543. Il Movimento agricolo

Dal 6 gennaio 1899 (a. V, n. 1)§Il Movimento agricolo e «La Campagna»§. Dal 5 gennaio 1901 (a. VII, n. 1) §Il Movimento agricolo§.

Sottotitolo Organo dell'Associazione degli agricoltori lombardi e della Società promotrice del commercio italiano nell'Estremo Oriente. Pubblica le più importanti deliberazioni delle principali associazioni agrarie italiane ed estere poi Organo dell'Associazione degli agricoltori lombardi e della Società promotrice del commercio italiano nell'Estremo Oriente e del Sindacato per la vendita dei vini nella provincia di Novara. Premiato con diploma di eccellenza e medaglia d'argento all'Esposizione internazionale di Atlanta (Stati Uniti d'America) poi Organo dell'Associazione degli agricoltori lombardi e della Società promotrice del commercio italiano nell'Estremo Oriente e del Sindacato per la vendita dei vini nella provincia di Novara. Premiato con diploma di eccellenza e medaglia d'argento all'Esposizione internazionale di Atlanta (Stati Uniti d'America) e con medaglia d'argento all'Esposizione nazionale vinicola di Buenos Aires poi Organo dell'Associazione degli agricoltori lombardi e della Società promotrice del commercio italiano nell'Estremo Oriente e del Sindacato per la vendita dei vini nella provincia di Novara. Premiato con diploma di eccellenza e medaglia d'argento all'Esposizione internazionale di Atlanta (Stati Uniti d'America) e con medaglia d'argento all'Esposizione nazionale vinicola di Buenos Aires e all'Esposizione internazionale di Nizza poi Organo ufficiale dell'Associazione degli agricoltori lombardi e del Consorzio italiano pel commercio con l'Estremo Oriente e della Pro Montibus Italicis e della Società scuole per adulti e piccole industrie nelle campagne. Premiato ad Atlanta - Buenos Aires - Nizza marittima - Torino poi Continuatore dei giornali «La Campagna» e il «Corriere degli agricoltori» di Napoli. Organo ufficiale dell'Associazione degli agricoltori lombardi e del Consorzio italiano pel commercio con l'Estremo Oriente e della Pro Montibus Italicis e della Società scuole per adulti e piccole industrie nelle campagne. Premiato ad Atlanta - Buenos Aires - Nizza marittima - Torino poi Nazionale ed estero. Continuatore dei giornali «La Campagna» e il «Corriere degli agricoltori» di Napoli. Organo ufficiale dell'Associazione degli agricoltori lombardi e del Consorzio italiano pel commercio con l'Estremo Oriente e della Pro Montibus Italicis e della Società scuole per adulti e piccole industrie nelle campagne. Colonizzazione - produzione - scambi. Premiato ad Atlanta - Buenos Aires - Nizza marittima - Torino poi Industriale e commerciale. Nazionale ed estero. Continuatore dei giornali «La Campagna» e il «Corriere degli agricoltori» di Napoli. Organo ufficiale dell'Associazione degli agricoltori lombardi e del Consorzio italiano pel commercio con l'Estremo Oriente e della Pro Montibus Italicis e della Società scuole per adulti e piccole industrie nelle campagne. Colonizzazione - produzione - scambi. Premiato ad Atlanta - Buenos Aires - Nizza marittima - Torino poi Industriale e commerciale. Internazionale. Iniziatore della propaganda: per le relazioni agricole internazionali, per l'istruzione agraria della donna e dei soldati, per l'istituzione delle colonie agricole penali e per le onorificenze agrarie e industriali. Fondatore del "Bureau International