46. L'Amministratore

Sottotitolo Rivista di amministrazione, economia e finanza poi Monitore dell'industria e commercio.
Luogo Milano.
Durata 1° luglio 1904 (a. I, nuova serie, n. 1) - 15 maggio 1910 (a. VI, n. 128*).
Periodicità Mensile poi bimensile.
Direttore Isidoro Goldfinger.
Gerente Carlo Invernizzi poi Guglielmo Baggi poi Italo Luraschi.
Editore Nessuno, poi [Società anonima cooperativa «La Stampa finanziaria»].
Stampatore Milano, Premiato Stabilimento tipografico P.B. Bellini poi Stab. Tip.Lit Gius. Civelli poi Lodi, Società tipografica successori Wilmant poi Milano, Tipografia Arnaldo De Mohr.
Pagine Da 6 a 24.
Formato 33x23 cm.

Sul primo numero viene illustrato il programma della rivista: “Ci procureremo i bilanci, le organizzazioni degli enti pubblici, dei principali istituti finanziari e società anonime, li spiegheremo e criticheremo serenamente ma colla più grande indipendenza […] Le leggi in progetto e quelle di recente applicazione saranno studiate nei loro effetti sulla economia nazionale, locale e privata onde a loro favore, o contro di esse possano le persone, i sodalizi o gli enti interessati promuovere quelle manifestazioni che valgano a richiamare l’attenzione dei pubblici poteri sulle modificazioni che possono essere opportune. Si esamineranno le istituzioni straniere di carattere economico sociale degne di essere imitate e le innovazioni nei processi industriali […] Terremo al corrente con ogni cura i nostri lettori delle massime che verranno dalla nostra giurisprudenza man mano affermate su questioni attinenti all’amministrazione […] Saranno pubblicati in appendice libri recenti e di fama attinenti alla materia dei nostri studi” (Il nostro programma, 1° luglio 1904).

Rispettando questi propositi, il periodico affronta da un punto di vista strettamente tecnico vari aspetti della vita economica italiana e straniera. Solitamente il primo articolo di ogni fascicolo è firmato dal direttore Isidoro Goldfinger, che discute in maniera approfondita un tema di carattere generale. Seguono articoli più brevi su argomenti più specifici. Troviamo poi l’appendice letteraria (la prima è quella di Andrew Carnegie, The Empire of Business). In coda abbiamo le rubriche, e fra le più significative e durature segnaliamo: “Società nazionali ed estere”; “Rivista granaria”; “Le prossime assemblee” (di società ed enti economico?finanziari); “Assicurazioni”; “Fra libri e riviste”; “Note di giurisprudenza”; “Bollettino di borsa”; “Aste ed appalti”.

Nel numero del 15 ottobre 1905 appare un interessante pezzo di Goldfinger sull’industria pubblicitaria; dopo aver tratteggiato una storia della réclame in Italia, l’autore sostiene la necessità di rendere i messaggi pubblicitari più appetibili per i lettori, perché finora questa forma di comunicazione non ha trovato a suo avviso forme espressive soddisfacenti (L’industria della réclame).

Il 31 agosto 1906 viene pubblicato un articolo che analizza le recenti vicende dei “cartelli” tedeschi. Questa forma di accordo tra imprese concorrenti viene condannata senza mezzi termini: “L’assolutismo dei cartells non è minore in confronto ai propri membri di quello che è verso i clienti. Quest’ultimi si vedono imposte le condizioni di contratto ed i prezzi d’acquisto, ma i primi devono subire le limitazioni della produzione, ed essi pure accettano le condizioni di vendita che i direttori del cartell hanno fissato” (La storia recente dei cartells tedeschi).

Interessanti risultano, sempre nell’annata 1906, i ricordi di un operaio francese, P. Alex Seaurat, che per trent’anni ha lavorato negli Stati Uniti (7 fascicoli consecutivi a partire dal 15 ottobre).

Dopo lo sciopero generale svoltosi a Milano nel 1907, il periodico prende posizione contro questa forma di agitazione: “Un’altra volta la nostra città è stata vittima di un inconsulto movimento proletario. I fatti dolorosi causati dalla mancanza di rispetto della libertà dei cosiddetti krumiri hanno portato alla dichiarazione dello sciopero generale, pur troppo, accolto da grandi masse operaie e dagli stessi ferrovieri […] Nessuno ha avvertito che per quanto sia stata proclamata la lotta di classe i legami che esistono fra capitale e lavoro ne accomunano gli interessi e che il cessare della prosperità degli scorsi anni provocherà una ripercussione terribile sulle masse lavoratrici cui mancherà il lavoro o di cui si dovranno ridurre i salari. Di fronte a un pericolo comune qual è questo, le battaglie interne, e tanto più le manifestazioni capricciose dovrebbero cessare” (I. Goldfinger, Lo sciopero generale).

Un contributo apparso il 15 marzo 1908 studia il fenomeno dell’emigrazione italiana all’estero (Gaetano Perotti, L’emigrazione).

Il 15 novembre 1908 la rivista, divenuta organo ufficiale della Società esposizione industriale permanente di Milano e della Federazione industriale e commerciale italiana, cambia il sottotitolo e l’impostazione grafica di copertina, ma non i contenuti.

Il fascicolo del 15 dicembre 1908 fornisce alcuni dati sulla crisi economica nordamericana nel 1907 (La crisi americana a un anno di distanza). Rilevante sul numero del 15 febbraio 1909 un articolo di Luigi Simonazzi sul commercio italiano con l’estero negli ultimi anni, corredato da una particolareggiata tabella in cui sono riportate le cifre relative alle importazioni e alle esportazioni negli ultimi quattro anni per categorie merceologiche (Il nostro commercio con l’estero in questi ultimi anni). Il bilancio economico inglese è oggetto d’analisi nel fascicolo del 15 dicembre 1909 (L. Simonazzi, Il bilancio inglese). Il tema dell’azionariato operaio viene affrontato nei numeri del 30 aprile e del 15 maggio 1910 in uno scritto di Charles Gide.

A. De C.

Raccolte: MI120: 1904-1910.