311. L'Eco della borsa

Dal 2 gennaio 1839 (a. III, n. 1) §Eco della borsa§.

Sottotitolo Ricchezze territoriali, interessi del commercio, progressi dell'industria poi Indipendenza, libertà, unione, forza. Giornale degli interessi politici e commerciali italiani poi Libertà, unione, forza. Giornale degli interessi politici e commerciali italiani poi Commercio, industria, agricoltura poi Foglio della sera e foglio politico-industriale poi Foglio politico-commerciale.
Luogo Milano.
Durata 7 gennaio 1837 (a. I, n. 1) - 31 marzo 1860 (a. XXV, n. 77). Nel dicembre 1836 escono tre numeri di prova privi di annata e numero.
Periodicità Settimanale poi bisettimanale poi trisettimanale poi quotidiano.
Direttore M. Battaglia (redattore poi direttore responsabile).
Gerente Michele Battaglia (gerente-proprietario) poi Carlo Scorta poi F. Cantaluppi.
Editore [Camera di commercio di Milano] poi Michele Battaglia (gerente proprietario) poi G. Redaelli.
Stampatore Milano, Tipografia Bernardoni poi Redaelli.
Pagine 4.
Formato [Microfilm]
Note Allega come supplemento un foglietto di 2 o 4 facciate con il bollettino della Borsa di Milano e di Vienna (corso dei cambi e fondi pubblici) e i prezzi delle sete sulla piazza di Milano. Di tale supplemento, bisettimanale e poi settimanale, è annunciata anche un'edizione in francese, non reperita; viene assorbito nel 1852, consentendo al periodico di diventare trisettimanale.

Giornale inizialmente dedicato alle attività economiche e alle contrattazioni di borsa; delle prime descrive le condizioni e auspica lo sviluppo nel Lombardo-Veneto, delle seconde riporta le quotazioni in appositi bollettini. Pubblica anche notizie in materia di credito, finanza, assicurazioni, agricoltura, sui mezzi di trasporto, sullo sviluppo delle vie di comunicazione e sulle attività edilizie in Milano.

In appendice pubblica articoli di geografia, storia e viaggi e soprattutto ? ma solo nei primi due anni –articoli e statistiche di “economia sociale” su diversi paesi raccolti sotto il titolo di “Varietà”: si va dagli istituti di beneficenza alle case di penitenza per detenuti, dai censimenti della popolazione ai mezzi di miglioramento per le classi inferiori della società. Rilevante anche l’attenzione ai temi sociali, anche se in una prospettiva paternalistica (v. anche Impiego dei fanciulli nelle manifatture, 11 giugno 1837). In seguito tale appendice contiene articoli di giurisprudenza commerciale, amministrativa e civile e un “Bullettino mercantile”.

Fino al 1848 riporta sotto la testata, a mo’ di programma, questo estratto dal decreto organico della Camera di commercio di Milano datato 27 giugno 1811: “Si occuperà di riunire tutte le notizie intorno allo stato attuale del commercio, delle fabbriche e manifatture del regno, alle difficoltà che ne ritardano lo sviluppo o il progresso, ed intorno ai mezzi di farlo prosperare; proporrà le sue viste sopra i premj e gli incoraggiamenti da darsi agli inventori od introduttori di macchine, stabilimenti e metodi più utili, sui regolamenti per la polizia delle fabbriche, ed in generale tutto ciò che può interessare il commercio, le fabbriche e le manifatture del regno”. Sulla prima pagina del numero datato 10 dicembre 1836 annota inoltre: “Tutte le materie d’interesse generale sono attinte ai fogli periodici di maggior fama, ed alle opere migliori di pubblica economia”.

Sempre a livello programmatico, esemplare è l’articolo La nostra industria pubblicato sempre il 10 dicembre 1836: “È un fatale errore il pretendere che un paese agricola [sic] non debba essere manifatturiere […]. Da un lato è chimerico il timore che i paesani possano abbandonare le campagne per abitare le città, e dall’altro insegna l’esperienza che ovunque compariscano nuovi mezzi di sussistenza, la popolazione cresce in ragione di essi”. L’autore dell’articolo (anonimo come avviene per la maggior parte degli scritti) fa l’esempio di Manchester, Birmingham e Liverpool per poi proseguire: “Le manifatture prestano occupazione alle donne, ai vecchi, ai fanciulli ed agli infermicci inabili ai lavori agrarj: la stessa vicenda delle stagioni permette al paesano di occupare quei giorni, ove gli manca il lavoro dei campi. Finalmente più l’agricoltura è florida, più abbisogna di vicini e numerosi consumatori per ismaltire ad ogni istante i suoi prodotti”. E dopo aver ricordato le produzioni lombarde dal XII al XVIII secolo, l’autore conclude: “Avvalorati dalla certezza di questi fatti, con deliberato proposito intendiamo rivendicare l’onore della patria industria, e ci accingiamo all’impresa parlando con dettaglio di uno tra i principali stabilimenti di Milano: degli altri faremo cenno successivamente”.