de renseignements et échanges agricoles, industriels et commerciales", della sede lombarda dell'Associazione nazionale Pro Montibus e della Pro Sardegna, Associazione nazionale per una propaganda permanente a favore dell'isola. Premiato ad Atlanta - Buenos Aires - Nizza marittima - Torino poi Periodico di economia, previdenza e credito agrario poi Giornale di economia, previdenza e credito agrario. Fondato nel 1895 da Melchiorre Rinino. Organo ufficiale dell'Associazione degli agricoltori lombardi, del Consorzio dei fittabili di Lodi, dell'Associazione conduttori di fondi di Melzo, della sede lombarda dell'Associazione Pro Montibus, della Società scuole per adulti e piccole industrie nelle campagne poi Industriale e commerciale. Fondato in Milano nel 1895 da Melchiorre Rinino. Organo ufficiale dell'Istituzione Giuseppe Visconti di Modrone e dell'Associazione Pro classi rurali. Premiato ad Atlanta - Buenos Aires - Nizza marittima - Torino poi Industriale e commerciale. Internazionale. Fondato in Milano nel 1895 da Melchiorre Rinino. Iniziatore della propaganda: per le relazioni agricole internazionali, per l'istruzione agraria della donna e dei soldati, per l'istituzione delle colonie agricole penali e per le onorificenze agrarie e industriali. Promotore ed organo ufficiale della Pro Montibus di Milano ed organo ufficiale dell'Istituzione Giuseppe Visconti di Modrone e dell'Associazione Pro classi rurali e dell'Associazione degli agricoltori lombardi. Premiato ad Atlanta - Buenos Aires - Nizza marittima - Torino poi Industriale e commerciale. Internazionale. Fondato in Milano nel 1895 da Melchiorre Rinino. Iniziatore della propaganda: per le relazioni agricole internazionali, per l'istruzione agraria della donna e dei soldati, per l'istituzione delle colonie agricole penali e per le onorificenze agrarie e industriali. Promotore ed organo ufficiale della Confederazione nazionale per gli orfani di guerra e dell'Opera speciale pro orfani infanti. Promotore ed organo ufficiale della Pro Montibus di Milano ed organo ufficiale dell'Istituzione Giuseppe Visconti di Modrone e dell'Associazione Pro classi rurali e dell'Associazione degli agricoltori lombardi. Premiato ad Atlanta - Buenos Aires - Nizza marittima - Torino.
Luogo Milano poi Gazzada (Va) poi Milano.
Durata 15 agosto 1895 (a. I, n. 1) - 15 giugno 1927 (a. XXXIII, n. 12*). Dal 4 marzo 1897 si fonde con il periodico «La Campagna» e dal 5 gennaio 1901 con il «Corriere degli agricoltori» di Napoli.
Periodicità Quindicinale poi settimanale poi quindicinale poi semestrale poi bisettimanale poi mensile poi bimestrale poi mensile.
Direttore Melchiorre Rinino, G. Casasco (proprietario e amministratore) poi G. Casasco e Melchiorre Rinino (direttori e proprietari), A. Ouchtomskoi (vice direttore)
Gerente Ettore Malagola (redattore responsabile) poi Angelo Gianzini poi G.B. Sacchi poi Carlo Invernizzi poi Aurelio Galassi poi Giuseppe Invernizzi poi Luigi Majocchi.
Stampatore Milano, Tip. L. Rusconi poi Tip. Capriolo e Massimino poi Tip. L.F. Cogliati poi Tip. Melano e Carrettoni poi Tip. Oliva e Somaschi poi Stab. Tip. Cav. A. Codara poi Varese, Arti grafiche varesine poi Milano, Tip. Milesi e Nicola poi Tip. Antonio Cordani.
Pagine Da 4 a 16.
Formato Da 41x29 cm a 29x20 cm.
Note Diverse pagine sono contrassegnate con numeri romani, fino a XVI, e contengono inserzioni pubblicitarie.

