Portale minore sinistro di S. Stefano

ambito pavese

Portale minore sinistro di S. Stefano

Descrizione

Ambito culturale: ambito pavese

Cronologia: post 1100 - ante 1110

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: arenaria scolpita; pietra calcarea

Misure: 440 cm x 90 cm x 530 cm

Descrizione: Portale in arenaria con inserti in calcare, a strombi digradanti cordonati, a sezioni alternativamente cilindriche e parallelepipede, riccamente decorati. Spalle e archivolto (composto da cinque ordini di archi) ospitano un rigoglioso corredo scultoreo, peculiare del repertorio della plastica pavese tra XI e XII secolo, con palmette, tralci ondulati, motivi fitomorfi, nastri intrecciati, girali, figure zoomorfe, lotte tra mostri, figure umane.
Nella lunetta un arcangelo aureolato, frontale e statico, con gli attributi propri, lo scettro e il globo, è disposto entro un'edicola retta da colonnine tortili. Nelle campiture lateraliche seguono la curvatura della lunetta, due motivi decorativi simmetrici, con al centro un cantaro al quale si abbeverano colombe, affrontate, dai lunghi becchi e dal quale nascono racemi, piegati un po' forzatamente, l'albero della vita o eucaristico, le cui fronde sinuose sono popolate da altri uccelli. Una cornice aggettante con volatili inseriti in un tralcio separa la lunetta scolpita dall'architrave che, come mostrano alcune immagini fotografiche di documentazione, era privo di motivi decorativi.

Notizie storico-critiche: Il portale in arenaria con inserti in calcare chiaro ed esuberante corredo scultoreo, proviene dalla perduta cattedrale romanica estiva di S. Stefano. La stratificazione di piani con rigoglioso partito decorativo, a palmette, tralci ondulati, motivi fitomorfi, nastri intrecciati, girali, figure zoomorfe, lotte tra mostri, figure umane, costituisce la sigla distintiva e peculiare dei portali pavesi tra XI e XII secolo.
I motivi decorativi, apparentemente distribuiti in modo casuale, rivelano in realtà un'attenzione compositiva e una ben studiata ricercatezza e varietà formale, l'alternanza dei materiali impiegati, calcare e arenaria, non consueta in ambito pavese, conferisce un ulteriore arricchimento cromatico al partito decorativo. I capitelli sul quale si imposta l'archivolto sono di calcare, di scarso aggetto, con motivi figurativi zoomorfi e vegetali che spesso sembrano fondersi con gli elementi decorativi delle cordonature, quasi senza soluzione di continuità. La lunetta con l'angelo, più aggettante rispetto ai rilievi dei pennacchi laterali curvilinei, è strutturalmente indipendente.Nella lunetta la figura dell'arcangelo ieratico, tipico della produzione bizantina, scolpito all'interno dell'edicola, mostra affinità tipologiche con quelli di S. Michele e S. Giovanni in Borgo, ma soprattutto con l'angelo nel timpano del portale di S. Pietro in Ciel d'Oro. L'angelo, mediatore tra Dio onnipotente e l'uomo, è frequentemente collocato all'interno della lunetta dei portali, sopra la porta di forma quadrangolare, simbolo della materialità e sotto l'archivolto semicircolare, simbolo della volta celeste (il timpano di S. Pietro in Ciel d'Oro allude alla realtà spirituale). Il portale è una componente essenziale della chiesa romanica che è intrisa di valori simbolici, in particolare la decorazione ad esso riservata, è un fatto nuovo propriamente romanico. Dalla porta, che ha un valore sacro, prende avvio la cerimonia della consacrazione dell'edificio chiesastico, "la chiesa inizia ad esistere solo quando il vescovo ha consacrato la porta" e nei testi biblici Cristo si identifica con la porta, da qui l'uso di un partito decorativo assai ricco destinato all'ingresso. L'angelo, talvolta il leone, scolpiti sulla soglia, romanica manifestano l'idea di controllo e di difesa dell'ingresso, di purificazione e redenzione prima di accedere all'interno. I tralci con volatili alludono all'umanità da redimere, è inoltre evidente il richiamo all'albero cosmico della Bibbia, di altezza vertiginosa, ricco di frutti e popolato da uccelli e da altri animali.
La vivacità creativa dei lapicidi pavesi è percepibile nella varietà dei motivi decorativi sapientemente esibiti. L'apparato ornamentale del portale è consapevolmente desunto dalla tradizione, dal repertorio scultoreo di origine tardo antica e altomedievale.Nelle campiture laterali della lunetta la coppia di colombe affiancate al calice e l'albero della vita, con il piegarsi un po' forzato dei racemi a seguire la curvatura, hanno origini paleocristiane. L'incorniciatura architettonica attorno all'arcangelo è mutuata dall'arte carolingia, i nastri intrecciati e i riempimenti forzati, una sorta di "horror vacui" rimandano ai "barbarismi" medievali". Rispondenze si riscontrano anche con gli splendidi decori dei tessuti orientali, i cui motivi sono frequenti nelle campiture di transenne e lastre altomedievali, come nel pluteo istoriato con l'albero della vita tra draghi affrontati e a quello con pavoni che si abbeverano ad un cantharos (della prima metà del sec. VIII).
Ma il lessico decorativo altomedievale viene riformulato e modernizzato, con la ricerca della "varietas" e con il cosiddetto "intreccio astrattizzante". Il motivo iconografico nella lunetta con volatili appollaiati su racemi, si ritrova analogo in un capitello della spalla sinistra, ma lo stesso soggetto compare anche in una formella scolpita proveniente da S. Maria del Popolo (inv. B 67, sala VII), ciò ha fatto pensare ad un'identità esecutiva e cronologica e ha confermato lo stretto rapporto, i rimandi, formali e non solo, e la complementarietà tra le due cattedrali gemine romaniche di S.Stefano e S.Maria del Popolo.
Il partito decorativo, che denuncia una qualità tecnica elevata, un 'ductus' raffinato e sicuro (più incerto nella lunetta) e una forma matura, consente di datare il portale agli inizi XII secolo.

Collezione: Sezioni Medievale e Rinascimentale

Collocazione

Pavia (PV), Musei Civici di Pavia. Sezione Romanica e Rinascimentale

Credits

Compilazione: Manara, Roberta (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).