205. Brescia agricola

Sottotitolo Giornale agricolo commerciale poi Giornale agricolo commerciale organo ufficiale per la pubblicazione degli atti del Comizio agrario.
Luogo Brescia.
Durata 5 aprile 1884 (a. I, numero di saggio) - 28 marzo 1889 (a. V, n. 52).
Periodicità Settimanale.
Gerente Francesco Poscia poi Giuseppe Sabotti poi Gezio Mazza poi Giovanni Aliprandi.
Stampatore Brescia, Tipografia Istituto Pavoni.
Pagine 4.
Formato 50x35 cm.

Fondato da agricoltori e agronomi bresciane tramite la sottoscrizione di quote azionarie, è uno dei periodici agrari più ricchi e dinamici della seconda metà dell’Ottocento: persegue gli interessi economici locali promovendo inchieste ed appelli, ma riferisce anche notizie agrarie di rilevanza nazionale e internazionale, offrendo una panoramica allo stesso tempo vasta e approfondita dei progressi della tecnologia in materia di coltivazioni e di industrie agrarie. Nel Programma, pubblicato sul numero di saggio che precede l’uscita regolare del giornale, esso si presenta quale “portavoce degli interressi agrari provinciali” dal momento che sorge “per mano di chi ne deve approfittare, senza pretese, con molta semplicità”. Lo stesso “modico” prezzo di vendita, fa notare altrove, ne rende possibile la lettura “anche ai meno abbienti per la maggior parte coltivatori” (Ai lettori della «Brescia agricola», 28 marzo 1889).

Ancora nel Programma si osserva come “questioni tecnico-agrarie ed economiche affatto nuove sorgono ogni giorno e le svariate regioni agrarie di questa provincia sentono bisogni... a cui cercherà di giovare questo giornale”. Il suo impegno sarà infatti quello di “portare a cognizione dei coltivatori nostri... quanto si agita nel mondo scientifico e la pratica agraria stimò utile e conveniente”. Il giornale apre quindi le sue pagine ad “indagini e proposte” sulla zootecnia bresciana e a notizie sullo stato delle campagne, sulle più importanti industrie agrarie e sull’andamento delle coltivazioni “non solo della nostra provincia, ma dei centri principali di produzione nazionali ed esteri”; inoltre riferisce “con notizie appurate e precise sui prezzi degli svariati prodotti agrari nostri accennando alle tendenze dei principali mercati”.

Le prime due pagine di ogni numero contengono una “Rivista agraria” sull’andamento delle coltivazioni nella provincia bresciana, corrispondenze da diverse località lombarde, notizie “istruttive” e “varie”; la terza pagina è invece appannaggio della “Parte commerciale” con i listini dei prezzi dei prodotti sui mercati.

Gli articoli, quasi tutti originali anche se per la maggior parte anonimi o firmati soltanto con le iniziali dell’autore, seguono da vicino la politica economica italiana ed estera, offrono consigli in tema di zootecnia, apicoltura, pollicoltura, bachicoltura, gelsicoltura e viticoltura o, ancora, riferiscono di circolari ministeriali, congressi internazionali, concorsi ed esposizioni. In appendice compaiono articoli a puntate su ricerche ed esperimenti in materia di allevamento, coltivazioni e orticoltura, oppure notizie storiche e geografiche curate da Gabriele Rosa; curiose Lamentazioni d’un baco da seta, 1° maggio 1884, a firma Epimenide.

Fra i periodici regolarmente citati vi sono il «Corriere del villaggio», «Il coltivatore», la «Pastorizia del Veneto», e altre riviste specializzate. La lista dei collaboratori più assidui comprende firme di prestigio (Gaetano Cantoni, Giovanni Marchese, Giacomo Sormanni) accanto a Sante Cettolini, Bernardino Mazzotti, Francesco Patria, Ercole Strada, Lodovico Venturoli e Antonio Viappiani.

Interessante la serie di inchieste sui progressi e sulle difficoltà dei singoli settori produttivi come i caseifici (Incremento del caseificio nella velli bresciane, 17 aprile 1884; Aumentiamo la fabbricazione del burro, 22 maggio 1884; Latterie sociali mantovane, 12 giugno 1884), gli allevamenti equini (Le stazioni di monta governative in provincia, 5 aprile 1884; Le condizioni dell’allevamento equino nel Mandamento di Orzinuovi, 24 aprile 1884), la risicoltura (Dovremo abbandonare la coltivazione del riso?, 8 maggio 1884, a firma E. S.; Per le risaje, 25 dicembre 1884) e altri (L’olivicoltura sulla riviera del Garda, 1° e 22 gennaio 1885, B. Z.). Uno sguardo d’assieme è nella relazione sull’agricoltura della provincia di Brescia per l’anno 1885, pubblicata sui numeri del 14, 21 e 28 gennaio 1886.

In altri casi le indagini condotte dal giornale prendono invece in esame precise zone di produzione: cfr. Il presente e l’avvenire dell’agricoltura in Valtenise, 23 ottobre 1884; L’industria agricola nella riviera benacense, 2 aprile 1885; A proposito della diffusione di buoni tori nelle valli bresciane, ibidem. Anche il credito gode di un occhio di riguardo in Credito agrario bresciano, 21 maggio 1885 e negli articoli che analizzano i bilanci dell’istituto.

Il giornale sollecita poi quelle iniziative che ritiene potenziali fonti di sviluppo per l’economia locale, ora esortando gli industriali della zona a valutare se i giacimenti di minerali delle valli bresciane “siano convertibili in sorgenti di ricchezze” (In cerca di nuove fonti di fosforo, 5 aprile 1884), ora rivolgendosi alle organizzazioni agrarie perché rendano coltivabili nuove terre (La redenzione delle nostre paludi, 10 luglio 1884).

Ma la «Brescia agricola» si spinge anche più in là, arrivando a deprecare l’aggravarsi delle imposte statali, comunali e provinciali che colpisce l’agricoltura “doppiamente più che ogni altra fonte di reddito” (Un grido!, 25 settembre 1884). E inserendosi nel dibattito sulla politica economica da adottare a livello nazionale, prende più volte posizione a favore del protezionismo sia per i prodotti agricoli che per quelli dell’industria agraria (Urge il dazio di protezione, 15 gennaio 1885, sul commercio dei grani e Necessità di tutelare la produzione del burro di latte, 2 dicembre 1886), portando ad esempio per i fautori del libero scambio i dazi di questo genere già introdotti negli altri paesi (articoli del 12 febbraio e del 19 marzo 1885).

Già prima di diventarne l’organo ufficiale (all’inizio del 1888) riporta le circolari del Comizio agrario di Brescia. Col trascorrere degli anni, però, una parte sempre maggiore del giornale è riservata agli studi, ai consigli pratici e agli atti ufficiali, a tutto detrimento delle inchieste sulla produzione nelle diverse zone della provincia: scelta, questa, che pregiudica in parte l’aggancio del periodico con le realtà locali, i loro problemi e le loro necessità. Nell’ultimo numero, proprio allo scadere dei cinque anni di vita, il giornale annuncia una riunione degli azionisti per valutare i risultati economici della sua gestione e quindi l’opportunità o meno di proseguire la pubblicazione. Per essa, afferma, servono “oltreché mezzi economici adeguati, anche la cooperazione di valenti agronomi”: ma venendo meno questi contributi, deve cessare.

A. Ac.

Raccolte: MI120: 1884-1886; 1887 (lac.); 1888-1889.