PSICHE SPIA CUPIDO DORMIENTE

Pippi Giulio detto Giulio Romano

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PSICHE SPIA CUPIDO DORMIENTE

Descrizione

Autore: Pippi Giulio detto Giulio Romano (1499 ca./ 1546), disegnatore / pittore

Cronologia: post 1526 - ca. 1528

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su intonaco

Misure: 170 cm x 173 cm

Notizie storico-critiche: Il secondo lacunare ottagonale prospiciente la parete sud della camera conclude la sequenza narrativa degli ottagoni della volta con l'immagine di Psiche che scopre Amore (Apuleio, Metamorfosi, V, capp. 22-23). Psiche si arma di una lampada e di una lama con cui finalmente scoprire l'aspetto del marito e uccidere colui che, nelle parole cariche d'invidia delle sorelle, non può che essere il terribile mostro annunciato alla fanciulla dall'oracolo di Apollo. La scena, ambientata nella stanza da letto dei due amanti e rischiarata dalla drammatica luce della lucerna che Psiche solleva con la sinistra, mostra tutta la sorpresa nell'espressione della fanciulla, fremente e affascinata dalla bellezza del marito, sprofondato nel sonno. La protagonista è nuda in quanto, stando al racconto, ha appena concluso con Amore "le battaglie di Venere"; la luce ne evidenzia plasticamente le forme già arrotondate dalla gravidanza e accarezza con voluttà il corpo del dio disteso sul letto. La lampada, il cui manico termina con una curiosa estremità a forma di testa umana, illumina il soffitto della camera, composto da cassettoni quadrati con cornici interne a ovoli e rosette all'incrocio delle traverse. La copertura pare la trasposizione in immagine di quegli "altissimi soffitti a cassettoni, artisticamente intagliati nel cedro e nell'avorio" ammirati da Psiche al momento del suo primo ingresso nella reggia di Amore: la loro somiglianza con i cassettoni che decorano numerosi soffitti di palazzo Te non può che rafforzare l'ipotesi, avanzata dalla critica, che la villa di Federico Gonzaga fosse vista e pensata come naturale trasposizione nel reale del favoloso palazzo del dio dell'amore. Cupido giace addormentato di profilo; l'arco è appoggiato al giaciglio, in secondo piano, e la faretra ricolma di frecce è posata a terra; la luce piove sulla spalla destra del dio, quasi evidenziando il punto esatto su cui, stando al testo, tra un istante cadrà la goccia di olio bollente della lucerna sollevata da Psiche, causando il risveglio e la partenza improvvisa dell'amato. Di notevole effetto sono le piume variopinte dell'ala di Cupido rischiarate dal lume. Belluzzi evidenzia come la posa del dio dormiente, caratterizzata dal braccio che penzola inerme dal giaciglio, sia ripresa dal bassorilievo detto del "Letto di Policleto". L'ottagono, con il quale si conclude la parte della favola di Psiche narrante le vicende anteriori alla scoperta del dio da parte della ragazza, può essere letto in rapporto al soprastante semiottagono, nel quale figura "Amore si punge con una freccia": in questo pannello, infatti, si riconosce l'immagine del dio che, ferendosi con le sue stesse armi, cade innamorato della bella Psiche, proprio come da lui stesso svelato alla fanciulla immediatamente dopo l'infausta scoperta (V, cap. 24). Il pannello è realizzato a olio su un intonaco di malta finissima, applicato a stuoie di canne intrecciate, a loro volta ancorate al telaio ligneo portante della volta. Ideazione e disegno spettano esclusivamente a Giulio Romano, cui Hartt attribuisce anche l'esecuzione pittorica; concorde con tale posizione è Oberhuber. Come tutte le scene dipinte della volta, anche quella in esame presenta ridipinture, mappate durante le analisi preventive al restauro ICR del 1986. Si sottolinea, in particolare, che il dipinto è stato sottoposto a "saldatura del colore" e, quasi certamente, anche integrazione delle lacune da parte di Dante Berzuini nel secondo decennio del secolo scorso. Tutti i pannelli dipinti della volta presentavano, prima del restauro del 1986, cadute di colore, ridipinture più e meno estese e una patina superficiale bruna: la scelta metodologica attuata dai restauratori ICR è stata quella di rimuovere tale patina ma di conservare i ritocchi dei precedenti interventi, a meno che questi non fossero visibilmente alterati o che non fosse necessario sacrificarli per mettere in opera interventi conservativi. Il dipinto ottagonale con "Psiche scopre Amore" mostra evidenti incisioni indirette, ossia di riporto del disegno da cartone in corrispondenza delle linee guida del cassettonato.

Collocazione

Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te

Credits

Compilazione: Marocchi, Giulia (2011)

Aggiornamento: Pisani, Chiara (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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