VOLTO DI GIOVANE DONNA

Treccani Ernesto

VOLTO DI GIOVANE DONNA

Descrizione

Autore: Treccani Ernesto (1920/), autore

Cronologia: ca. 1965 - ante 1972

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: pastelli / china su carta

Misure: 325 mm x 495 mm

Descrizione: Pochi e veloci tratti di inchiostro color seppia delineano il volto affilato di una giovane donna con i capelli lunghi, sciolti sulle spalle; labbra, profilo del naso e occhi sono tratteggiati leggermente anche con la matita colorata (blu per gli occhi, rosa per il profilo del naso e per le labbra).

Notizie storico-critiche: Questo disegno compare, insieme ad altri (NSK 61, 64), ad illustrazione di un lungo articolo di Davide Lajolo su Ernesto Treccani pubblicato nel 1972 sul settimanale "Giorni Vie Nuove", di cui Lajolo era allora direttore. Lo scritto si inserisce nella rubrica "Incontri con i personaggi", nella quale il giornalista era solito tracciare il ritratto di uno degli artisti cui era legato in amicizia, narrandone la persona e la poetica.
Nell'articolo Lajolo si sofferma anche sul soggetto dei ritratti, laddove parla della necessità dell'artista di disegnare seppur ricoverato in clinica in seguito ad un incidente (maggio 1972): "Ma se non veniva il sonno ecco il volto delle infermiere, i ricordi di volti lontani e sui fogli bianchi le fisionomie, i sorrisi, gli occhi come incanto, quelle figure leggere che Treccani dipinge in modo inconfondibile dove non conta molto la somiglianza dei tratti ma conta la scoperta della loro tenerezza interiore." (Lajolo, 1972).
I disegni che accompagnano l'articolo sono indicati come "alcuni dei più recenti disegni di Ernesto Treccani", fatto che aiuta a collocare nel tempo questo lavoro, non datato, della collezione Lajolo.
L'opera presenta le caratteristiche dei lavori eseguiti dopo i fatti d'Ungheria del 1956, che segnano nell'evoluzione artistica di Treccani il passaggio dai temi sociali e dai modi espressionistici ad un nuovo sentimento lirico per la natura e per la figura umana che si esprime con un linguaggio quasi informale, soprattutto attraverso le tecniche rapide del disegno e dell'acquerello.
L'acquerello in particolare, secondo Raffaele De Grada è stato rilanciato da Treccani in un periodo in cui quasi tutti se ne erano allontanati: negli artisti migliori del '900 "l'acquarello si è accompagnato a una intenzione culturale, è un mezzo per studiare con la resa totale immediata il rapporto tra stato d'animo e visione, con la rapidità che non ammette pentimenti ma nel contempo la fluidità che trova un ordine inaspettato, poco consono alla fatica dell'elaborazione dell'olio e alla acidità del colore acrilico. Treccani acquarellista si colloca perfettamente in questa tradizione (...)." (De Grada 1989).
Tutto questo con un segno che "detesta la linea retta, ricama, insegue ellissi o labirinti (...) nel suo andamento appare spesso malcerto, ambiguo, elude le distinzioni nette, tradisce l'interno tremore di "un'invariazione simbolica", quasi un ritegno della mano nel prendere partito di fronte al reale." (De Santi 1989).
Quanto al soggetto dei ritratti e dei volti, scrive Luciano Luisi: "E' il modo di Treccani (di quest'uomo che ha fatto della sua vita un impegno totale e coerente), di partecipare attivamente alla vita degli altri. Per questo i ritratti, i volti sono il motivo ricorrente (il riproporsi di una fedeltà spirituale) della sua opera fin dagli inizi; perchè così Treccani assolva la sua vocazione di essere dentro l'uomo, che è il modo più alto di essere dentro la pittura e dentro la società." (Luisi, 1975).
Sui ritratti di Treccani ha scritto anche Leonardo Capano, notando come essi non fissino in termini naturalistici i lineamenti del modello, la sua "singolarità", perchè eseguiti con alcune costanti che "mettono in rapporto": "Così in un volto si riflettono "più immagini" (...)". Al di là poi delle diversità pittoriche con cui i ritratti di Treccani vengono eseguiti, si tratta di immagini "che non sono mai semplicemente descrittive ma tendono piuttosto a dissolversi, fino al limite dell'astrazione." (Capano, 1989).

Collocazione

Milano (MI), Fondazione Davide Lajolo

Credits

Compilazione: Ciottoli Sollazzo, Nora (2004)

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