Proiettore cinematografico - ottica

Officine Pio Pion

Proiettore cinematografico - ottica

Descrizione

L'apparecchio è costituito da una parte di proiezione con meccanica a vista e da un apparato illuminante chiuso all'interno di un parallelepipedo a sviluppo orizzontale, apribile mediante appositi sportelli laterali; entrambi sono retti da un piedistallo metallico e collegati attraverso diversi cavi ad un motore elettrico per il funzionamento della macchina stessa, posizionato anteriormente. Il dispositivo di proiezione è costituito da un obiettivo con messa a fuoco regolabile collocato davanti ad una lente condensatrice. Vari cilindretti rotanti presenti nel comparto centrale permettono il corretto avanzamento e posizionamento della pellicola 35mm dalla bobina debitrice (o bobina di svolgimento) collocata nella parte alta, a quella ricevitrice (o bobina di riavvolgimento), posizionata in basso. In una scatola di cartone a parte sono conservate svariate bobine (o pizze) metalliche, utilizzate per avvolgere le pellicole.

Funzione: Proiettore cinematografico professionale per rappresentazioni collettive in sale cinematografiche, in uso verso la metà del XX sec. L'apparecchio qui schedato, nello specifico, veniva utilizzato per la proiezione dei film ai pazienti ricoverati nell'ex Manicomio Provinciale di Milano, originariamente definito come Grande Astanteria Manicomiale di Affori (Milano).

Modalità d'uso: Si tratta di una macchina che, a intervalli di tempo regolari, proietta su uno schermo attraverso un particolare obiettivo, un fotogramma impresso su una pellicola cinematografica. I bordi di una pellicola cinematografica sono perforati ai lati in maniera regolare (nel formato standard più diffuso, 35 mm, si hanno quattro perforazioni per lato) in modo da permettere il trascinamento costante della pellicola attraverso una serie di rocchetti dentati, collegati ad un motore elettrico grazie ad un sistema di cinghie e puleggie. Durante questo percorso il fotogramma della pellicola viene posto per alcuni centesimi di secondo davanti ad una lampada che genera un fascio di luce; quest'ultimo, dopo aver illuminato il fotogramma, transita attraverso un apposito obiettivo che ha il compito di indirizzarlo su uno schermo consentendone la messa a fuoco. Per far sì che lo spettatore non colga lo spostamento del fotogramma durante il meccanismo di avanzamento della bobina, un otturatore del proiettore interrompe ad intermittenza tale fascio di luce.

Notizie storiche: Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 e prevedeva l'uso di una pellicola da 35mm. La prima proiezione italiana venne realizzata a Roma il 12 marzo 1896, seguita poi da altre a Milano, Napoli, Venezia, Bologna, Torino e Firenze nel giro di pochi mesi. A partire del 1925 ogni città venne dotata di una sala cinematografica, che dal 1929 si arricchì anche dell'installazione del sonoro. Parallelamente all'industria cinematografica nacquero così le industrie di proiettori, cui seguì in breve tempo lo sviluppo anche di altri settori, quali la produzione di cavalletti, carrelli e gru, dei sistemi di doppiaggio e registrazione e degli strumenti di illuminazione. Pio Pion (1887-1965) fu il fondatore nel 1908, insieme all'amico Fumagalli, della prima fabbrica italiana di cineproiettori, la "Fumagalli, Pion & Co". Tale attività proseguì con alterne fortune fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando Pion venne chiamato alle armi; al suo ritorno riprese la costruzione di cineproiettori da solo e l'azienda assunse il nome di "Officine Pio Pion". Gli anni '30-'40 del Novecento furono il periodo d'oro dell'azienda cinematografica e la Pio Pion si trasferì negli storici stabilimenti di Via Rovereto a Milano, ma con l'avvento della Seconda Guerra Mondiale la fabbrica venne riconvertita per la costruzione di materiale bellico (in particolare apparecchi Morse). Al termine della guerra Pion, diventato Commendatore per meriti industriali, riprese l'attività di costruzione di cineproiettori, ampliando la gamma con i 70mm per proiezioni in Cinemascope e i 16mm per utilizzo in strutture limitate come oratori e piccole sale. Sarà di fatto la nascita della televisione, nuovo strumento di comunicazione per eccellenza, a determinare la fine dell'epoca d'oro dei cinematografi.

Autore: Officine Pio Pion (costruttore) (1908-1991)

Datazione: post 1940 - ante 1960

Materia e tecnica: metallo; vetro; plastica

Categoria: ottica

Collocazione

Provincia di Milano

Riferimenti bibliografici

Locatelli M. "Civiltà delle macchine. Il cinema italiano e le sue tecnologie", Milano 2004

Buccheri V./ Malavasi L. "La materia dei sogni. L'impresa cinematografica in Italia", Roma 2006

Ente sanitario proprietario: A.T.S. della Città Metropolitana di Milano

Credits

Compilazione: Uva, Cristina (2013)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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