Nel programma del giornale si esprime la volontà di “contribuire con tutte le forze al miglioramento morale ed economico delle popolazioni rurali e procurare di far ciò non con le solite noiose geremiadi che generano depressione all’interno e discredito all’estero, ma serenamente, in modo che gli agricoltori abbiano a sentirsi incoraggiati e ad acquistare lenza sempre maggiore nella esplicazione delle loro energie, delle loro attività, ecco in breve il nostro intento. Persuasi poi che il benessere morale e materiale delle classi agricole, e quindi il rifiorimento economico del paese, dipende in molta parte dalla loro istruzione ed educazione, a queste non mancheremo di rivolgere la massima attenzione. E nel trattare le questioni riguardanti l’istruzione e l’educazione rurali, ci occuperemo particolarmente dell’educazione agraria della donna, da noi troppo trascurata... È bene notare da ultimo che intendiamo pur attentamente seguire lo svolgersi delle varie associazioni agricolo-commerciali, per procurare o accrescere prestigio e favore a quelle che si dimostrino realmente utili alle classi che rappresentano” (Ai lettori, 15 agosto 1895).

Con queste parole l’organo ufficiale dell’Associazione degli agricoltori lombardi e della Società promotrice del commercio italiano nell’Estremo Oriente presenta le proprie linee programmatiche, disponendosi ad operare a favore della classe agraria tutta – non intendendo, almeno nei propositi espressi, distinguere fra proprietari, conduttori o contadini – in un momento che coincide con l’inizio di un processo di trasformazione tecnica e organizzativa dell’agricoltura italiana. Nozioni di tecnica agraria, zootecnia, contabilità e legislazione rurale, relazioni e avvisi di esposizioni e concorsi, bollettini dei prezzi dei mercati si alternano nelle sue pagine ad articoli cje si propongono di analizzare i problemi economici che “infirmano l’agricoltura italiana”, proponendone le soluzioni ed invitando gli stessi agricoltori a prenderne coscienza e a riunirsi per discuterne, operando così a favore dell’organizzazione delle classi agricole. Numerosi si susseguono sulle sue pagine gli appelli per la costituzione di una vera rappresentanza capace di esprimere autorevolmente i bisogni dell’agricoltura in Italia e di patrocinarli con efficacia presso il governo. In particolare, sul progetto del senatore Luigi Griffini di “comprendere in una sola legge i tre istituti, della rappresentanza agraria, dei probiviri per l’agricoltura, e dei comizi agrari, con l’istituzione della Camera di agricoltura, unico corpo morale con triplice compito”, si vedano i seguenti articoli: L. Griffini, Le Camere di agricoltura, 30 agosto 1895; Id., I bisogni dell’agricoltura, 15 agosto 1895; G. Codara, I Comizi agrari, 30 agosto 1895; Una critica alla legge sulle Camere di agricoltura, 22 aprile 1898.

Come annunciato dal programma, la rivista dedica molto spazio all’istruzione agraria, soffermandosi sull’attività degli istituti e delle scuole pratiche di agricoltura, delle stazioni agrarie sperimentali e delle cattedre ambulanti di agricoltura, operanti sul territorio nazionale, sottolineando la necessità di allargare l’insegnamento agrario alle donne, limitando però l’applicazione del lavoro femminile “al caseificio, all’allevamento dei maiali, delle capre, dei conigli, del pollame, delle api, alle colture degli ortaggi e a tutte quelle piccole industrie casalinghe facili da attuarsi nelle campagne” (istruzione agraria, 15 aprile 1896). Sempre in relazione al problema dell’istruzione professionale delle classi agrarie si citano: Agricoltura, scuola e governo, 10 giugno 1898; La circolare del ministro Baccelli per l’insegnamento pratico delle prime nozioni di agricoltura nelle scuole rurali, 29 luglio 1898; L’istruzione agraria nelle scuole elementari, 20 aprile 1900; L’istruzione agraria delle donne, 13 settembre 1901.

Da segnalare anche i numerosi articoli tesi a dimostrare i benefici derivanti dall’uso delle casse rurali, fra i quali: Federico Bassignano, Casse rurali di prestito e di credito agrario, 15 ottobre 1895; Lo sviluppo delle istituzioni cattoliche di credito, 15 aprile 1898.

Forte della collaborazione con cui “gli agricoltori di tutte le regioni d’Italia seguono lo svolgersi dell’azione del «Movimento agricolo»... e del grande numero di lettori conquistati all’estero specialmente in Argentina, Francia, Svizzera, Inghilterra e Belgio, dove il giornale è grandemente apprezzato per tutto ciò che concerne il movimento di esportazione e importazione”, e del trasferimento dei propri uffici nella sede dell’Associazione degli agricoltori lombardi, in piazza Fontana, “il luogo più centrale di Milano, dove convengono settimanalmente per la trattazione dei propri affari tutti gli agricoltori di Lombardia” (Il «Movimento agricolo» nel suo III anno di vita, 7 gennaio 1897), si arricchisce di una nuova serie di rubriche quali: “Il movimento cooperativo”, “La pagine di igiene”, “Istituzioni di credito”, “Dalle provincie italiane”, “Dall’estero” (con notizie provenienti, in particolare, dalla Svizzera, dall’Argentina e dal Brasile) e “Diario minimo”, in cui, avendo riguardo dell’indole tecnica del giornale e quindi con un campo d’osservazione e critica circoscritto, si prefigge di fare una rassegna delle vicende politiche italiane ed estere.

