Madonna in gloria con Gesù Bambino, santa Chiara d'Assisi e santa Caterina da Siena (?)

Marone, Pietro (attribuito)

Madonna in gloria con Gesù Bambino, santa Chiara d'Assisi e santa Caterina da Siena (?)

Descrizione

Autore: Marone, Pietro (attribuito) (1548 ca.-1603), esecutore

Cronologia: post 1560 - ante 1575post 1600 - ante 1609

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 132 cm x 235 cm (tela)

Descrizione: La tela ha forma rettangolare e si sviluppa in verticale con profilo superiore mistilineo. In basso e compaiono due sante a figura intera in adorazione della Madonna in gloria con Gesù Bambino, circondata da due angeli a mezzo busto e da quattro cherubini. La figura femminile a sinistra è identificabile con santa Chiara d’Assisi, abbigliata con abito e mantello grigio dell’ordine francescano, soggolo bianco coperto da un velo nero e una stola con riflessi dorati appoggiata sulle spalle. Nella mano sinistra regge un ostensorio, in ricordo del suo intervento per allontanare i saraceni che avevano preso Assisi. La figura femminile a destra indossa abito e velo bianchi e manto nero, propri delle monache domenicane, e si porta la mano destra sul cuore, mentre la sinistra sostiene un cuore trafitto da un crocifisso. Entrambe le figure rivolgono lo sguardo alla Madonna con il Bambino in alto. Sullo sfondo è inserito un paesaggio equamente suddiviso tra cielo, solcato di nuvole, e terra, in cui si distinguono due querce e una monumentale architettura curva a destra. Al centro della radura è inserita una figura maschile seduta con lunga barba bianca affiancata da un leone. La tela è inserita in una cornice lignea parzialmente dorata con fastigio a foglie d'acanto (cm 313x168).

Notizie storico-critiche: Prima del trasferimento in museo la pala era collocata nella sagrestia nuova della prepositurale di Sant’Erasmo d Castel Goffredo. L’iconografia non risolve compiutamente l’identificazione della figura femminile a destra, corredata da alcuni attributi che suggeriscono il riferimento a santa Caterina da Siena (1347-1380): l’abito domenicano penitenziale (veste e velo bianchi e manto nero), l’aureola e il cuore trafitto dal crocifisso. Tuttavia, i medesimi attributi, tranne l’aureola, compaiono anche tra quelli che identificano la beata Osanna Andreasi (1449-1505), la cui raffigurazione si basa sulla precisa volontà di conformarsi al modello cateriniano che caratterizza la santità femminile domenicana tra XV e XVI secolo. Il loro percorso esistenziale infatti si intreccia in molti punti: entrambe furono chiamate dal Signore alla stessa età (Caterina a 5 anni, Osanna a 6 anni); entrambe ricevettero le stigmate alla stessa età (Caterina a 28 anni nel 1375, Osanna a 29 anni nel 1478); entrambe vestirono l’abito delle terziarie domenicane Postulanti di Cristo alla stessa età (Caterina a 16 anni, Osanna a 15); entrambe non ebbero istruzione ma si lasciarono istruire dalla sapienza dello Spirito Santo; entrambe, a distanza di un secolo, ebbero il compito di preservare la Chiesa dai pericoli dello scisma (Caterina nel XIV secolo, Osanna nel XV secolo). Sulla base di queste premesse spesso la narrazione per immagini dell’una è presa a prestito dall’altra in un connubio di iconografie funzionali a scrivere la continuità del loro messaggio religioso dal medioevo all’età umanistica. Anche la presenza della figura maschile identificabile con san Girolamo potrebbe rimandare ad entrambe: se affiancato a santa Caterina potrebbe sottolineare l'importanza della vita contemplativa e dello studio delle Scritture in funzione di un messaggio devozionale che rimanda al sacrificio e allo studio, temi centrali del Cristianesimo; d’altra parte Girolamo era il nome del padre spirituale di Osanna, il monaco olivetano Girolamo Scolari, detto “Mantovano”, autore nel 1507 di una biografia a lei dedicata. Resto il fatto che, nelle opere note, Osanna compare quasi sempre con il volto cinto dal soggolo bianco incorniciato da un velo nero (nel dipinto il velo è bianco) e con il capo cinto dalla fiamma raggiata non dall’aureola (che invece è presente nel dipinto). La raffigurazione delle sante Caterina da Siena e Chiara d’Assisi, troverebbe fondamento in riferimento alle due figure centrali nella storia della mistica femminile e della spiritualità cristiana nonché ai primi ordini mendicanti che ebbero un ruolo significativo nella lotta contro le eresie. Tenuto conto che il dipinto è databile alla fine del ‘500, il riferimento congiunto a francescani e domenicani, in versione femminile, rimanderebbe al ruolo significativo che ebbero nel rafforzare la Chiesa cattolica e nel contrastare la diffusione delle idee protestanti. Stilisticamente il dipinto si inserisce nell’ambito bresciano forse alla mano di Pietro Marone.

Collocazione

Castel Goffredo (MN), MAST Castel Goffredo - museo della Città

Credits

Compilazione: Schiapparoli Bizio, Maria Pia (1980)

Aggiornamento: D'Attoma, Barbara (2024)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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