Giò Batta Fumagalli

ambito lombardo

Giò Batta Fumagalli

Descrizione

Identificazione: Rritratto di Giò Batta Fumagalli

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1846 - ca. 1859

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 45 cm x 60 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo unito

Notizie storico-critiche: Giò Batta Fumagalli nacque nel 1771 da un commerciante di stoffe. Fondò dapprima un cappellificio, com'era tradizione a Monza, per poi avviare un'attività di tessitura del cotone che, per opera del figlio Giovan Antonio, si trasformò in un'industria moderna, la Fratelli Fumagalli di Giovan Battista (Barzaghi 2007, p. 15). Il Fumagalli morì il 21 giugno del 1846, dopo essere stato uno dei maggiori industriali monzesi del suo tempo.
La registrazione della data di morte sul rovescio indica che il ritratto potrebbe essere stato eseguito in forma gratulatoria a fronte di una beneficenza; la mancanza di documentazione storica, tuttavia, non ci permette di conoscere da chi fu commissionato e come il ritratto fosse entrato a far parte della Quadreria dei benefattori.
Nel periodo della Restaurazione, a Monza le beneficenze erano raccolte dai Luoghi Pii Elemosinieri, cui era affidata anche l'amministrazione degli istituti assistenziali della città, compreso l'Ospedale del Convenio o di San Bernardo (Coppa 2002, p. 118 nota 7). Questo giustificherebbe l'inserimento dell'opera nell'inventario del 1938 dell'Ospedale Umberto I (secondo la denominazione che il nosocomio assunse nel 1896 col trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solforino; v. Colombo 2002, p. 39). Il ritratto riprende il soggetto a mezzo busto in posa semifrontale e s'inserisce nella produzione romantica dei ritratti gratulatori di metà secolo. La caratterizzazione è affidata al colorito acceso dell'incarnato che crea un forte contrasto con il bianco dello sparato della camicia e la chioma canuta del soggetto. I lineamenti dell'effigiato, tuttavia, non sembrano quelli di un anziano: è probabile che il ritratto fosse stato copiato da un'immagine del benefattore in vita, fornita dalla famiglia. Nella Quadreria del San Gerardo si conserva anche il ritratto di due figli del Fumagalli, Giovanni Antonio (INV. N. 131817) e Luigia vedova Longo (INV. N. 131915) e della nuora Rachele Colombo (INV. N. 131827).
Presso una collezione privata monzese si conserva un ritratto a mezza effigie dello stesso Gio Batta Fumagalli ad opera di Giosuè Bianchi, che presenta notevoli affinità con il nostro (v. Monza e la sua storia 2002, p. 322).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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