Sempre nel 1897 il «Movimento agricolo» annuncia ai lettori la fusione con il periodico «La Campagna», “per rendere sempre più efficace l’opera della stampa a favore dell’agricoltura” (In casa nostra, 4 marzo 1897).

in questo periodo l’analisi degli effetti economici, sociali e politici derivanti dal forte aumento dell’emigrazione transoceanica italiana (la rivista tiene anche a presentarsi come “l’unico giornale che rechi in ogni numero notizie d’America con partenze e arrivi di passeggeri e piroscafi”) e le conseguenze sull’agricoltura della tariffa generale del 1887, che rimane per molti anni alla base del regime doganale italiano (v. L’accordo commerciale fra l’Italia e la Francia, 25 novembre 1898 e sgg. e il supplemento al numero del 7 gennaio 1899 interamente dedicato alla conferenza di Vittorio Vinaj sul trattato di commercio franco-italiano in rapporto alle industrie della provincia di Cuneo) animano le pagine del periodico, mentre vi trova scarsa eco tutto ciò che riguarda la pur imponente azione rivendicativa del proletariato agricolo verificatasi nelle campagne italiane in quegli anni (L’azione dei contadini e gli agricoltori italiani, 3 giugno 1898, “intorno ai fatti che si verificano nel basso Milanese e che tanto gravemente minacciarono gli interessi dell’agricoltura”). A questo proposito bisogna anzi aggiungere, per rimarcare il carattere conservatore della rivista, come questa individui nelle richieste delle leghe socialiste la più grave minaccia “alla prosperità dei nostri campi, alle forze economiche degli agricoltori, alle stesse riforme agrarie che sembrano ormai aver ispirato alla nostra terra un soffio di vita nuova e di prosperità” (La situazione agricola e il possibile rimedio, 13 aprile 1902).

I nomi dei principali collaboratori in questo primo periodo di vita della testata, oltre a Girolamo Chizzolini, “fondatore e direttore per più di 30 anni dell’«Italia agricola», membro del Consiglio superiore di agricoltura e del Consiglio superiore delle tariffe” (15 agosto 1895), a cui fin dal settembre 1895 viene affidata la direzione onoraria del periodico, sono: Giuseppe Stabilini, presidente dell’Associazione lombarda degli agricoltori, Manfredo Camperio, presidente della Società promotrice del commercio italiano nell’estremo Oriente, Donato Costanzo Eula, autore di numerosi articoli sulle colonie agricole penali, e ancora Paolo Antoniotti, Silvio Bonansea, Carlo Bonis, Vincenzo Cicco, Marco Frigerio, Carlo Gobetti, Achille Lanzi, Carlo Ohlsen, Tito Poggi, Gabriele Rosa, Angelo Spinelli e Egidio Vitali.

Numerose le relazioni su congressi ed esposizioni: III Congresso nazionale di bacologia e sericoltura (15 settembre 1895), III Congresso internazionale d’agricoltura di Bruxelles (15 ottobre 1895), Esposizione internazionale di Innsbrick (31 agosto 1896), Esposizione nazionale vinicola di Buenos Aires (15 agosto 1896 e sgg.), Congresso delle società degli agricoltori italiani di Roma (1° aprile 1898), Esposizione internazionale di Torino (27 maggio 1898), III Congresso internazionale contro la grandine di Lione, II Congresso pellagrologico italiano (2 marzo 1902), Congresso nazionale degli agricoltori di Palermo (11 maggio 1902), Congresso delle mutue agricole infortuni (26 febbraio 1911).

Con l’aprirsi del nuovo secolo, il programma d’azione della rivista viene individuato nel “trasmettere ai nostri bravi produttori, industriali e commercianti, svolgenti la loro attività nel vasto campo dell’agricoltura, quanto ne è dato conoscere per l’ufficio di pubblicisti e per le preziose relazioni contratte in Italia e fuori: mandar loro all’occorrenza una giusta parola di encomio per le lotte che sostengono e le vittorie che conseguono; additare tutto ciò che qua e là vien fatto e merita attenzione; mantenere, in una parola, un continuo contatto coi vari paesi, particolarmente d’oltremare, al fine di estendere sempre di più le nostre relazioni nell’interesse dell’industria agricola: ecco il nostro proposito” (il nostro programma d’azione entrando nell’VIII anno, 29 dicembre 1901).