Ha così inizio un’interessante rassegna delle industrie e dei distretti industriali lombardi e veneti (cotonerie, vetrerie, oreficerie, manifatture tessili, stabilimenti meccanici di precisione), alla quale se ne affianca un’altra di quelle estere, divise per settore di produzione o per località. Nel 1838 il periodico sostituisce queste rassegne con una riservata ai progressi raggiunti dalle varie nazioni nella produzione e nell’associazione industriale, oltre che alle invenzioni e scoperte nelle arti e alle maggiori imprese commerciali.

All’inizio del 1839 la direzione riferisce “del più lusinghiero successo” riscosso dal giornale e ribadisce di volerlo “limpido nelle espressioni, ma alieno da ogni pompa di concetti e di stile; poiché questo foglio, rigido seguace dell’utile e del positivo, vuol essere e debbe sempre mantenersi volgare, ed a livello di tutte le capacità ed educazioni” (Ai gentili lettori, 2 gennaio 1839).

Fra gli argomenti dei numerosi articoli di economia vi sono le società di assicurazione, lo sviluppo demografico, le miniere, le opere pubbliche, i prezzi dei vari prodotti, le strutture per le comunicazioni e i trasporti (nei paesi europei, americani e nordafricani) e ancora le camere di commercio, le casse di risparmio, la carenza di combustibili nei vari stati italiani. Agli articoli si affiancano rubriche sui comizi provinciali d’agricoltura, i bilanci di gestione delle vie di comunicazione, una “Rivista ebdomadaria” con notizie di borsa interne ed estere (su effetti pubblici, cambi, merci, movimento delle aziende commerciali, nuovi esercizi, cessazioni e fallimenti, nomine ? ad esempio orefici, agenti di cambio e sensali di seta ? e circolari di commercio) e un bollettino delle borse di Londra e Parigi. Negli anni quaranta un “Diario industriale” raccoglie notizie da diversi giornali stranieri, soprattutto inglesi e francesi, mentre un “Quadro statistico delle ditte commerciali” tratta il movimento delle stesse in Milano.

Fra gli articoli dedicati al commercio e alle produzioni lombarde (ma ne compaiono molti dedicati pure agli altri stati italiani) vanno segnalati Una rassegna dell’economia bresciana (12 marzo 1837; molto ricca di dati, comune per comune), Del lago di Como (30 aprile e 7 maggio 1837, che tratta dei lavori per contenerne le piene), Delle brughiere nella provincia di Milano (21 maggio 1837), La brughiera della Groana (9 luglio 1837), La Valsassina (30 luglio 1837), La Brianza, il piano d’Erba e la Valassina. Cenni statistici (13 agosto 1837), Lignite di Leffe (26 novembre 1837), Risorgimento delle manifatture di seta in Milano (25 gennaio 1843), Commercio delle sete lombardo?venete coll’estero dal 1842 al 1845 (11 febbraio 1846, che usa come fonte i dati del Lloyd austriaco) e gli articoli sui monumenti e le opere edilizie milanesi (24 dicembre 1837 e 15 marzo 1838).

Un’attenzione particolare è riservata allo sviluppo dei trasporti e in particolare a quello delle linee ferroviarie nel Lombardo-Veneto (come la Milano?Verona o la Milano?Monza), con suggerimenti sui percorsi e analisi delle ripercussioni sull’economia locale: v. ad esempio Fr. Longhena, Navigazione a vapore in Lombardia, 1° febbraio 1842, Le strade ferrate di Milano?Monza?Como, 13 gennaio 1847, Condizioni delle strade ferrate in Italia, 7 novembre 1849 e Sulle strade ferrate lombarde, 12 novembre 1849. Altro argomento trattato più volte è l’illuminazione a gas: v. per tutti l’articolo Preliminari sulla illuminazione a gaz in Milano, 9 febbraio 1842.

