Ritratto di Gaetano Tognola

ambito lombardo

Ritratto di Gaetano Tognola

Descrizione

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1838

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 74 cm x 89 cm

Notizie storico-critiche: Tra i più problematici - ed interessanti - dipinti della raccolta del nosocomio, l'ovale è stato sottoposto a manomissioni tali da comprometterne una chiara lettura ed una completa comprensione.
L'opera che ritrae Gaetano Tognola viene menzionata soltanto dal Borri e dal Bagaini . Entrambi riportano riproduzioni fotografiche del dipinto che però, sorprendentemente, presentano l'immagine del benefattore senza parrucca, ma con capelli corti, sistemati in una goffa e grossolana acconciatura. Nelle immagini fotografiche, altrettanto incongrui risultano i particolari della spalla sinistra ed il collo della sopravveste. Nonostante l'opera sia a tutt'oggi in precario stato conservativo e presenti diffuse abrasioni e vistose cadute di colore nella parte inferiore, è tuttavia possibile notare il suo generale equilibrio e la coerenza compositivi.
Una raffinata tecnica esecutiva affiora con grande evidenza nella definizione dell'abito del nobil'uomo, nella colorata sopravveste a fasce colorate, nel frusciante pizzo e nel fiocco azzurro svolazzante, restituiti con una stesura sciolta e luminosa, impreziosita da vivaci rialzi cromatici. Una condotta più densa contraddistingue, invece, la resa del volto e lo scorcio abbreviato della mano. Nonostante lo stato attuale del dipinto induca alla cautela, sembra possibile poter avanzare, in questa sede, qualche parallelo con l'opera pittorica di Giuseppe Bonino che sappiamo molto attivo per le più notabili famiglie cittadine e anche per alcuni ritratti di benefattori dell'Ospedale di Circolo.
Tornano nell'opera qui presa in esame alcuni elementi tipici della maniera del Bonino come una certa inclinazione per composizioni luminose e nitide e un generale assestamento su scelte ancora alla Magatti. Sono visibili, inoltre, le felici, e perciò tante volte replicate, pose dei personaggi che il Bonino sceglie di ritrarre lievemente girati su di un lato e con la mano aperta verso lo spettatore (si vedano il ritratto di Carlo Martignoni, quello di Carlo Giuseppe Veratti o quello di un altro nobile membro della famiglia Martignoni) .
Pure è ravvisabile un certo gusto per la raffinatezza dell'abbigliamento mondano. Per quest'ultimo aspetto si confronti, l'immagine gratulatoria con l'autoritratto di Giuseppe Bonino (recentemente incluso nel catalogo del pittore da Francesco Frangi) o con il ritratto dell'orafo Angelo Pasquale Ventura, già presso l'Ospedale di Varese.
Quanto all'effigiato, risulta che Gaetano Tognola fosse uno degli iscritti nel "Venerando Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano e del suo Ducato". Egli nacque, così come ci riporta il Borri, da "Carlo Alessandro, dottor in legge, e per molti anni procuratore dello spedale, e da Giovanna Biffignandi" il 29 maggio 1766, a Milano.
Inoltre, nel 1799 Gaetano Tognola viene citato tra i nuovi amministratori per il Luogo pio della Misericordia in Milano, in sostituzione di Gottardo Calvi, assieme a Luigi Albertolli .
Rimasto celibe, il 9 dicembre 1829 a Varese, dove aveva preso dimora sin dal 1825, stendeva le sue ultime volontà a favore del "venerando Ospitale civile di questa città di Varese, Delegazione di Como, al quale, a titolo di legato per detta incombenza, assegno annue milanesi lire seicento, da ricavarsi dalla stessa mia sostanza". Disponeva che ogni anno, in perpetuo si distribuissero agli abitanti della Rasa (quartiere tutt'ora esistente in Varese), "uno staio di riso, un decimo di quintale metrico di sale da cucina, e tanto pane, quanto se ne potesse convenevolmente fare, con uno staio di segale e uno di granturco".
Forse memore della sua esperienza amministrativa presso i luoghi di assistenza milanesi, istituì un Opera Pia alla quale venne dato il suo nome. L'istituto di assistenza soccorreva le "povere figlie nubili in occasione del rispettivo loro collocamento in matrimonio, che siano del luogo della Rasa suddetta, ed ivi stabilmente domiciliate, e dopo di queste a quelle stabilmente domiciliate in detta città di Varese".
Morì a Varese il 27 settembre 1838. Il Borri prosegue scrivendo che "del benefattore è reso duraturo il ricordo anco per un suo ritratto, a mezza figura, di sconosciuto e poco valente pennello, che lo ha rappresentato i veste da camera, mostrando colla destra una lettera chiusa. Non fu commesso all'artista dallo spedale. Credesi esistesse già nella casa del Tognola".

Collocazione

Provincia di Varese

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. dei Sette Laghi

Credits

Compilazione: Castaldo, Clara (2009)

Aggiornamento: Castaldo, Clara (2010)

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