210. Bullettino del Comizio agrario di Cremona

Dal 15 settembre 1885 (a. XV, n. 1 §Bullettino del Comizio agrario circondariale di Cremona§.

Sottotitolo Giornale di agricoltura poi nessuno.
Luogo Cremona.
Durata 15 gennaio 1871 (a. II, n. 1*) - ottobre 1893 (a. XIX, n. 10*). Nelle annate 1877, 1878 e 1879 si registra una particolare irregolarità nei tempi di pubblicazione della rivista, che alterna a numeri doppi e tripli anche lunghi periodi di interruzione delle pubblicazioni (nel 1878 esce solo con i numeri del 20 febbraio e del 17 luglio, mentre nel 1879 con i numeri di gennaio, febbraio e novembre). Interrompe inoltre le pubblicazioni dal 31 giugno 1887 (a. XVIII, n. 11-12-13) al gennaio 1893 (a. XIX, n. 1).
Periodicità Quindicinale poi mensile.
Direttore Carlo Quaini poi Girolamo Molon.
Gerente Redattore e gerente responsabile: Guido Groppi poi Luca Taglietti poi Celeste Ruggieri (redattore responsabile) e Luca Taglietti (gerente responsabile) poi Annibale De Vecchi (gerente responsabile).
Editore Comizio agrario di Cremona.
Stampatore Cremona, Tip. Ronzi e Signori poi Tip della "Provincia", già Ronzi e Signori.
Pagine Varia da 8 a 18.
Formato 37x25 cm poi 24 x 16 cm.

I numerosi problemi dell'agricoltura cremonese ("abbiamo bisogno di far progredire l'istruzione nelle campagne, siamo nella necessità di provvedere all'impinguamento delle nostre roggie mediante nuove derivazioni di acque; manchiamo ancora di istromenti agricoli già in uso presso altre nazioni; dobbiamo migliorare quelli che possediamo; vi sono le case coloniche, le stalle e altre costruzioni rurali che reclamano pronti provvedimenti; vi sono terreni incolti e maltenuti, industrie latenti che aspettano capitali e braccia per dare i loro frutti; vi sono nuove coltura da introdurre, nuove piante da acclimatizzare; vi sono latifondi che aspettano di essere bonificati o resi più produttivi", Il nuovo anno, 15 gennaio 1871), vengono presi in esame dal «Bullettino» con l'intento di inaugurare un utile lavoro di "propaganda e progresso", ampliando così la propria area di intervento in modo da integrare il precedente, limitato ruolo di semplice portavoce delle circolari ministeriali (La nostra strenna, 15 gennaio 1871).

Le numerose rubriche nelle quali viene principalmente ordinata la stesura della rivista ("Voce dai campi", "Economia rurale", "Massime agronomiche", "Legislazione agraria", "Apicoltura", "Bachicoltura", "Vinicoltura", "Veterinaria"), offrono, mediante brevi articoli a carattere pratico, una serie di informazioni intorno alle condizioni e ai bisogni particolari dell'agricoltura del circondario, nell'intento esplicito di popolarizzare i risultati della ricerca scientifica e avviare la razionalizzazione dei metodi colturali e di allevamento.

Uno dei problemi più urgenti dell'agricoltura locale viene individuato nella siccità, che "rende falliti i principali nostri prodotti, quali sono i lini, i prati, il granoturco e il riso" (Irrigazione, 15 gennaio 1871), al quale pertanto viene destinata un'ampia trattazione, con continui ragguagli al lettore sui progetti d'ingegneria proposti per assicurare il necessario apporto di acqua alle rogge.

