578. Il Profumiere italiano

Dal marzo 1902 (a. II) §Il profumiere e saponiere italiano§. Dall'agosto 1904 (a. IV, I quindicina) §Giornale della profumeria e saponeria italiana§.

Sottotitolo Giornale mensile scientifico italiano. Organo dei profumieri e saponieri italiani poi Giornale mensile scientifico italiano. Giornale indirizzato al progresso delle industrie chimiche, saponiere, profumiere ed affini poi Indirizzato al progresso delle industrie chimiche, saponiere, profumiere ed affini.
Luogo Milano.
Durata Marzo 1901 (a. I) - maggio 1909 (a. IX, n. 10*). Fino al 1906 nei vari numeri vi è soltanto l'indicazione dell'anno. La numerazione regolare inizia solamente col 1907.
Periodicità Mensile poi quindicinale.
Direttore D. Onorato Dompè poi W. Othmann.
Gerente D. Onorato Dompè (direttore responsabile) poi W. Othmann (direttore responsabile) poi Luigi Majocchi.
Editore Paolo Carrara poi nessuno.
Stampatore Milano, Tipografia Francesco Pagnoni poi Tipo-Litografia A. Matelli poi Società Tipo-litografica lombarda Bellini e Colombo poi Tipografia Francesco Pagnoni poi Tipografia Antonio Cordani.
Pagine 8.
Formato 22x28 cm.
Note Le copertine di colore celeste o verde contengono pubblicità. A sinistra, e in seguito anche a destra, del titolo vi sono disegni di fantasia.

L'articolo di presentazione pubblicato sul primo numero del marzo 1901 attribuisce alla nuova pubblicazione il compito di "impartire, diffondere le necessarie cognizioni, istruzioni per emancipare il più che è possibile l'Italia dall'importar dall'estero preparati per la toeletta, i quali, il più delle volte, sono nocivi alla salute". "Per questo - esso prosegue - oltreché trattare della chimica dei profumi, loro composizione, fabbricazione, proprietà, combinazioni, frodi, falsificazioni, ecc. facendosi centro di tutto ciò che concerne il ramo profumeria", il giornale "renderà sempre edotti i lettori di tutto quanto di utile, di interessante, di pratico, di nuovo, si studia, si crea, si inventa, si prepara in altre nazioni, affinché ogni profumiere italiano possa a sua volta preparare, studiare, perfezionare prodotti consimili, emancipandosi così da quelli esteri con grande vantaggio del nome, dell'industria, della ricchezza nazionale".

Per realizzare questo programma il periodico pubblica una serie di articoli di carattere tecnico (ad esempio: I concetti moderni dell'industria saponiera, La decolorazione dei grassi animali, L'alterazione che i grassi subiscono alla luce); nonostante la premessa dell'articolo di presentazione soltanto nei primi numeri sono presenti articoli concernenti l'industria della profumeria e saponeria all'estero (ad esempio: Produzione di saponi in Spagna, Il commercio dell'amido in Turchia d'Asia). Numerose sono le rubriche: "Piccola posta", "Notizie commerciali", "Notizie diverse", "Ricette, formule, processi utili", "Libri utili per profumieri e saponieri", "Bibliografia". Di queste due ultime, la prima contiene un elenco di libri, mentre la seconda comprende alcune recensioni.

L'articolo Pro-Saponi pubblicato sul numero dell'aprile 1902, dopo avere plaudito allo statuto della società omonima, ispirato "a giusti criteri di modernità, e a sani principi amministrativi, così da mettere il sodalizio nella possibilità di essere non una società chiusa a limitate ed egoistiche vedute di pochi, ma un campo aperto a tutte quelle iniziative che insieme agli interessi materiali possono assicurare un'ascensione morale e tecnica sia dell'industria sia di quanti vi lavorano attorno", auspica "l'unione cordiale di una larga parte dei saponieri d'Italia", suscettibile di largire "larghi ed immediati vantaggi alla classe". Tali concetti sono precisati nell'articolo Per una unione dei saponieri italiani, pubblicato nel successivo numero del maggio 1902. "E davvero la Unione dei saponieri italiani - si legge - si costituirebbe oggi, mentre è viva in tutti la discussione e la sollecitudine per cercare il minor costo della produzione nelle maggiori utilizzazioni, si costituirebbe quando sono allo studio provvedimenti di vitale importanza inerenti alla legislazione doganale - quando le nuove esigenze della igiene stanno per aprire un maggior campo alla attività saponiera. Il momento non potrebbe adunque essere più propizio".

L'iniziativa andò a buon porto. In un appello Ai cortesi lettori pubblicato sul numero del maggio 1903 si esprime infatti soddisfazione per il fatto che molte delle idee propugnate dal periodico erano state realizzate: "Così si poté attuare - prosegue l'appello - l'Unione fra i saponieri d'Italia, come speriamo potrà quanto prima essere attuata la proposta nostra di aprire speciali scuole serali o festive per gli operai saponieri e profumieri, le quali serviranno a perfezionare i prodotti delle nostre industrie da portarle all'altezza di quelli esteri, a totale vantaggio della ricchezza individuale e nazione".

Il numero dell'agosto 1904 (1^ quindicina) rende nota la trasformazione della periodicità da mensile a quindicinale e il mutamento del titolo da «Il Profumiere e saponiere italiano» a «Giornale della profumeria e saponeria italiana». A partire dal novembre 1904 gli articoli sono divisi in varie sezioni: "Industria dei saponi", "Industrie delle profumerie", "Industria delle candele", "Industria del colore", "Industria della glicerina", "Industria degli olii", ecc.

L'articolo L'industria del sapone e dei profumi all'Esposizione di Milano, pubblicato in due puntate sui numeri del settembre 1906 (1^ quindicina), e dell'ottobre 1906 (1^ quindicina), esprime compiacimento per i progressi realizzati in Italia dall'industria del settore che si era affermata "splendidamente" in modo da "non dovere arrossire, come una volta, di fronte all'estero, da cui non abbiamo bisogno d'importare che assai poco, non di prodotti, ma di materie prime per la fabbricazione".

L'ultimo numero del maggio 1909 non contiene nessun articolo che lasci prevedere una cessazione delle pubblicazioni.

Gli articoli del periodico non sono quasi mai firmati. Dal marzo al settembre 1903 appare un comitato di redazione composto, oltre che dal direttore D. Onorato Dompè, anche da Rodolfo Namias, L. Carcano e Pietro Pogliani (quest'ultimo dal numero di aprile-maggio). Dall'agosto 1904 funge da redattore capo W. Othmann che col luglio 1907 diventerà direttore del periodico.

F. Pe.

Raccolte: MI120: 1901-1909.