Busto della Contessa Santorre di Santarosa che assiste i poveri fanciulli

Villa, Cesare

Busto della Contessa Santorre di Santarosa che assiste i poveri fanciulli

Descrizione

Autore: Villa, Cesare (1878-1926), scultore

Cronologia: 1911

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: bronzo / fusione

Misure: 90 cm x 220 cm

Descrizione: Altorilievo in bronzo di forma rettangolrae. La parte superiore raffigura il ritratto della Contessa Santorre di Santarosa entro un clipeo ornato da motivi vegetali e da un cartiglio su cui è scritto "Caritas"; nel registro inferiore è rappresentata una suora della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret che soccorre due bambini malati, uno allattato e uno sdraiato in primo piano. Riusciti i giochi tra i diversi piani spaziali.

Notizie storico-critiche: L'opera è stata fusa presso la Fonderia Vecchi Carnelli di Milano. Commissionata dalla Contessa Francesca Manara vedova Negroni, per la figlia Maria, terza figlia dei coniugi Negrone futura sposa del conte piemontese Santorre De Rossi di Santarosa, cerimoniere di corte di Vittorio Emanule II e Umberto I. L'opera era posta originariamente nel IX padiglione dell'ospedale. Successivamente il Consiglio nell'adunanza del 7/7/ 1926 deliberò di trasferirla al posto attuale per essere "meglio esposta all'ammirazione dei visitatori". Si noti il forte aggetto del bimbo, è una delle opere meglio riuscite del Villa.
Villa Cesare scultore nato a Vigevano il 10 ottobre 1878 da famiglia di modeste condizioni sostenuta dal padre di professione pescatore. Cesare è il fratello minore di Ferdinando, pittore. Appassionato al disegno sin dalle scuole elementari iniziò a lavorare come aiuto di un imbianchino amico di famiglia. Maturando in età sÂ'iscrive ai corsi di Disegno e decorazione della Fondazione Roncalli, dove ha, come maestro G. B. Garberini. QuestÂ'ultimo colpito dal talento del giovane allievo decide di iscriverlo, a sue spese, allÂ'Accademia di Brera; in questo periodo ottiene risultati brillanti e la prima opera Taide viene particolarmente apprezzata. Nel 1900 vince il Premio di Scultura dellÂ' Accademia di Brera e ciò gli permette di recarsi a Parigi dove osserva lÂ'evoluzione conseguita dagli artisti nel corso del XIX secolo. Questa scoperta lo induce a riflessioni negative nei riguardi della cultura allora in vigore nella provincia Lomellina. I numerosi altri viaggi compiuti per visitare i musei, ancora Parigi, poi Bruxelles, Monaco, Roma, Firenze e Venezia aumentano il suo tormento in quanto, sollecitato dallÂ'evoluzione dellÂ'espressione artistica, è però costretto dai committenti a mantenersi nella tradizione. Il suo interesse spazia anche nella filosofia, letteratura, musica e ciò lo induce ad essere tra i sostenitori della rivista Viglevanum con, tra gli altri, Guido Ambrosini e Giovanni Vidari che figurano anche suoi consiglieri e dei quali è assiduo collaboratore. In questo periodo esegue per conto di committenti pubblici parecchi Bassorilievi e Monumenti ai Caduti che si possono ammirare a Mortara, Sannazzaro deÂ' Burgondi, Gravellona Lomellina, Ottobiano, Tromello, Borgo San Siro e Abbiategrasso. Numerosi sono pure i monumenti funerari, degni di particolare attenzione quelli delle Famiglie Castoldi, Bertolini, Albertazzi. Il bronzeo Inno alla vita, ornamento della tomba della famiglia Villa, gli costa una decina dÂ'anni di studio, prova e rifacimenti, lo realizza tra il 1920 e il 22 in doppia fusione. Quella visibile nel nostro cimitero urbano è la seconda tiratura ed è considerata come il più impegnativo lavoro dello scultore non solo per la capacità esecutiva, ma anche per le notevoli dimensioni dellÂ'opera (80 X 218 X 54). La sua produzione comprende anche una nutrita serie di busti dedicati a personaggi famosi, due dei quali, quello a Eleonora Duse e ad Antonio Cagnoni sono stati collocati nellÂ'atrio del Teatro Civico Cagnoni. Muore, ancor giovane, allÂ'età di 48 anni in Vigevano il 16 aprile 1926.

Collocazione

Provincia di Pavia

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Pavia

Credits

Compilazione: Basilico, Andrea (2009)

Aggiornamento: Knapp, Blanka (2012)

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