Al fine quindi di porsi come efficace intermediario per le relazioni commerciali tra l’Italia e l’estero, si stabilisce di dar vita ad un nuovo ente, l’Agenzia agricola internazionale, il cui scopo vuole essere quello di “stabilire o agevolare, secondo i bisogni, i diretti rapporti fra produttori e consumatori, mediante una seria rappresentanza dei loro interessi” (L’Agenzia internazionale del «Movimento agricolo», 11 maggio 1902).

Alcuni anni dopo, a fronte dell’iniziativa presa da Vittorio Emanuele III di istituire a Roma un Istituto internazionale d’agricoltura, una nota della Direzione annuncia l’interruzione delle pubblicazioni, in quanto “ormai la propaganda per le relazioni agricole internazionali cessa di essere la nostra specialità. Il campo d’azione si è grandemente allargato, e le forze collettive, opportunamente mosse da nuovi fatti, possono agevolmente arrivare là dove ora, più che mai con difficoltà, giungerebbe il lavoro individuale... Ubi major minor cessat” (A quanti ci conobbero dalla fondazione a oggi, luglio-agosto 1908). Ma in realtà per alcuni anni la pubblicazione delle rivista non conosce interruzioni di sorta, continuando ad occuparsi delle consuete tematiche, di tecnica agraria, economia, organizzazione, previdenza, credito agrario, mutualismo, cooperazione e istruzione, a fronte però di alcuni cambiamenti, chiari sintomi di difficoltà: nei primi due mesi del 1911 esce infatti unicamente come supplemento al periodico «La Lombardia», mentre nel luglio dello stesso anno annuncia ai propri lettori il trasferimento della sede direttiva e amministrativa a Gazzada, presso Varese, “nel suo ambiente più vero, più che mai a contatto coi lavoratori della terra, giornalmente fra loro” (Ambiente nuovo e vecchi propositi, luglio 1911).

Nel 1913, anno in cui la sede viene riportata a Milano, diventa l’organo ufficiale dell’Associazione pro classi rurali” di Milano, che opera a favore della cultura popolare “in tutti i rami in cui può essere più accessibile, o meglio adatta, o più proficua ai lavoratori” (luglio 1913). Il concetto infatti che viene ribadito in questo periodo è quello per cui la cultura di cui devono essere fatti partecipi i lavoratori delle campagne debba essere unicamente “tecnica”, e sia invece da escludere quel tipo di istruzione “che concorre a favorire la diserzione dalle campagne e fornisce alle città un così grande numero di individui pieni di pretese, molto spesso spostati e nemici per sempre della vita dei campi” (Paolo Solaro, Diserzione dalle campagne, agosto 1913).

In vista delle elezioni politiche dell’ottobre 1913 il foglio si fa portatore di “un appello alla totalità degli elettori perché concorrano alle urne a dare un voto plebiscitario a Francesco Saverio Nitti” (Le prossime elezioni politiche: tutti finalmente pensano agli agricoltori, settembre 1913).

In generale comunque, da qui alla fine della guerra, oltre a pubblicare gli atti della Pro classi rurali, della Pro montibus (un’associazione operante per la protezione delle piante e a favore del rimboschimento) e dell’Istituzione Giuseppe Visconti di Modrone (il cui programma prevede “la propaganda per l’italianità, la diffusione dell’istruzione elementare e professionale, dei principî di agricoltura razionale, economica rurale, zootecnica; la propaganda a favore del rimboschimento dei pascoli montani, della colonizzazione agricola; la diffusione dei principi elementari d’igiene, la lotta contro la malaria, la protezione igienica della manodopera migrante all’interno”, L’Istituzione Giuseppe Visconti, gennaio 1916), si limita a propagandare le varie iniziative e istituzioni sorte in Italia a favore degli orfani e degli inabili al lavoro in conseguenza della guerra.

Solo nel 1920 si annuncia la ripresa del vecchio cammino, “assoltosi il compito speciale assuntosi durante la guerra [...] per lo svolgimento di un programma che è e sarà tutta modernità d’intenti [...] richiamando senz’altro l’attenzione sulle questioni di maggior urgenza per il nostro paese, come quella riguardante l’intensificazione della produzione” (Il «Movimento agricolo» sulla vecchia via, 31 gennaio 1920), tematica a cui viene infatti dedicato l’intero numero del 20 febbraio 1920: per porre un rimedio alla diminuzione complessiva della produzione agricola verificatasi durante la guerra e nei due anni successivi vengono caldeggiati nuovi investimenti e miglioramenti tecnici, perseguibili non solo attraverso l’innovazione degli antiquati sistemi di coltura, ma anche attraverso la ricostituzione del patrimonio zootecnico e dell’allevamento razionale (sull’argomento v. anche Luigi Luzzatti, Melanconiche considerazioni sulla produzione del frumento in Italia, 30 novembre 1921); a questi obiettivi deve tendere anche il nuovo disegno di legge presentato alla Camera inteso ad incoraggiare gli impianti idroelettrici, la costruzione di linee elettriche e la conseguente applicazione dell’elettricità all’agricoltura (Un vasto programma di elettrificazione, 29 febbraio 1920).

