Beata Vergine con San Rocco e Sant'Antonio Abate

ambito lombardo

Beata Vergine con San Rocco e Sant'Antonio Abate

Descrizione

Identificazione: Madonna con Bambino e Santi

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1400 - ante 1499

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: intonaco/ applicazione su tela

Notizie storico-critiche: Già nel 1926, come si evince dal carteggio rinvenuto presso l'Archivio dell'Ospedale gallaratese, l'architetto Attilio Puricelli aveva dimostrato di avere a cuore la sorte del bell'affresco che si trovava nella sua casa "prospettante il Viale Milano, in faccia all'attuale caserma militare". L'architetto che riteneva l'opera del "400" ventilava, in vista dell'abbattimento della casa, il trasporto all'ospedale, individuandone fin da subito il luogo adatto per la conservazione: la "parete dello Scalone centrale" dell'Ospedale, dove effettivamente si trova ancora oggi.
Lo strappo venne eseguito nel giugno del 1930, e l'affresco, riportato su tela e fissato ad un telaio, venne restaurato dal pittore Carlo Pianca di Milano.
La traslazione è testimoniata da una piccola lapide posta ai piedi del bene.
Significativo è anche lo scambio di lettere tra la prefettura di Varese e il presidente dell'Ospedale, in merito alla richiesta di autorizzazione alla Soprintendenza competente: viene chiaramente esplicitato che l'opera non risulta elencata nel catalogo delle Belle Arti, ma che si tratta "solo di un antico ricordo dell'Ospedale primigenio".
Per dar credito a questa affermazione, bisogna andare ancora un po' più indietro nel tempo, fino al 1874 dove, cercando tra le carte dell'"Eredità Carolina Solbiati",
la strada provinciale per Milano, al civico n° 267, denominata Casa della Cochin", fosse "di utile proprietà della Causa Pia Solbiati" e "di diretto dominio dell'Ospedale Civile di S. Antonio". Quindi, come si evince dalle carte, la casa era già di proprietà dell'Ospedale. Come poi arrivò ai Puricelli è presto detto: probabilmente era troppo gravosa la manutenzione dello stabile per il nosocomio, per cui proprio nel 1874 venne indetta un asta pubblica che fu vinta dai fratelli Abramo ed Elia Puricelli-Guerra, che pagarono la somma di 19.800 lire italiane. Passarono quindi, almeno due generazioni, prima che l'edificio diventasse di proprietà dell'architetto Attilio.
L'opera, nella quale si è spesso confuso San Rocco con il Beato Giobbe (come recitano molti documenti d'archivio), è sicuramente ascrivibile al quattrocento lombardo: non vi è ancora interesse all'indagine prospettica e le proporzioni non sono la principale preoccupazione dell'artista; la composizione appare statica, le figure sembrano bloccate nella loro gestualità. Ma se davvero l'opera si trovava su una casa in una strada di grande scorrimento, che da sempre collega Gallarate a Milano, è facile intuire come prevalesse maggiormente la volontà di far sentire il viandante protetto nel suo cammino.

Collocazione

Provincia di Varese

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. della Valle Olona

Credits

Compilazione: Marcora, Lisa (2009)

Aggiornamento: Marcora, Lisa (2010)

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