: Bianchi Gerardo (Monza, 1845-1922)

Cronologia: 1898

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 70 cm x 90 cm

Descrizione: ritratto a mezza figura ambientato

Notizie storico-critiche: L'identità dell'effigiato (Giulio Maggi) e la data della sua scomparsa (1890) sono state desunte dalla scheda delle opere della Quadreria redatta nel 1983, non essendo presenti iscrizioni commemorative né sul fronte né sul retro del dipinto. Il nome di Giulio Maggi figura sulla lapide commemorativa dedicata ai benefattori dell'Ospedale posta all'ingresso dell'edificio di via Solferino.
Dai documenti d'archivio sappiamo della commissione dell'effigie al pittore Gerardo Bianchi, che il 22 luglio 1888 consegnò il "ritratto del signor Giulio Maggi benefattore della Pia Casa di Ricovero" dietro il compenso di 125 lire (ASCRIMz 26/11, 825). Questo documento non ci rivela quale fosse l'ente destinatario della beneficenza, ma non riporta né l'entità né la data della donazione. Tuttavia questi dati li ricaviamo da un articolo pubblicato il 29 marzo 1888 sul periodico monzese "Il Lambro", che ci informa della sua sostanziosa donazione di 28.000 lire, "da ripartirsi per L. 10.000 nell'istituzione di una piazza di cronico nell'ospedale, per L. 8.000 nella fondazione di una piazza nella Pia Casa di Ricovero e per le altre L. 10.000 in aumento del patrimonio Ospedaliero". La particolarità di questo gesto è dato dal fatto che venne effettuato in vita: non a caso chi scrisse l'articolo non mancò di inviare al munifico benefattore "il migliore, il più sincero augurio che spontaneo ci sgorga dall'anima: sia Ella per lungo e lungo tempo ancora conservato all'affetto ed alla gratitudine de' suoi concittadini" (Il Lambro, anno III, n. 118). Il generoso atto di beneficenza compiuto da Giulio Maggi venne reiterato poco tempo dopo, nell'aprile 1888, da Domenico Panceri (INV. N. 131751).
Il sig. Giulio Maggi morì il 9 settembre 1890. Il suo necrologio comparso su "Il Lambro" il giorno 11 settembre successivo lo descrive così: "fu onesto e attivo industriale, sedette nei consigli del Comune, prestò l'intelligente opera sua nella Congregazione di Carità, fu per vent'anni cassiere degli Asili Infantili. Apostolo del bene, fervido quanto modesto, sempre fra i primi nelle opere pietose, vivo ancora, elargì cospicua somma alla locale Congregazione di Carità ed alla Pia Casa di Ricovero e d'Industria" (Il Lambro, anno V, n. 245).
Durante il regno sabaudo l'amministrazione del Luogo Pio Convenio o Ospitale di S. Bernardo era affidata per statuto alla Congregazione di Carità, che gestiva tutti gli istituti benefici della città. Nel 1938, dopo la soppressione dell'ente, il ritratto fu inserito nell'inventario del Civico Ospedale Umberto I, secondo la denominazione che il Luogo Pio assunse nel 1896 col trasferimento dalla sede di piazza Isola a quella di via Solferino (Colombo 2002, pp. 39, 60, 76, 186 e ss.).
Il soggetto posa convenzionalmente seduto di tre quarti su una poltroncina, mentre riguarda lo spettatore. In quest'immagine Gerardo Bianchi utilizza uno stile misurato che tende alla riproduzione diligente delle caratteristiche fisionomiche del soggetto, come i folti basettoni bianchi - che erano tornati di gran moda sul finire del secolo - in linea con altri ritratti dello stesso periodo dell'artista improntate dal realismo di derivazione fotografica (si veda per esempio il ritratto di Luigi Albani INV. N. 131966). A questo proposito, ricordiamo che il Bianchi oltre che pittore era anche un esperto fotografo professionista. L'inserimento dei particolari del bastone e del cappello che il ritrattato tiene nelle mani, sembra più una velleità letteraria che un mezzo per conferire naturalezza all'immagine.
Giulio Maggi dovette sposare un'esponente della famiglia Fumagalli, se dai documenti risulta cognato sia di Rachele Colombo (vedova di Gio Antonio Fumagalli) che di Luigi Biffi (sposato con Natalina Fumagalli); dalla sua unione coniugale il Maggi ebbe ben 5 figlie ed un figlio, l'ingegnere Michele.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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