Studiolo

manifattura ligure

Studiolo

Descrizione

Ambito culturale: manifattura ligure

Cronologia: post 1550 - ante 1599

Tipologia: arredi e suppellettili

Materia e tecnica: radica di noce intagliata; legno di noce intagliato; bronzo

Misure: 80 x 40 x 150

Descrizione: Studiolo con stipo di massello scurito, presenta nella parte interna tre nicchie architettoniche con cinque maniglie ad aquila bicipite, sei teste d'aquila di bronzo fuso, piano calatorio liscio con placca della serratura intagliata, i due cardini sono a bandella gigliata, cappello aggettante suddiviso in scomparti con due figure a testa virile a rilievo, sulla facciata e sui fianchi due figure poste sugli spigoli, una sull'angolo, nude tipo cariatidi in diverso atteggiamento con frutto (?) e palme in mano, intagliate in forte rilievo riprese nella parte inferiore, credenzino e due sportelli decorati con arco acuto e motivo vegetale come i fianchi, poggiante su leoni accovacciati a tutto tondo, sullo studiolo poggia uno stipo che presenta gli stessi motivi decorativi con piano calatoio, all'interno dieci semplici ripiani, cappello liscio e modanato, due cassettini con maniglie a cerchio di ferro fuso, suddivise da due teste virili e motivo ornamentale centrale, serramenti laterali.

Notizie storico-critiche: Per l'inconfondibile distribuzione di putti e figure ornamentali questo tipo di decorazione cosiderata di origine ligure, anche se forse influenzata dall'arte francese ( Tinti 1928 p. 78 ), viene detta " a bambocci " ed è usata nel sec. XVI per ornare stipi e cassettoni. Descrizione tuttavia che si riscontra anche in toscana, ma lo stipo fiorentino si distingue per una proporzione più snella e più elegante delle figure e per maggior finezza nell' intaglio ( cfr. uno stipo della Collezione Orselli di Firenze ) ( Tinti, 1928 tav. CCXXXI ). Pertanto in questo mobile è evidente la provenienza ligure per alcune caratteristiche assai frequenti in esemplari coevi; l'elegante alternarsi della radica e del massello di noce; presenza di cariatidi o quasi, putti e figure spesso ignude, in diversi atteggiamenti poste sullo spigolo, generalmente in numero di tre; interno grandioso con spazi distribuiti seguendo un piano architettonico classicheggiante; maniglie con teste virili o muliebri qualche volta ad intonazione caricaturale. Per la conferma della datazione al sec. XVI si veda intaglio più vivace, privo di qualsiasi nota accademica; sostegni a forma di leone, cavalli ed altri animali rifacentesi ancora alla fantasiosa fauna del sec. XIII-XIV ( nel sec. XVII gli animali saranno sostituiti dalla zampa di leone ); la presenza alla base del credenzino comune dalla metà del secolo, la forma della placca della serratura; le piccole maniglie riproducenti l'aquila bicipite dell'impero, motivo araldico tipico del mobile genovese giustificato dal soggiorno a Genova di Carlo V e delle conseguenze che ne seguirono in campo sociale e politico. Si vedano ad esempio quattro esemplari simili nelle Civiche Raccolte di Milano, attribuiti alla Liguria-Toscana con propensione per la Liguria ( Rosa, 1963, pp. 41-42 ); quello della Collezione Bagatti Valsecchi (Toesca, 1918 p. 23, tav. CXXXV ); del Museo Leone di Vercelli, e della Collezione R. Tolentino di New York, con attribuzione alla Liguria ( Pedrini 1925, pp. 160-167 ); del Museo Poldi Pezzoli, della raccolta C. Schmidt a S. Moritz - Engandina con attribuzione dell'arte genovese e si confrontino gli intagli della chiesa di S. Ambrogio in Genova ( Morazzoni, 1949 tav. XII e XIX )

Collocazione

Sant'Angelo Lodigiano (LO), Museo Morando Bolognini

Credits

Compilazione: Zilocchi, Maria Amelia (1983)

Aggiornamento: Sciandra, V. (2000)

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