Scena

Mens, Leone (ideatore); Lualdi, Achille (autore modifiche)

Scena

Descrizione

Identificazione: Finale

Autore: Mens, Leone (ideatore) (sec. XIX seconda metà), ideatore / realizzatore; Lualdi, Achille (autore modifiche) (1869-1950 (?)), autore modifiche

Ambito culturale: ambito dell'autore

Cronologia: post 1887

Tipologia: teatro di figura

Materia e tecnica: carta / pittura ad acqua; colla; tela

Misure: 509 cm x 259 cm (Principale (1°)); 487 cm x 238 cm (Principale (2°)); 448 cm x 218 cm (Principale (3°)); 446 cm x 254 cm (Fondale); 392 cm x 134 cm (Rompimento)

Descrizione: Scenografia in carta, fortezzata con strisce di tessuto di cotone, dipinta ad acqua e composta da un fondale, tre principali ed un rompimento.

Notizie storico-critiche: Dati didascalici rilevati dalle scritte collocate sul retro della scena.
Il Guarany entra nel repertorio del teatro marionettistico pochi anni dopo il successo ottenuto sul palcoscenico del Teatro alla Scala nel 1870. Dalla formazione di Antonio Colla (primo della stirpe a porre piede al Teatro Gerolamo di Milano nel 1885), lo spettacolo passa in seguito nel repertorio della Compagnia Carlo Colla e Figli (approdata al teatrino di Piazza Beccaria nel 1906 ed ivi rimasta stabilmente sino al 1957) che ne cura diverse edizioni sino al 1939, quando la censura del regime ne proibisce le rappresentazioni in ottemperanza alle leggi razziali. Lo spettacolo segue fedelmente la trama del libretto dello Scalvini accentuandone, però, l'aspetto epico-avventuroso ed evitandone alcuni luoghi comuni poco idonei al "linguaggio" marionettistico ed all'azione teatrale che nelle marionette è susseguirsi serrato di recitazione e di movimento di massa. Risultano evidentemente privilegiate le grandi scene del ritorno dei cacciatori e della preghiera nell'atto primo, la caserma degli avventurieri nell'atto secondo, l'accampamento degli Aimorè nell'atto terzo, il crollo del castello nella scena finale dell'atto quarto. Ai recitativi è stato sostituito in dialogo che accentua l'aspetto esotico avventuroso della trama, nel rispetto del "recitare ottocentesco", e che rende più evidenti alcuni caratteri dei personaggi che nel testo originale seguono pedissequamente alcune tipologie tradizionali del melodramma (vedasi l'entrata del soprano seguita dalle damigelle nell'atto primo, la scena della seduzione e il finale nell'atto secondo). A rendere più evidente il pathos dell'azione, il testo per marionette ha introdotto altri personaggi il cui scopo è solo quello di vivacizzare alcuni momenti dell'azione: un servo portoghese (un tempo interpretato dalla "maschera" Gerolamo), la governante di Cecilia, la zingara. Al gioco teatrale evidente nella presenza di due servi (per i quali è inevitabile il lieto fine) si è affiancata l'immagine della gitana complice degli avventurieri, controcanto alla purezza e alla dolcezza della protagonista, reminiscenza della Preziosilla verdiana o delle gitane di Bizet. Lo spettacolo viene riallestito nel 2003 e presentato nella stagione del Piccolo Teatro di Milano, al Teatro Ponchielli di Cremona e al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Viene ripreso nel 2009 nella stagione dell’Atelier Carlo Colla e Figli di Milano.

Collocazione

Milano (MI), Museo del Teatro di Figura - MUTEF

Credits

Compilazione: Citterio, Franco (2019)

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