258. Il Contribuente

Sottotitolo Giornale di Busto Arsizio.
Luogo Busto Arsizio.
Durata 2 marzo 1907 (a. I, n. 1) - 30 novembre 1907 (a. I, n. 37*).
Periodicità Settimanale.
Direttore Giovanni Bazzi (redattore responsabile).
Stampatore Varese, La Prealpina stab. d'arti grafiche.
Pagine Da 4 a 6.
Formato 51x34 cm.

Portavoce dei "tartassati contribuenti bustesi", si propone come "l'amico, il difensore audace, fedele e risoluto delle rivendicazioni dei contribuenti, il denunciatore implacabile di tutte le ingiustizie e di tutti i favoritismi" (23 marzo 1907) e come "il rappresentante genuino e l'eco fedele dei loro interessi così vergognosamente calpestati" (Agli amici, 23 marzo 1907). Affermando con orgoglio di non essere "emanazione di nessun partito", assume un atteggiamento polemico e "di aperta opposizione" nei confronti dell'amministrazione comunale bustese, ritenuta "pseudo-democratica" per "i favoritismi già altre volte denunciati, l'eccessivo e sproporzionato inasprimento delle tasse che hanno resto troppo costosa la vita, lo sprezzo della volontà dei cittadini, la burocrazia e il despotismo eretti a sistema". Apre le sue colonne a tutti, in particolare "agli esercenti", perché possano "farvi sentire la loro voce, manifestare i loro pensieri, lanciare le loro iniziative, fare le loro osservazioni".

Principale bersaglio del giornale, oltre alla tassa "domestica" (ovvero sui domestici), è la "tassa di famiglia", difesa dall'avversario «Risveglio bustese», col quale il foglio polemizza ripetutamente. La mediocre fattura è riscattata dall'ampiezza degli interessi (cronaca nazionale, estera e locale; note satiriche; articolo di cronaca giudiziaria, sportiva, sindacale e di economia, per esempio sull'esposizione industriale a Milano) e dal vigore della protesta, che lo espone ad attacchi del «Lavoro» per la ferma opinione antisocialista e provoca (il 4 maggio 1907) una denuncia della giunta bustese per diffamazione e ingiurie. Il giornale, al quale collaborano Enrico Castiglioni, Pietro Gussoni, Giovanni Nicora, Camillo Pozzi e Pietro Triulzi, apre una sottoscrizione per far fronte alle spese di un eventuale processo così da provocare oltre 500 ricorsi giudiziari contro la "tassa di famiglia", e pubblicare la trascrizione dei relativi dibattimenti. Dopo una serie di ricorsi per conflitti di competenza fra i diversi tribunali, la causa si risolve in una conciliazione tra le parti. Sull'ultimo numero reperito Bazzi conferma di mantenere la direzione del giornale, del quale però non si hanno poi altre notizie.

A. Ac.

Raccolte: MI120: 1907.