GIOVE E OLIMPIADE
Pippi Giulio detto Giulio Romano; Pagni Benedetto (attr.)
Descrizione
Autore: Pippi Giulio detto Giulio Romano (1499 ca./ 1546), ideatore / esecutore; Pagni Benedetto (attr.) (1504/ 1578), pittore
Cronologia: ca. 1526 - ca. 1528
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: affresco finito a secco; affresco
Misure: 253 cm x 213 cm
Notizie storico-critiche: La scena, dipinta sopra la prima finestra della parete orientale, mostra il concepimento di Alessandro Magno: Giove, entrato nel letto della Olimpiade in forma di serpente, ha ripreso la forma umana e si appresta a congiungersi alla regina di Macedonia. Filippo II, sposo di Olimpiade, spia la scena nascosto dietro l'uscio, ma l'aquila di Giove punisce la curiosità del re, colpendo il suo occhio con il fulmine che sorregge con gli artigli. Attorno all'affresco è una cornice embricata con foglie d'acanto angolari. Le figure si inseriscono in questa cornice in maniera tridimensionale: la mano destra della regina si appoggia infatti di essa. L'affresco è stato eseguito su undici stesure di intonaco (giornate). Per quanto concerne le tecniche di riporto del disegno si riscontra la presenza di spolvero per le figure principali. La figura dell'aquila è stata riportata per mezzo di incisioni indirette da cartone, poi quasi tutte ripassate a incisione diretta. Al centro della parte superiore dell'affresco è impressa nell'intonaco l'impronta a "U" di uno strumento utilizzato per il fissaggio del cartone alla parete. Il motivo a scaglie della cornice embricata è realizzato con incisioni dirette da compasso, di cui è possibile riconoscere il punto dei fori. Anche le foglie d'acanto angolari sono incise direttamente. L'affresco si trova in una situazione conservativa preoccupante: subfloresenze ed efflorescenze saline intaccano la superficie, causando sollevamenti della pellicola pittorica. Fra le aree più danneggiate sono la parte di cornice sulla sinistra, la figura dell'aquila, la testa di Filippo. Estremamente diffuse le zone di scarsa coesione fra gli strati dell'intonaco, soprattutto in corrispondenza di lesioni, crepe e fessurazioni sulle figura di Olimpiade (gamba destra) e di Giove (petto genitali). Altre zone di scarsa adesione fra gli strati di intonaco interessano la parte superiore della cornice. Risultano decoese e mobili anche le stuccature di restauro. Quasi la totalità dell'affresco risulta interessata dalla cristallizzazione di sali solubili al di sotto di uno strato di resina acrilica stesa nel corso dell'ultimo restauro, con conseguente imbiancamento della superficie.
Amedeo Belluzzi (1998) assegna a questo affresco il numero 506.
Collocazione
Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te
Credits
Compilazione: Bonoldi, Lorenzo (2011)
Aggiornamento: Pisani, Chiara (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/M0210-00302/
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