Le Relazioni sullo stato dell'agricoltura del circondario di Cremona pubblicate annualmente e numerosi articoli di ampio respiro offrono poi un quadro esaustivo della realtà produttiva locale, nei quali emerge continuamente la necessità di "aprire all'agricoltura nostra nuove vie ad un maggior sviluppo reclamato dalle esigenze dell'attuale progresso, e nello stesso tempo di infondere novella vita al commercio e all'industria della provincia" (L'industria linifera nel cremonese, 30 novembre 1876; si segnalano inoltre gli scritti: Carlo Quaini, Industria linifera, 1° marzo 1880; Relazione intorno all'industria del caseificio nel circondario di Cremona, 15 maggio 1873 e B. Moreschi, Il caseificio in Italia, 1° marzo 1882 e sgg.). Nel 1880, dopo alcuni anni di vita alquanto stentata, il «Bullettino» riprende ad essere pubblicato con periodicità regolare, ampliando il proprio campo d'intervento alla trattazione delle "relazioni esistenti fra proprietari o affittuari ed i lavoratori del suolo [...] delle condizioni fisiche, morali ed intellettuali ed economiche dei lavoratori del suolo [...] dei contratti d'affittanza coi loro pregi e difetti. Insomma il «Bullettino» sarà il monitore del nostro progresso agricolo, l'intelligente interprete della grande classe degli agricoltori e specialmente dell'importantissimo ceto dei fittabili, cui per buona parte è affidata la coltura dei nostri terreni, come quelli che possono più d'ogni altro imprimere un progressivo impulso alla nobile arte dei campi e dai quali si attende un decisivo miglioramento nella condizione della classe lavoratrice" (Onorevoli soci e agricoltori!, 1° febbraio 1880). A questo proposito si segnala il lungo scritto di A.D. Bodini, Sulle condizioni dei nostri contadini (15 maggio 1880), nel quale vengono denunciate le numerose cause che progressivamente hanno concorso alla diminuzione dei mezzi di sussistenza dei contadini, fra le quali viene data particolare evidenza, oltre che alla tassa sul macinato e all'aumento del prezzo del sale, "all'aggio per il cambio della carta coll'oro, cresciuto in conseguenza del corso forzoso, che porta un aumento nel prezzo dei generi che stando al di sotto del vero si può ritenere del 10%; all'aumento delle pigioni portato dall'aumento di popolazione e dalla tassa dei fabbricati che è pure causa di maggior malessere; all'aumento esorbitante degli affitti dei fondi a cui inconsultamente si sono lasciati andare i fittabili, aumento gravato sempre ancor più dalla tassa sempre crescente di ricchezza mobile". L'autore prosegue poi segnalando la dannosità del sistema colonico praticato nel circondario, che si configura come un misto di compartecipazione e salario fisso privo dei vantaggi ma con tutti gli inconvenienti dei due sistemi isolati, mentre difende il sistema del salario, in quanto "se metterà in grado il contadino di far fronte ai suoi più urgenti bisogni, lo affezionerà alla persona che glielo fornisce [...] così che l'agricoltura, resa affatto libera, può avviarsi con passo sicuro sulla via del progresso senza temere sconcerti sociali" (Id.; su questa questione si segnala la polemica instauratasi fra l'autore dell'articolo e Giovanni Fiorini, presidente del locale Comizio agrario e collaboratore fisso del «Bullettino» per molti anni, difensore del sistema misto che prevede l'erogazione di un salario in denaro, la compartecipazione a vari prodotti del suolo, e la somministrazione di derrate in natura, nei termini indicati negli articoli La compartecipazione dei coloni, 1° giugno 1880; Difetti e pregi dei nostri contratti di affittanza, 1° agosto 1880 e sgg.; Il patto colonico e le condizioni economiche dei nostri contadini, febbraio 1893 e sgg.).

Un considerevole numero di articoli viene inoltre destinato alla trattazione del tema della perequazione fondiaria, presentandosi la provincia di Cremona come quella "come afferma il senatore Jacini, in cui ha luogo la massima sproporzione fra il reddito reale e la fondiaria, e le imposte sottraggono dal reddito perfino il 60%" (La perequazione fondiaria e il circondario di Cremona, 1° settembre 1881; a questo proposito si segnala inoltre la pubblicazione della petizione inviata dal C6mizio agrario di Cremona al Parlamento nazionale al fine di sollecitare la discussione e approvazione di una legge ispirata ad una "vera giustizia distributiva tributaria", Per la perequazione fondiaria, 31 marzo e 15 aprile 1883).

Nel 1893 la pubblicazione del «Bullettino» da parte del Comizio agrario riprende dopo oltre sei anni di silenzio: "Il suo programma non può che essere modesto [...] si occuperà quindi in modo speciale di oggetti di interesse agrario locale. Darà notizia degli atti della direzione e delle assemblee dei soci e delle mercuriali, dei mercati del circondario, ricorderà e raccomanderà le operazioni più importanti che si svolgono durante l'anno in ogni ramo dell'industria agricola, tratterà dei bisogni di essa e dei provvedimenti correnti. Si occuperà poi con amore speciale dei fattori del nostro organismo agrario, sempre avendo di mira di conciliare i reciproci interessi" (Ai sig. soci, gennaio 1893).

C. Ro.

Raccolte: CR007: 1871 - giugno 1887. MI120