63. Annuario della industria mineraria (per minerali metalliferi) metallurgica e meccanica in Italia

Luogo Milano.
Durata 1913-14 (n. 1) - 1916-17 (n. II). Era previsto, nel numero I, che il numero II fosse pubblicato per il 1914-1915.
Periodicità Annuale.
Direttore Umberto Grioni.
Editore Umberto Grioni.
Stampatore Per la I e la II parte Milano, Stabilimento Società anonima La Stampa Commerciale; per la III parte Tipografia Sociale di Carlo Sironi.
Pagine n. 1, I e II parte: VI+476; III parte: 564+XX+XII; n. II, I e II parte: VI+630; III parte: 576+XX+VIII.
Formato 23,7x17 cm.
Note I e II parte su carta corrente di scarsa qualità; III parte su carta patinata. Contiene fotografie e illustrazioni.

L’intento dichiarato dall’autore-editore (nel primo numero firma la nota introduttiva come “La Direzione”, nel secondo con il proprio nome) è “raccogliere per inchiesta diretta (e sempre, ove fosse possibile e consentito, per via di inchiesta personale), le principali notizie e le informazioni d’indole generale riguardanti le industrie italiane delle miniere metallifere, della metallurgia e della meccanica; ottenere dai singoli industriali, senza loro chiedere compensi di sorta, una determinazione dei loro prodotti sufficientemente esatta e completa; svolgere opportunamente tutte queste notizie in due parti principali, essenzialmente oggettive; ordinare le notizie medesime prima per regioni e provincie, e quindi per classifica di produzione”. Grioni dichiara le notevoli difficoltà incontrate, in primo luogo per distinguere le grandi imprese da quelle minori, locali o artigiane, in seconda battuta per ottenere delle informazioni omogenee e superare contraddizioni e divergenze dovute alle fonti, sia di enti statali, sia di associazioni di categoria, sia degli stessi industriali. La necessità della pubblicazione dell’«Annuario» viene giustificata con lo sganciamento del ramo dal patrocinio straniero e anzi con l’avvio delle esportazioni di prodotti metalmeccanici italiani, pur restando inalterata l'“ammirazione alle grandi industrie d’oltr’Alpe [e] un sincero sentimento di gratitudine, poiché esse ci insegnarono come si diventa forti. Non è il nostro facile nazionalismo tribunizio, un sentimento di italianità, fervido augurio di maggiori vittorie”.

La prima parte è divisa in ordine alfabetico per regioni, province e imprese, queste ultime talvolta con l’indirizzo e la descrizione dei prodotti. La seconda parte, invece, è divisa minutamente per tipi di prodotto (armature per costruzioni antisismiche, attrezzi e materiali per ginnastica, corone funebri, macchine automatiche per votazioni politiche, pattini a rotelle). La terza parte, riservata invece agli inserzionisti, è particolarmente significativa, in più casi, per l’ampiezza e la precisione delle notizie sulle imprese. Vengono riportate: la composizione dei consigli d’amministrazione, la consistenza dei capitali sociali, la partecipazione azionaria e la detenzione di pacchetti di maggioranza o controllo da parte di istituti di credito (per esempio, per i cantieri Pattison di Napoli) o di altre imprese (anche case madri o imprese straniere: per esempio, la F.lli Sulzer), le vicende familiari di trasmissione dell’impresa e i1 passaggio a strutture direttive di tipo manageriale. Notevoli sono inoltre le descrizioni delle filiere produttive, di singoli stabilimenti o reparti, con il riscontro e la indicazione spaziale delle macchine e degli strumenti installati e delle potenze impiegate; a corredo dei testi, le immagini, perlopiù fotografiche, sono abbondanti e di buona qualità, a volte non riscontrabili negli archivi storici odierni, come nel caso di una foto che ritrae gli incrociatori corazzati Kasuga e Nisshin, in costruzione per il Giappone, insieme alla corazzata Messoudjieh, rimodernata per l’Impero ottomano, ormeggiati all’Officina allestimento navi dell’Ansaldo di Genova.

L’importanza dell’«Annuario» sta però nelle schede e nelle iconografie di una serie di imprese minori o anche ragguardevoli, che sono state assorbite da altre durante la grande guerra o alla fine del conflitto, o che, più semplicemente, hanno resistito per poco tempo. A fianco delle più note Fiat e Lancia, è il caso, per esempio, di alcune imprese automobilistiche e motociclistiche: Edoardo Bianchi, Fabbrica italiana di biciclette Flaig, Moto aratrice degli ingegneri Pavesi e Tolotti, noti per i loro trattori di artiglieria, tutte di Milano, Frera di Tradate, Wolsit officine legnanesi automobili di Legnano, San Giorgio di Borzoli (che si occupava peraltro anche di carrozze ferroviarie, di motori, carpenterie ecc.), Scat (Società Ceirano Automobili), e Spa di Torino.

Oltre ai cantieri navali citati, ricordiamo i Cantieri navali riuniti, la Società esercizio bacini di Genova, la Officine e cantieri napoletani C. & T.T. Pattison, la Savinem (Società anonima veneziana industrie navali e meccaniche).

Non mancano, peraltro, notizie su grandi imprese metallurgiche e meccaniche (per es. Riva, Togni, Mannesmann), ma l’attenzione si concentra su quelle poco note o di media-piccola dimensione, con produzioni anche specialistiche ma plurisettoriali. Si mettono in evidenza, perciò, la Cerpelli & C. di Spezia, produttrice di pompe idrauliche di ogni tipo, la Francesco Casali & figli di Suzzara, dedicata alle macchine agricole già 50-60 anni prima dello sviluppo del distretto in connessione con le attività di allevamento bovino, la Italiana Koerting (pompe, tubazioni, caldaie ecc.), la Ing. G. De Franceschi & C. di Milano, dedicata a impianti di riscaldamento, a impianti completi di macellazione, a forni per la distruzione dei rifiuti su brevetto inglese della Heeman & Fronde di Manchester. Nel centro-sud della penisola vanno ricordate, tra le imprese inserzioniste, la Società metallurgica Giacomo Corradini di Napoli, sorta a San Giovanni a Teduccio nel 1906, la Società italiana per la fabbricazione dell’alluminio ed altri prodotti dell’elettrometallurgia di Bussi (con una piantina e una vista fotografica dello stabilimento, la Ing. Oscar Sinigaglia di Roma, dedicata a lavorazioni meccaniche e in particolare alla produzione di materiale rotabile per stabilimenti e ferrovie industriali e minerarie, cui il proprietario attenderà anche dal punto di vista dell’impresa pubblica, con l’attuazione del piano omonimo nel secondo dopoguerra.

Infine, non mancano le imprese minerarie, con un’ampia trattazione della Società anonima di miniere Nurra e della Società di Monteponi, entrambe attive in Sardegna ma con sedi legali a Firenze e Torino.

Quando possibile, le schede descrittive chiudono con il marchio o il logo dell’impresa in oggetto.

A.F. Sa.

Raccolte: MI120: 1913-1914; 1916-1917.