Sempre nello stesso anno si pubblica il programma della Prima Unione massaie della campagna, promossa dalla Cattedra ambulante di agricoltura di Milano “per promuovere la coltura generale e tutelare gli interessi delle massaie della campagna, affinché esse giovino al progresso morale, igienico ed economico della famiglia, e divengano valido elemento fattivo nel progresso agrario nazionale” (30 novembre-31 dicembre 1920).

Nel 1922 la salita al potere del fascismo viene salutata dal direttore della testata con parole entusiastiche: “Tutto ciò che per lunghi anni siam venuti predicando sulla necessità di un assetto informato alla più assoluta modernità d’azione, tutto ciò che per lungo tempo andò soggetto alla più snervante delle indifferenze... coll’avvento dell’on. Mussolini ha finalmente libero corso verso la realizzazione indarno finora sognata... per un’agricoltura non più considerata colla deplorevole miopia d’un tempo, ma nelle sue urgenti e generali esigenze” (Melchiorre Rinino, Il nuovo governo e i suoi propositi, 31 ottobre-30 novembre 1922).

Dopo pochi mesi la direzione della rivista viene assunta da Emilio Guarneri, il quale avverte i lettori che “dopo un primo periodo di necessaria riorganizzazione amministrativa – ed anche tecnica, onde apportare al periodico vari miglioramenti – durante il quale esso uscirà bimensilmente e mensilmente, il «Movimento agricolo» diverrà ebdomadario e sarà largamente illustrato” (Il nostro programma, 15 marzo 1923).

Di questo nuovo periodo di vita della testata si segnalano i numerosissimi articoli di E. Del Guerra, nei quali costante si ripete la richiesta di interventi statali a favore dell’agricoltura “per mezzo di una legislazione che provveda con sagge norme nella migliore produzione delle fonti agrarie, di provvedimenti che favoriscano questa produzione nella sua maggior estensione e intensità, con un regime tutelativo nei diritti della proprietà fondiaria e del lavoro agricolo; con lo studio dei miglioramenti tecnici che si possono introdurre nelle varie colture; espropriando, fin che è possibile, ove l’iniziativa privata sia neghittosa o impotente..., favorendo con maggior larghezza l’irrigazione, abolendo i vincoli fiscali che ancora vi si oppongono; favorendo la sana cooperazione; modificando radicalmente il regime tributario, al quale la proprietà fondiaria è ora sottoposta... onde incoraggiare il lavoro e fare affluire i capitali all’industria agraria, dalla quale vanno sempre più esulando” (E. Del Guerra, L’agricoltura e le imposte, 15 aprile 1923). Dello stesso autore si segnalano: Provvedimenti finanziari e tributari, 15 maggio 1923; Gli scambi agricoli e la tassa di bollo, 15 giugno 1923; Tributi agrari, 15 luglio 1923; Rivalutazione terriera, 15 gennaio 1925; Protezione agraria, 1° marzo 1925; La prima voce nell’esportazione italiana. La seta nel suo naturale fondamento: la bachicoltura, 1° giugno 1925.

La scelta del governo fascista di attuare, tramite il decreto del 5 luglio 1923, la fusione del Miniterno dell’industria e del commercio con quello dell’agricoltura viene giudicata, senza mezzi termini, inopportuna “perché tanto l’agricoltura quanto l’industria hanno oggimai assunta tale latitudine di pubblici servizi e di provvide difese che mai ebbero in passato, quando un solo Ministero era più che sufficiente a soddisfare alle comuni esigenze di quelle tutele”, anche se la negatività del giudizio viene poi temperata, con buona dose di equilibrismo, nella totale fiducia espressa “nell’alta mente, nella sagacia, nella prudenza di S.E. Mussolini” (Il nuovo Ministero dell’economia nazionale, 15-31 agosto 1923 e 15-30 settembre 1923).

