Amore e Psiche
Gandini, Saverio
Descrizione
Autore: Gandini, Saverio (1729 -1796), pittore
Cronologia: post 1790
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco
Misure: 5.52 m x 6.82 m
Descrizione: La decorazione pittorica prevede una quadratura architettonica resa con un monocromo grigio entro la quale si inseriscono sia riquadri figurati policromi sia partiti decorativi ancora a monocromo. Iriquadri angolari presentano decorazioni a grottesche vivacemente colorote nei toni dell'azzurro e del rosa; lungo l'imposta della volta, invece, corre un fregio a monocromo nel quale si alternano girali vegetali e oculi con figure; al centro della volta si trova il grande riquadro con la raffigurazione di Amore e Psiche accompagnata da quattro medaglioni con le singole figure delle divinità. Mascheroni e candelabre arricchiscono il partito architettonico.
Notizie storico-critiche: Nel 1782 muore Vincenzo Averoldi, ultimo erede in linea diretta maschile del casato Averoldi che aveva fondato e fatto costruire il palazzo di via Moretto e contrada Santa Croce a metà del XVI secolo. L'edificio e tutto il suo ricco contenuto passano per via ereditaria femminile (da Barbara Averoldi, sorella di Vincenzo sposata con Ferdinando Chizzola, del ramo di Erbusco) a Giuseppe e Faustino Chizzola. Assumendo anche il cognome Averoldi, i due fratelli si stabiliscono nel palazzo bresciano e avviano importanti lavori di ammodernamento e ristrutturazione del palazzo documentati dal 1787/88 fino alla fine degli anni Novanta del Settecento. I lavori modificano profondamente l'aspetto del palazzo. Le ali laterali vengono alzate di un piano per creare nell'ala est dell'edificio e nell'angolo nord-est due appartamenti privati e per fare spazio nel corpo di fabbrica occidentale ad un appartamento di società. Il piano nobile del corpo di fabbrica centrale viene completamente rivisto per dare vita al grande appartamento da parata tuttora esistente al quale si accede attraverso il monumentale scalone compiuto presumibilmente intorno al 1793. Accanto al grande salone che costituisce il cuore dell'appartamento di rappresentanza, si trova una sala che presenta, sulla volta, una elegante decorazione ad affresco raffigurante divinità greco-romane inserite in una quadratura architettonica. Sulla sua autografia non ci sono dubbi, perché in uno dei partiti decorativi, si legge la firma di Giuseppe Teosa, mentre per fissarne la cronologia è stato fondamentale il ritrovamento fortuito di un libro cassa settecentesco che documenta le spese sostenute per la ristrutturazione del palazzo pubblicato da Giuseppe Merlo. Secondo queste note manoscritte Teosa viene pagato il 22 maggio 1790 per la "Stanza superiore vicino alla Sala" che può essere identificata facilmente con l'ambiente che contiene la decorazione pittorica oggetto della schedatura.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/y0020-00155/
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