Meritano infine un cenno altri scritti di carattere generale quali Le banche e le compagnie. Vantaggi dello spirito d’industria in Europa (del “bancocrate” siciliano barone Giuseppe Corvaja, 21 giugno 1838), L’associazione dei capitali e del lavoro, unico mezzo per ottenere grandi risultati dall’industria locale (4 settembre 1844), Tendenze generali al libero commercio (6 maggio 1846) e Opportunità di mitigare le condizioni imposte alle compagnie industriali (30 dicembre 1846).

Per quanto riguarda l’evoluzione dei contenuti, il giornale dopo pochi anni si discosta dagli interessi sociali degli esordi, spostandosi su posizioni più decisamente liberiste: v. l’articolo, esemplare fin dal titolo, La prosperità dell’industria accresce le ricchezze dei proprietarii (8 dicembre 1839). In proposito si leggano anche queste righe, dove il compito di rimediare alle storture del sistema capitalista è attribuito ai governi delle nazioni: “Coloro i quali, mercé le coalizioni dei lavoranti, hanno immaginato che il tumulto della pubblica piazza bastasse a definire quelle materie che tanto interessano l’umana società, finalmente confessino che la via da loro scelta avviluppa le difficoltà invece di spianarle […]. I principî [economici] sono eterni. Non crediamo possibile di arrivare al punto in cui la divisione del lavoro ridurrà le funzioni dell’operaio ad un operazione [sic] macchinale: né col moltiplicare le produzioni si potrà mai impedire che la libertà dell’industrie ingeneri la concorrenza, e questa i dispiacevoli scandali quando non sia contenuta entro giusti confini. Tali sono i principii: spetta alla saviezza progressiva delle nazioni il mitigarne le conseguenze troppo rigorose” (L’economia industriale nel 1840, 30 dicembre 1840).

L’impostazione dei foglio emerge ancora dall’analisi delle Influenze industriali favorevoli alla moralità delle classi artigiane (16 febbraio 1842), dove si fa palese professione di paternalismo, ricorrendo anche a citazioni dalla Sacra scrittura. Alcuni anni dopo, rivolgendosi Ai signori associati (17 dicembre 1849) il foglio si definisce espressamente “moderato per indole e per principj” e dedito a coltivare “una sola specialità, e a dir vero la più importante, cioè l’industria, nelle sue molteplici manifestazioni”.

Nel 1843 spicca una serie di articoli sui Mezzi di miglioramento morale nel personale delle fabbriche; l’anno successivo un’altra sulle disposizioni del governo austriaco in materia d’industria e commercio. Inoltre, per tutta la prima metà degli anni quaranta il giornale pubblica molti articoli sulla libera circolazione dei cereali, dopo la politica economica avviata in questa direzione dall’Inghilterra. Nel 1845 compare un “Feuilleton étranger”, appendice letteraria in lingua francese.

Dal maggio 1848 il foglio pubblica alcuni articoli di intonazione patriottica e antiaustriaca (alcuni di Cesare Cantù) e notizie politiche interne ed estere. Ma con il ritorno degli austriaci tali contenuti spariscono per cedere il posto ad articoli scientifici e sull’economia degli stati italiani.

Negli anni cinquanta, divenuta di proprietà di Michele Battaglia, la testata modifica ancora i suoi interessi divenendo prevalentemente finanziaria ed occupandosi quindi di monete, credito, fisco; restano alcuni articoli sulle comunicazioni, sulle camere di commercio e sulla giurisprudenza commerciale mentre, a dispetto del nuovo sottotitolo (“Commercio?industria?agricoltura”) non vi compaiono quasi più articoli di tematica industriale né di agricoltura. Col passare degli anni acquista maggior rilievo l’informazione politica, sia pure entro gli stretti limiti consentiti dalla censura, con le rubriche “Cronaca italiana”, “Rassegna de’ giornali”, “Cronaca politica” e “Fatti diversi” (soprattutto esteri), poste spesso in apertura di giornale. Negli stessi anni vengono stampate due edizioni diverse, il sabato, distinguendole per sottotitoli (“Foglio della sera” e “Foglio politico?industriale”).

Nel 1859, divenuto quotidiano, il periodico assume Paride Suzzara Verdi come “segretario generale della redazione” e annota sulla testata “II distribuzione”, il che fa supporre una ribattuta rispetto a una prima edizione, non reperita. Nel 1860, infine, l’economia è ormai confinata nei soli bollettini e predominano gli scritti politici, tanto che, quando M. Battaglia "si mette a riposo" (Avviso, 27 marzo 1860), viene rimpiazzato dalla «Perseveranza».

A. Ac.

Raccolte: MI120: 1836-1847; 1848 (lac.); 1849-1851; 1852-1853-1857; 1858 (lac.); 1859 (lac.)-1860.