In posizione critica la testata si pone anche di fronte alla riforma scolastica di gentile, in particolar modo riguardo al D.L. 3 aprile 1924 n. 534, che dispone l’istituzione e reca provvedimenti per la scuola professionale per i giovani contadini e per i corsi temporanei per contadini adulti: “L’approvazione spontanea che gli si concede alla prima notizia, si affievolisce e scompare per lasciar posto a dubbi sull’utilità delle scuole che si vogliono attuare” (A. Bianchi, La scuola professionale pei giovani contadini, 15 giugno 1924; P.M. Cappellazzi, Per la riforma della scuola agraria, 30 giugno 1924; L’istruzione agraria secondo il nuovo ordinamento, 10 settembre 1924).

Il 1925 è un anno decisivo per la politica agraria del governo fascista, che culmina nella grande campagna propagandistica della battaglia del grano: dalle sue pagine «Il Movimento agricolo» esprime, a questo proposito, una serie di “punti di vista frutto della nostra decilustrale esperienza, come semplice cronaca, senza voler dare alle nostre parole verun significato di suggerimenti i di consigli” (Camillo Mancini, L’assillante questione del grano, 1° luglio 1925 e sgg.), in cui sostanzialmente il problema della produzione agraria viene ricondotto ad un problema di tecnica agraria, di necessarie innovazioni tecnologiche, di battaglia contro i metodi di coltura arretrati. Altrove (C. Mancini, L’illazione logica del ritorno al dazio sul grano, 15 agosto-1° settembre 1925), lo stesso autore, uno dei principali collaboratori della rivista in questo periodo (suoi gli interventi firmati anche con gli pseudonimi Rusticus, Vice-segretario, don Rebo, Miles Agricola, Romanus), si esprime a favore del provvedimento protezionistico sul frumento istituito dal regime fascista col decreto del 24 luglio 1925, ponendosi in aperto contrasto con le idee di cui la rivista si fa portatrice, come spiega una breve nota della redazione premessa all’articolo in questione, il quale viene pubblicato “pur facendo le debite riserve – per quel principio di imparzialità ed obiettività che è a fondamento del nostro programma e della nostra opera”. Portavoce delle idealità espresse dalla rivista risulta invece l’articolo di Giacobbe Manzoni, La battaglia del grano e l’agricoltura nazionale, 15 agosto-1° settembre 1925, un duro attacco contro la politica agraria fascista: “Chi difende con consapevolezza e disinteresse l’agricoltura è contrario alla protezione dei dazi, perché sa che il regime dei dazi favorisce loschi interessi e colpisce l’economia di tutti i cittadini. Il governo fascista, se non batterà nuova strada, rischierà di perdere la battaglia del grano, come ha perduto la battaglia del carovita nel ’24... All’analisi profonda di tutto il complesso problema, si scorgerà che la battaglia sul grano sarà vinta a patto di trasformarla in battaglia di bonifica, di viabilità, di case rurali, di prosciugamenti, di rimboschimenti di bacini montani, di irrigazione; battaglia fiscale, contro i comuni e le provincie, che amministrano male i soverchi balzelli pompati dalla terra; battaglia sociale contro i parassitismi di uomini, sindacati bagarini e trustaioli, ancora oggi i veri dominatori della produzione. Credo dannoso il dazio protettore, perché convinto che è stato ammesso come battistrada ad altri dazi dissanguatori, e dell’agricoltura e di tutti gli italiani, meno una minoranza infima di trustaioli interessati”.

Lasciata cadere la polemica, gli articoli di Mancini continuano numerosi fino al maggio 1927 (mese della sua morte). Fra questi si segnalano: A quando l’inizio della promessa politica di sgravi?, 1° marzo 1926; Per l’insegnamento obbligatorio dell’agricoltura nelle campagne, 15 agosto-1° settembre 1926; Verso una politica di sgravi, 1° ottobre 1926; I problemi dell’ora. Bonificare, colonizzare, appoderare, 1° aprile 1926.

C. Ro.

Raccolte: MI120: 1895-1898; 1899 (lac.); 1900-1902; 1903 (lac.); 1904 (lac.); 1905 (lac.); 1906-1907; 1908 (lac.); 1909 (lac.); 1910 (lac.); 1911 (lac.); 1916 (lac.)-1917; 1918 (lac.); 1919 (lac.)-1924; 1925 (lac.)-1927. CO002